Dibattito Scienza è nato sulla scia di Science Debate, l’iniziativa americana che invita i candidati alla Presidenza degli Stati Uniti a esprimere il proprio punto di vista su temi legati alla scienza e alla ricerca. Partito come un piccolo gruppo Facebook, oggi Dibattito Scienza conta centinaia di utenti.
Dibattito Scienza
Sono ricercatori, insegnanti, giornalisti, docenti universitari, blogger e semplici cittadini accomunati da un forte interesse per la scienza, che si ritrovano online con l’obiettivo di “far entrare nel dibattito politico l’approccio razionale alla risoluzione di alcuni problemi, tipico della ricerca scientifica, attraverso domande mirate e specifiche” e per ricordare ai nostri politici che il progresso di un Paese dipende in maniera determinante dalle scelte fatte in materia di ricerca, tecnologia, energia, salute e istruzione.
A questo scopo, dopo l’esperienza positiva delle primarie, è stata elaborata, con un sondaggio aperto a tutti, una lista di dieci domande da porre ai leader delle principali forze politiche che si sfideranno alle prossime elezioni: Silvio Berlusconi, Pierluigi Bersani, Oscar Giannino, Beppe Grillo, Antonio Ingroia e Mario Monti.
a cui è stato richiesto di inviarle entro il 31 gennaio, in modo da dare ai cittadini il tempo di valutarle con attenzione.
Le dieci domande:
1. Investimenti, meritocrazia, trasparenza: quali provvedimenti intende adottare per il rilancio di università e ricerca pubblica?
2. Quali provvedimenti concreti intende adottare per favorire l’innovazione e l’investimento in ricerca delle imprese private?
3. Le direttive 20-20-20 definiscono le politiche energetiche europee.Quali azioni concrete intende adottare per garantire all’Italia un piano energetico in grado di migliorare l’efficienza e minimizzare l’impatto ambientale e il costo dell’energia?
4. Come intende occuparsi della produzione, gestione e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, per migliorare l’impatto su ambiente e qualità della vita?
5. Quali misure concrete intende adottare per la messa in sicurezza del territorio nazionale dal punto di vista sismico e idrogeologico? E quali per stimolare il settore edilizio conciliandolo con la salvaguardia del territorio e la lotta alla criminalità organizzata?
6. Qual è la sua opinione sull’Agenda Digitale approvata dal precedente governo e quali sono le sue proposte concrete per la diffusione della banda larga in tutto il Paese?
7. La legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita è stata messa in discussione più volte negli ultimi mesi, con diverse sentenze tra cui quella della Corte di Strasburgo. Si impegnerà ad adeguare questa legge alla giurisprudenza italiana ed europea? Qual è invece la sua posizione a proposito del testamento biologico?
8. Data l’importanza della scienza e della tecnologia nella società contemporanea, quali misure intende adottare, anche a livello scolastico, per favorirne lo sviluppo e contrastare anche il diffuso analfabetismo scientifico e matematico?
9. Come pensa che il suo governo si debba occupare di modifiche climatiche causate dall’uomo? Quali interventi metterà in atto per la mitigazione e/o prevenzione dell’innalzamento dei gas serra?
10. Qual è la sua posizione in merito all’uso di animali nella ricerca biomedica? Pensa sia corretto limitare l’uso di alcune specie animali a scopo di ricerca?
Il bolide o fireball è una meteora ( stella cadente ) di elevata luminosità, superiore rispetto a quella del pianeta Venere, l’astro più brillante del cielo dopo il Sole e la Luna.
Venere e Luna crescente dal Cerro Paranal ( Cile ) Credits: ESO / Y.Beletsky
Per cui se avvistate una meteora più luminosa di qualsiasi stella o pianeta state osservando un bolide.
Non esiste un limite superiore di luminosità, sono stati osservati bolidi di magnitudine superiori a quella del Sole, i bolidi molto più brillanti della luna piena ( più luminosi della magnitudine -17 ), sono chiamati superbolidi.
I bolidi, al contrario della quasi totalità delle meteore comuni, possono presentare, oltre al color bianco, anche altri colori, ben percepibili: i principali sono il verde smeraldo, il rosso, l’azzurro elettrico, l’arancione ed altri: possono presentare diametri nettamente percepibili, con nuclei fino ad oltre 1° di diametro (due volte la Luna piena).
bolide ripeso il 27 ottobre a Ferrara da una delle stazioni di monitoraggio video dell’IMTN:
Durante la loro apparizione, che può durare fino a oltre 10 secondi, con casi documentati fino a 101 secondi (bolide del 10 agosto 1972 apparso sopra gli USA) possono presentare “flare” (esplosioni), frammentazioni, avere traiettorie non rettilinee: la variazione della luminosità durante l’apparizione è legata alla composizione e struttura del corpo cosmico, chiamato meteoroide, che dà origine al bolide.
I bolidi possono dare origine a rumori, in genere simili a tuoni lontani, a salve d’artiglieria, a esplosioni di mine di cava: in genere questi suoni sono percepiti da 1 a 3 minuti dopo l’apparizione del bolide visivo in quanto essendo dei suoni (velocità 0,3 km/s circa) necessitano di un certo tempo per raggiungere l’osservatore.
Inoltre i suoni sono percepibili solo quando sono generati ad una altezza non superiore a 50 km in quanto ad altezze maggiori sono riflessi verso l’alto andando a svanire nell’alta atmosfera: questi suoni sono dovuti alla disgregazione, spesso esplosiva, del meteoroide.
In rari casi possono generare suoni elettrofonici: questo fenomeno probabilmente ha un’origine similare agli analoghi suoni generati dalle aurore boreali: si presume che siano il risultato dell’interazione di onde elettromagnetiche, generate dalle perturbazioni provocate dal bolide al campo magnetico terrestre, con oggetti metallici situati nelle immediate vicinanze degli osservatori che le percepiscono.
Al contrario dei suoni provocati dal frammentarsi del meteoroide, i suoni elettrofonici sono percepibili contemporaneamente all’apparizione del bolide visivo poiché le onde elettromagnetiche che li generano viaggiano a velocità simili a quella della luce.
bolide appartenente allo sciame meteorico delle Leonidi, ripreso sempre dalla stazione video IMTN di Ferrara:
Un bolide della luminosità della Luna piena ha usualmente una massa pre-atmosferica di 100 kg: solo un bolide ogni 100 con una magnitudine come quella della Luna piena dà origine a meteoriti ( ovvero frammenti che arrivano al suolo ).
Normalmente i bolidi eclatanti che impressionano i testimoni occasionali sono di origine sporadica (non legati a sciami meteorici): è comunque usuale che durante gli sciami meteorici siano visti anche bolidi.
Questa sera 25 gennaio ore 19;33 TL, uno spettacolare bolide ( grossa meteora ), è stato ripreso da una delle videocamere dell’IMTN ( Italian Meteor and TLE Network ), di Ferrara.
L’IMTN (ITALIAN METEOR and TLE NETWORK) è una rete di sorveglianza NAZIONALE di studio dei fenomeni dell’alta atmosfera, in genere localizzati tra i 20 e i 120 km di quota, rispetto alla superficie terrestre. Nata ufficialmente nel GENNAIO 2009, è formata da stazioni permamenti (e mobili), VIDEO e RADIO, attive 24/24h ogni giorno, per tutto l’anno, ed è gestita da studiosi del settore, ricercatori universitari, semplici appassionati, da Ass. scientifiche ed Enti di ricerca Nazionali e Internazionali. Qui trovate il forum e il sito
Le tre stazioni video IMTN di Ferrara
Proiezione al suolo del fireball, considerando l’altezze media di tali oggetti, ad esempio un punto di inizio a quota 90 km e spegnimento a 70 Km ( proiezione preliminare ):
Osservato dal Lazio e dalla Campania, alto in cielo, dev’essere stato parecchio luminoso e altamente spettacolare, considerata anche la durata di almeno 6 secondi e i flare finali.
Appena avremo segnalazioni da altre videocamere del Network, si potrà calcolare la proiezione esatta e l’orbita nello spazio del meteoroide che ha impattato con l’atmosfera.
Attendiamo anche vostre segnalazioni visuali possono essere molto utili per affinare il calcolo della traiettoria.
I Luoghi da dove sono arrivate le segnalazioni visuali del bolide, rendono l’idea di come un oggetto cosi brillante possa essere osservato da centina di km di distanza dalla zona sulla quale è transitato
L’aurora polare, spesso denominata aurora boreale o australe a seconda dell’emisfero in cui si verifica, è un fenomeno che si verifica nell’atmosfera terrestre caratterizzato principalmente da bande luminose di colore rosso-verde-azzurro, detti archi aurorali.
aurora polare
Le aurore possono comunque manifestarsi con un’ampia gamma di forme e colori, rapidamente mutevoli nel tempo e nello spazio.
Il fenomeno è causato dall’interazione di particelle cariche (protoni ed elettroni) di origine solare (vento solare) con la ionosfera terrestre (atmosfera tra i 100 – 500 km). Tali particelle eccitano gli atomi dell’atmosfera che diseccitandosi in seguito emettono luce di varie lunghezze d’onda. A causa della geometria del campo magnetico terrestre, le aurore sono visibili in due ristrette fasce attorno ai poli magnetici della Terra, dette ovali aurorali.
Le aurore visibili ad occhio nudo sono prodotte dagli elettroni, mentre quelle di protoni possono essere osservate solo con l’ausilio di particolari strumenti, sia da terra che dallo spazio. L’aurora polare è visibile, spesso, anche in zone meno vicine ai poli, come la Scozia, o molte zone della penisola scandinava e addirittura durante eruzioni solari particolarmente violente possono essere avvistate anche da zone a latitudini temperate come l’Italia.
Le aurore sono più intense e frequenti durante periodi di intensa attività solare, come quest’anno periodi in cui il campo magnetico interplanetario può presentare notevoli variazioni in intensità e direzione, aumentando la possibilità di un accoppiamento (riconnessione magnetica) con il campo magnetico terrestre.
L’origine dell’aurora si trova a 149 milioni di km dalla Terra, cioè sul Sole. La comparsa di un grande gruppo di macchie solari è la prima avvisaglia di una attività espulsiva di massa coronale intensa. Le particelle energetiche emesse dal Sole viaggiano nello spazio formando il vento solare.
Questo si muove attraverso lo spazio interplanetario (e quindi verso la Terra, che può raggiungere in 50 ore) con delle velocità tipicamente comprese tra i 400 e gli 800 km/s, trascinando con sé parte del campo magnetico solare (campo magnetico interplanetario).
Il vento solare, interagendo con il campo magnetico terrestre detto anche magnetosfera, lo distorce creando una sorta di “bolla” magnetica, di forma simile ad una cometa.
magnetosfera
La magnetosfera terrestre funziona come uno scudo, schermando la Terra dall’impatto diretto delle particelle cariche (plasma) che compongono il vento solare.
In prima approssimazione queste particelle “scivolano” lungo il bordo esterno della magnetosfera (magnetopausa) e passano oltre la Terra.
In realtà, a causa di un processo noto come riconnessione magnetica (il campo magnetico interplanetario punta in direzione opposta a quello terrestre), il plasma del vento solare può penetrare dentro la magnetosfera e, dopo complessi processi di accelerazione, interagire con la ionosfera terrestre, depositando immense quantità di protoni ed elettroni nell’alta atmosfera, e dando luogo, in tal modo, al fenomeno delle aurore.
È da notare che le zone artiche, possedendo una protezione magnetica minore, risultano le più esposte a questo fenomeno e spesso, per qualche giorno dopo l’evento, l’ozono si riduce circa di un cinque per cento.
Le aurore sono più intense quando sono in corso tempeste magnetiche causate da una forte attività delle macchie solari. La distribuzione dell’intensità delle aurore in altitudine mostra che si formano prevalentemente ad un’altitudine di 100 km sopra la superficie terrestre. Sono in genere visibili nelle regioni vicine ai poli, ma possono occasionalmente essere viste molto più a sud, fino a 40º di latitudine.
Le particelle che si muovono verso la Terra colpiscono l’atmosfera attorno ai poli formando una specie di anello, chiamato l’ovale aurorale. Questo anello è centrato sul polo magnetico (spostato di circa 11º rispetto dal polo geografico) ed ha un diametro di 3000 km nei periodi di quiete, per poi crescere quando la magnetosfera è disturbata. Gli ovali aurorali si trovano generalmente tra 60° e 70° di latitudine nord e sud.
ovale aurorale
L’aurora è formata dall’interazione di particelle ad alta energia (in genere elettroni) con gli atomi neutri dell’alta atmosfera terrestre. Queste particelle possono eccitare (tramite collisioni) gli elettroni di valenza dell’atomo neutro. Dopo un intervallo di tempo caratteristico, tali elettroni ritornano al loro stato iniziale, emettendo fotoni (particelle di luce). Questo processo è simile alla scarica al plasma di una lampada al neon.
I particolari colori di un’aurora dipendono da quali gas sono presenti nell’atmosfera, dal loro stato elettrico e dall’energia delle particelle che li colpiscono. L’ossigeno atomico è responsabile del colore verde (lunghezza d’onda 557,7 nm) e l’ossigeno molecolare per il rosso (630 nm). L’azoto causa il colore blu.
Forma delle Aurore La forma di un’aurora polare è molto varia.
Archi e brillanti raggi di luce iniziano a 100 km sopra la superficie terrestre e si estendono verso l’alto lungo il campo magnetico, per centinaia di chilometri.
Gli archi possono essere molto sottili, anche solo 100 metri, pur estendendosi da orizzonte ad orizzonte. Possono essere quasi immobili e poi, come se una mano fosse passata su una lunga tenda, iniziare a muoversi e torcersi. Dopo la mezzanotte, l’aurora può prendere una forma a macchie e ognuna delle macchie spesso lampeggia più o meno ogni 10 secondi fino all’alba.
La maggior parte della luce visibile in un’aurora è di un giallo verdognolo, ma a volte i raggi possono diventare rossi in cima e lungo il bordo inferiore. In occasioni molto rare, la luce del sole può colpire la parte superiore dei raggi creando un debole colore blu.
time-lapse di aurore riprese dall’Aurora Sky Station ad Abisko dove la nostra spedizione si troverà nel febbraio 2013
Ancora più raramente (una volta ogni 10 anni o più) l’aurora può essere rosso sangue da cima a fondo. Oltre a produrre luce, le particelle energetiche che formano l’aurora portano calore. Questo è dissipato come radiazione infrarossa o trasportato via dai forti venti dell’alta atmosfera.
Un aurora australe rossa-violacea nei pressi di Flinders in Australia
Il Sole è una stella con alcune caratteristiche molto variabili, che cambiano con periodi che vanno da poche ore a centinaia d’anni. La direzione del campo magnetico interplanetario, e la velocità e la densità del vento solare, dipendono tutte dall’attività del Sole. Possono cambiare drasticamente in poco tempo e influenzare l’attività geomagnetica. Quando questa aumenta, il bordo meridionale dell’atmosfera boreale si muove verso sud. Anche le emissioni di materia della corona solare causano ovali aurorali più grandi.
Una delle più spettacolari e rare aurore fotografate dall’Italia da Giuseppe Menardi con una digitale Canon EOS D60, obbiettivo Sigma 15 mm f/2,8 i dal Rifugio Scoiattoli sulle Dolomiti.
I disturbi della magnetosfera terrestre sono chiamati tempeste geomagnetiche.
Esse possono produrre cambiamenti improvvisi nella forma e nel moto dell’aurora, chiamati sottotempeste aurorali. Le fluttuazioni magnetiche di tutte queste tempeste possono causare disturbi alla rete di energia elettrica, a volte facendo guastare alcuni apparecchi e causando black out estesi. Possono anche influenzare il funzionamento delle radiocomunicazioni via satellite. Le tempeste magnetiche possono durare parecchie ore o anche giorni, e sottotempeste aurorali possono avvenire molte volte al giorno. Ogni sottotempesta genera centinaia di terajoule di energia, tanta quanta ne consumano gli interi Stati Uniti in dieci ore.
A volte, durante l’apparizione di un’aurora, si possono udire suoni che somigliano a sibili. Si tratta di suoni elettrofonici, un fenomeno che si può manifestare, sebbene molto più raramente, anche durante l’apparizione di bolidi. L’origine di questi suoni è ancora non chiara, si ritiene che sia dovuta a perturbazioni del campo magnetico terrestre locale causate da un’aumentata ionizzazione dell’atmosfera sovrastante.
Spesso l’ascolto di tali suoni è facilitato dalla presenza di oggetti metallici nelle immediate vicinanze del testimone.
Altra aurora verde con sfumature rossastre
Le aurore nel passato
Il 28 agosto 1859 vennero avvistate alcune aurore lungo una vasta area del territorio americano. Nei centri scientifici di tutto il mondo, la strumentazione subì forti e inspiegabili variazioni e correnti spurie si formarono nelle linee telegrafiche. Il giorno seguente, l’astronomo inglese Richard Christopher Carrington notò un gruppo di macchie solari di dimensioni insolitamente grandi, dal quale partiva un lampo di luce biancastra, che dopo qualche ora produsse una seconda ondata di aurore di grande intensità.
Con la “Grande Aurora” del 1859, i modelli di spiegazione dei fenomeni di attività solare evolvettero rapidamente e le antiche ipotesi di lampi ad alta quota, o di luce riflessa da iceberg vennero sostituite da quelle più attinenti agli eventi solari e alla perturbazione.
È stimato che tempeste di tale intensità capitino ogni 500 anni. L’ultimo evento di un’intensità pari alla metà di quella del 1859 è accaduto nel 1960 provocando interruzioni radio in tutto il pianeta. Gli esperti ritengono che i costi di una eventuale supertempesta potrebbero essere paragonabili a quelli di un grande terremoto, nel caso dovessero mancare le opportune contromisure, come procrastinare alcune attività delicate svolte dai satelliti, spostare le rotte aeree, individuare in anticipo gli elementi vulnerabili delle reti.
L’attività magnetica solare, e quindi anche la formazione di macchie solari, varia ciclicamente ogni undici anni.
Fonte : Wikipedia
Cosa accadrà quest’anno?
Nel mese di gennaio del 2008 è iniziato il nuovo ciclo e culminerà proprio quest’anno ( 2013 ) quindi è lecito attendersi nei prossimi mesi un notevole incremento nell’ attività aurorale, in particolare verso gli equinozi di Primavera e Autunno 2013, ma anche primavera 2014 quando il sole dovrebbe essere ancora molto attivo. Chiaramente bisognerà recarsi ad alte latitudini e nei mesi adatti, quando le ore di buio sono sufficienti e soprattutto presenti, non in estate quando abbiamo “il sole di mezzanotte”.
La nostra spedizione di Febbraio 2013 è ormai SOLD-OUT ma stiamo preparando una seconda spedizione per Febbraio-Marzo 2014.
Se siete interessati alla preiscrizione fateci sapere:
Ferruccio Zanotti 338/4772550 Massimiliano Di Giuseppe 338/5264372
Il Sole è la stella del sistema solare, attorno alla quale orbitano gli otto pianeti principali (tra cui la Terra), i pianeti nani, i loro satelliti, innumerevoli altri corpi minori e la polvere diffusa per lo spazio, che forma il mezzo interplanetario. La massa del Sole, rappresenta da sola il 99,9% della massa complessiva del sistema solare.
Il Sole in luce H-alpha
Il Sole è una stella di dimensioni medio-piccole costituita essenzialmente da idrogeno (circa il 74% della sua massa, il 92,1% del suo volume) ed elio (circa il 24-25% della massa, il 7,8% del volume), cui si aggiungono altri elementi più pesanti presenti in tracce.
È classificata come una nana gialla con una temperatura superficiale di 5 504 °C, ma il termine è ingannevole avendo un colore bianco estremamente intenso e cromaticamente freddo, che può apparire giallognolo, a causa dell’atmosfera terrestre, in ragione dell’elevazione dell’astro sull’orizzonte e della limpidezza atmosferica;il Sole, è in una lunga fase di equilibrio stabile in cui l’astro fonde, nel proprio nucleo, l’idrogeno in elio.
Tale processo genera ogni secondo una grande quantità di energia emessa nello spazio sotto forma di radiazioni elettromagnetiche (radiazioni solari), flusso di particelle (vento solare) e neutrini.
La radiazione solare, emessa fondamentalmente come luce visibile ed infrarossi, consente la vita sulla Terra fornendo l’energia necessaria ad attivare i principali meccanismi che ne stanno alla base, inoltre l’insolazione della superficie terrestre regola il clima e la maggior parte dei fenomeni meteorologici.
Una caratteristica della nostra stella sono le macchie solari, regioni della superficie del Sole distinte da una temperatura minore rispetto l’ambiente circostante, e da forte attività magnetica. Anche se in realtà le macchie solari sono estremamente luminose, perché hanno una temperatura di circa 4000 °C, il contrasto con le regioni circostanti, ancora più luminose e calde, le rende visibili come macchie scure.
L’attività solare è ciclica e viene misurata in base al numero di macchie solari che compaiono sulla superficie. Quando la superficie solare mostra un ampio numero di macchie, il Sole sta attraversando una fase di maggior attività ed emette maggior energia nello spazio circostante.
Il ciclo solare è il periodo , lungo in media 11 anni, che intercorre tra un periodo di minimo dell’attività solare ( quando possono passare anche settimane intere senza che sia visibile alcuna macchia sul disco del Sole ) e il successivo minimo. La lunghezza del periodo non è strettamente regolare ma può variare tra i 10 e i 14 anni.
Galileo Galilei è stato tra i primi ad osservare le macchie solari con il suo telescopio nel 1610, ma i cicli solari iniziarono ad essere conteggiati attraverso il numero delle macchie dal 1755 e quest’anno ( 2013 ) siamo nel 24°ciclo, quando dovrebbe essere raggiunto il picco dell’attività solare.
macchie solari
Durante il massimo solare, le linee del campo magnetico all’interno del sole, sono maggiormente distorte dalla rotazione differenziale (l’equatore ruota più velocemente dei poli) ed emergono dalla superficie creando, non solo, notevoli gruppi di macchie solari, ma anche grandi protuberanze e a volte enormi esplosioni ( brillamenti ) , con espulsioni di massa coronale . Queste emissioni di particelle cariche, a volte sono dirette verso la Terra e creano periodi favorevoli per l’osservazione delle aurore polari.
Se l’eruzione solare è molto forte, la radiazione emessa può danneggiare satelliti, mettere in crisi i GPS, e causare black-out nell’erogazione della corrente elettrica, come è già successo in passato.
In ogni caso l’intensità raggiunta non è la medesima ad ogni ciclo e il massimo solare di quest’anno potrebbe risultare particolarmente debole, addirittura il più tranquillo degli ultimi 100 anni.
previsione massimo solare 2013
Il numero di macchie solari, ad oggi si è mantenuto relativamente basso, e anche le emissioni radio, note come indice dell’ attività solare, sono molto contenute.
il Sole è ancora tranquillo ma è da tenere d’occhio, il picco sarà raggiunto nei prossimi mesi ( forse in autunno ) e tempeste solari sono sempre in agguato.
In ogni caso possiamo dormire sonni tranquilli, la vita sulla Terra , ha un formidabile schermo protettivo formato dall’atmosfera e dal campo magnetico terrestre che ci protegge dalla radiazione elettromagnetica e particelle cariche in eccesso provenienti dalla nostra stella.
Piuttosto è il periodo giusto per recarsi ad alte latitudini ad osservare uno dei più grandi spettacoli della natura, le aurore polari.
Si dice che fra i fenomeni più spettacolari in natura ci siano le aurore polari, le eclissi totali di sole, le grandi comete, e le tempeste di meteore.
Essendo in preparazione le prossime spedizioni alla ricerca dei cieli più incontaminati e dei fenomeni più emozionanti, eccovi un sondaggio dove potrete esprimere il vostro parere.
Oppure se avete suggerimenti, commentate a piacimento.
prima di visionare i filmati accendete l’audio del PC 😉
timelapse di aurore effettuato durante la nostra spedizione in Islanda:
La cometa ISON non è sopravvissuta al passaggio ravvicinato al Sole, purtroppo si è disgregata in una nuvola di detriti:
Ma possiamo consolarci con la cometa C/2013 R1 Lovejoy visibile al mattino sotto la soglia della visibilità ad occhio nudo fino a metà dicembre e probabilmente fino alla fine del mese ( meglio con un piccolo binocolo), osservando sotto un cielo limpido e buio:
Foto di Norbert Mrozek effettuata il 6 dicembre da Cruis-Francia
mappa di visibilità della cometa Lovejoy fino al 14 dicembre tratta dal sito http://www.astronomy.org
Il 2013 potrebbe concludersi con una grande cometa, una “sungrazing” ovvero un particolare tipo di comete che letteralmente sfiorano il sole, rischiando altamente di venire completamente vaporizzate.
La scoperta della cometa è stata effettuata dagli astronomi Vitali Nevski e Artyom Novichono il 21 settembre 2012, entrambi lavorano all’International Scientific Optical Network ( ISON ) in Russia.
Al momento della scoperta la cometa si trovava a circa 615 milioni di km di distanza dal Sole, ovvero poco oltre l’orbita di Giove.
La sigla C/2012 S1 ISON, deriva da: C in quanto non periodica ( non farà altri passaggi attorno al solo ), 2012 ovvero scoperta in tale anno, S1 ovvero prima cometa scoperta nella seconda metà del mese di settembre, ISON scoperta nel corso del programma di ricerca ISON, sigla per International Scientific Optical Network.
orbita della cometa C2012-S1
Questa cometa, come le altre provenienti dal grande serbatoio di comete “inattive” che avvolge il sistema solare ( Nube di Oort ) pare al suo primo passaggio vicino al sole, quindi potrebbe essere ancora ricca di polveri e gas non avendo subito stress gravitazionali né shock termici da parte della nostra stella.
Cometa McNaught
una nostra spedizione per l’osservazione e fotografia delle cometa McNaught nel dicembre del 2007:
La ISON potrebbe essere per magnitudine paragonabile alla cometa McNaught del 2007, o alla cometa Lovejoy del 2011. Nelle ore attorno al passaggio al perielio la cometa dovrebbe raggiungere secondo le ultime stime una magnitudine di -4,5, quindi piuttosto al di sotto delle ottimistiche previsioni iniziali che la davano addirittura di -13!
simulazione cometa ISON per il 29 novembre al tramonto, la lunghezza e forma della coda è del tutto arbitraria
Al perielio, il 28 novembre 2013 la cometa arriverà a 1,2 milioni di km) dalla superficie del nostro sole. Questo passaggio ravvicinato potrebbe completamente distruggere la cometa.
Se passera indenne, potrebbe diventare luminosa e sviluppare una lunga coda, si potrebbe anche tentare di osservarla di giorno, anche se l’impresa srà piuttosto difficile vistra l’estrema vicinanza al sole.
L’asteroide 2012 DA14, scoperto lo scorso 23 Febbraio 2012 dall’Osservatorio di Maiorca ad una distanza di 2,5 milioni di chilometri, transiterà nei pressi della Terra il prossimo 15 Febbraio 2013 alle 20:26, ad un distanza astronomica molto ravvicinata.
La roccia spaziale, classificata come asteroide near-Earth, ha un diametro di 57 metri esecondo gli ultimi calcoli, non pone alcun rischio di impatto.
Transiterà a soli 20 mila chilometri, che significa che sfreccerà sotto i satelliti in orbita geostazionaria sopra l’equatore. L’asteroide orbita intorno al Sole in 366 giorni circa, un solo giorno in più rispetto alla rivoluzione del nostro pianeta, transitando accanto alla Terra due volte all’anno.
“La sua orbita lo farà avvicinare a non più di 3,2 raggi terrestri – dicono i ricercatori del Near-Earth Object Program Office presso ilJet Propulsion Laboratory di Pasadena in California. Quindi, facendo un semplice e rapidissimo calcolo, considerando che un raggio terrestre è di circa 6378 chilometri all’equatore, la roccia spaziale transiterà a circa 20.406 chilometri dal nostro pianeta.
L’asteroide ha una massa di circa 120.000 tonnellate e durante il suo massimo avvicinamento brillerà come una stella di magnitudine 6-7 che attraverserà il cielo da sud-ovest verso nord-est ad una velocità di quasi un diametro lunare al minuto.
L’asteroide non sarà visibile ad occhio nudo a causa delle sue ridotte dimensioni, ma per vederlo come un punto luminoso nel firmamento occorrerà un semplice binocolo.
l’asteroide passera al di sotto dell’orbita dei satelliti geostazionari
Come detto non sussiste alcun motivo di preoccupazione nonostante una distanza astronomica relativamente piccola al suo passaggio, ma in futuro potrebbe divenire un oggetto da tenere sotto controllo. Nel suo passaggio ravvicinato del 2013 infatti, la forza mareale terrestre varierà il suo percorso, aumentando le possibilità di un potenziale impatto futuro.
Nonostante questo, la probabilità che ci colpisca tra il 2026 ed il 2069 è stimata intorno allo 0.033% (vale a dire una probabilità su 3.030). Più che una minaccia, la roccia spaziale aiuterà a determinare se la traiettoria possa essere influenzata dalla forza gravitazionale della Terra e della Luna, e fornirà un buon test, inoltre, in attesa di Apophis, l’asteroide di 270 metri che avrà un incontro ravvicinato con la Terra nel 2029.
Le comete un tempo erano scoperte visualmente, spesso erano astrofili con grossi binocoli, a “zigzagare” al tramonto, alla ricerca di quel piccolo batuffolo di luce, la chioma di una cometa in avvicinamento che avrebbe preso il nome dello scopritore.
Cometa Hale Bopp
Come con la grande cometa del 1997, la Hale-Bopp , scoperta indipendentemente da Alan Hale e Thomas Bopp, quest’ultimo un amatore americano intento nell’osservare nebulose e ammassi stellari con il suo telescopio in una serata fra amici, quando vide un qualcosa che non doveva esserci, le mappe non riportavano nulla, scopri una delle comete più spettacolari del secolo scorso, quando ancora si trovava ad una distanza superiore a quella di Giove dal Sole.
Oggi gli astrofili fanno fatica a competere con i sistemi di ricerca automatica come Pan-STARRS ( Panoramic Survey Telescope & Rapid Response System ) che il 24 maggio 2011 ha scoperto una cometa non periodica ( tornerà fra 110.000 anni ) La C/2011 L4 (PANSTARRS), una cometa che promette per Marzo-Aprile un grande spettacolo ( anche se questi astri chiomati sono spesso imprevedibili ).
La cometa dovrebbe divenire visibile ad occhio nudo, raggiungendo la magnitudine apparente di 0.5, diventando così una delle due grandi comete del 2013 (l’altra è la Ison, in arrivo per novembre ). La massima luminosità sarà raggiunta tra il giorno prima e quello successivo al passaggio al perielio ( il punto più vicino al Sole ).
Sarà ben visibile dall’Italia, alla sera subito dopo il tramonto, in un periodo circa compreso tra il 9 marzo fino a metà aprile 2013 (tanto da aver già preso il soprannome di cometa di Pasqua), poi si allontanerà rapidamente dal Sole.
La sera dell’8 marzo forse riusciremo a dare il primo sguardo alla cometa se la luminosità sarà quella prevista o migliore:
cometa Pan-STARRS al tramonto dell’8 marzo
La sera successiva il 9 marzo la cometa sarà posizionata leggermente meglio, ma teniamo presente che il cielo sarà ancora chiaro, e la cometa potrebbe ancora essere difficile da vedere, tutto dipende da quanto è luminosa, sicuramente un binocolo aiuterà nella ricerca ( la lunghezza della coda è del tutto indicativa, non è possibile prevederne il reale sviluppo ).
il 9 marzo
Il 10 marzo il giorno della massima vicinanza al sole e massima luminosità ( ad oggi 16 gennaio prevista di +0.5 )
il 10 marzo
Il 10 marzo si presenta una prospettiva interessante, se la Pan-STARRS svilupperà una coda notevole, potremmo vederla spuntare dall’orizzonte dopo il tramonto del sole, anche con un cielo ancora relativamente chiaro.
la coda potrebbe emergere dall’orizzonte
come avvenuto con la cometa Lovejoy:
la coda della cometa Lovejoy
La sera del 13 ( la cometa sarà ancora di mag. 0.7 ), la Luna si unisce al gruppo. Se la coda si svilupperà a dovere , una sottilissima falce di Luna potrebbe stagliarsi al di sopra, Marte sarà visibile anche se molto basso. Potrebbe essere un quadretto spettacolare con la cometa e la Luna vicini all’orizzonte, il pianeta Giove in alto alla loro sinistra e le stelle del gigante Orione a dominare su tutto.
15 febbraio, l’asteroide 2012 DA14, una quarantina di metri di diametro, si troverà a una distanza di 21 000 chilometri dalla superficie terrestre, uno dei massimi avvicinamenti in assoluto per oggetti di questo diametro! Se i dati orbitali sono esatti (stiamo parlando di una montagna volante scoperta soltanto un anno fa), l’asteroide attraverserà velocissimo i cieli di Asia e Europa con una magnitudine +6/+7 ( al limite della visibilità ad occhio nudo, ma visibile++ agevolmente con un binocolo ) spostandosi di un diametro lunare al minuto!
cometa Lovejoy
attorno alla metà di marzo dovrebbe entrare in scena la Pan-STARRS, la prima delle due comete che promette spettacolo, che nei giorni immediatamente precedenti il passaggio al perielio risalirà velocemente dalle costellazioni della Gru e dello Scultore per tuffarsi nei Pesci, laddove aumenterà rapidamente di magnitudine ed effettuerà il giro di boa intorno al Sole. Come abbiamo già detto altre volte, per quella data la Pan potrebbe raggiungere una magnitudine negativa, fino al punto di diventare una seconda Hale-Bopp o addirittura una nuova Lovejoy, anche se sarà molto bassa sull’orizzonte ovest; comunque facile da osservare ad occhio nudo circa 20-30 minuti dopo il tramonto, non più alta di 5-6° sull’orizzonte. Nei giorni a seguire l’elongazione aumenterà sempre di più, assicurando però delle osservazioni molto più comode.
eclisse lunare di penombra
la sera del 25 aprile, appuntamento con una Eclisse lunare di penombra, con solo una piccolissima frazione interessata dall’ombra.
fine maggio congiunzione Venere, Giove e Mercurio darà invece spettacolo la sera sull’orizzonte ovest, con i primi due che si avvicineranno fino alla distanza di 1°.
Venere-Regolo
22 Luglio, altra congiunzione serale, poco più di 1° ( due lune piene ) la distanza angolare che separerà Venere da Regolo ( la stella principale del Leone ).
Marte nel Presepe
8 settembre Marte immerso tra le stelle del Presepe, ammasso stellare del Cancro.
tra il 18 e il 19 settembre Eclisse lunare di penombra
eclisse totale
il 3 novembre l’Eclisse Ibrida di Sole in Africa ( totale in Uganda e Kenia ) sarà per le estreme regioni meridionali italiane l’occasione per osservare una piccolissima eclisse parziale.
Cometa McNaught
E novembre, sarà il mese proprio della cometa “epocale” che stavamo aspettando da tempo: la C/2012 S1 (ISON), che potrebbe raggiungere un picco di mag. –13 al suo perielio (quando, osservata da terra, la sua distanza angolare dal Sole sarà però solamente di un grado); la visibilità a occhio nudo potrebbe estendersi da inizio novembre 2013 fino alla prima settimana del 2014.
Il 26 novembre, Saturno e Mercurio sorgeranno insieme, separati soltanto di 23 primi d’arco.