

Street food, spettacoli, musica e astronomia al parco di Villa Zara a Torre San Patrizio.
Tutta la bellezza della natura, circondati da un panorama mozzafiato.
L’evento, permetterà ad adulti e bambini di immergersi nell’affascinante mondo dell’astronomia e di vivere due serate all’insegna della scoperta del cielo e delle emozioni.
In particolare, sotto la cupola gonfiabile del Planetario, adulti e bambini potranno scoprire pian piano una costellazione, attraverso il racconto delle caratteristiche degli interessanti e curiosi oggetti celesti che ne fanno parte, abbinato alla proiezione di foto astronomiche spettacolari e di video immersivi a 360 gradi.
Un Planetario digitale con proiettore all sky– effetto 3D in grado di simulare fino a 120.000 stelle all’interno di una cupola gonfiabile di 4,40 mt. di diametro in grado di contenere 25 posti a sedere.
Uno spettacolo multimediale di astronomia, due serate ad osservare a occhio nudo e al telescopio tutti gli oggetti celesti visibili, con gli esperti operatori dell’Associazione Astrofili
Spettacoli musicali, laboratori artistico creativi per bambini e famiglie, due notti in compagnia delle stelle con gli astrofili e i loro telescopi.
Per Maggiori informazioni:
https://www.facebook.com/events/3230654333838020?ref=newsfeed
di Massimiliano Di Giuseppe
Esploriamo l’Universo, in collaborazione con “Columbia Optics”, nella tarda primavera 2021 ha costruito ed installato il Planetario di Matera presso il principale centro operativo dell’ASI ( Agenzia Spaziale Italiana ) ” Giuseppe Colombo”. Un’opera prestigiosa in un prestigioso centro scientifico dedicato al Telerilevamento e Tracciamento satelliti e detriti spaziali, nonchè alle Telecomunicazioni Quantistiche, la metrologia del tempo e delle frequenze.
Tutto ha inizio nell’Aprile 2021, quando io e Ferruccio Zanotti veniamo convocati da Michele Bonadiman della Columbia Optics, presso la sua Officina-Laboratorio di S.Maria Maddalena (RO).
Michele ( ex presidente del Gruppo Astrofili Columbia ) da diversi anni si è dedicato alla costruzione di Planetari fissi e Osservatori astronomici in Italia e all’estero e vista la scarsa se non nulla attività dei nostri Planetari itineranti negli ultimi due anni causa Covid, ci chiede se potremmo essere interessati alla realizzazione di un planetario fisso con cupola da ben 10m di diametro destinato alla città di Matera. Si tratta di un lavoro piuttosto impegnativo, una vera e propria attività di metalmeccanica di precisione, ma la cosa non ci spaventa vista l’esperienza con la costruzione di cupole itineranti, per cui accettiamo la proposta.
In breve prendiamo confidenza con gli attrezzi, i ferri da calandrare, le lamiere da bombare e rivettare nel vasto laboratorio. I lavori procedono quindi alacremente e facciamo conoscenza con gli altri “operai spaziali” che da anni lavorano nella Columbia Optics: Antonello Canale detto “Tano”, “Franz”, il colombiano Francisco Mejia detto “Pacho” e Leo Fabbri, il camionista con gru, essenziale per i lavori a Matera.
Piccola parentesi, proprio dal laboratorio di S.Maria Maddalena, il 10 Giugno osserviamo l’eclisse parziale di sole, prontamente fotografata da Ferruccio. La copertura lunare è di appena l’1,8%, una leggera intaccatura al bordo nord-est del disco solare, ma comunque ben visibile e suggestiva. Certo ben altra cosa sarebbe stata l’osservazione dell’anularità dalla Groenlandia, ma in tempi di Pandemia tutto ciò non è possibile e ci si deve accontentare…
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4 giorni dopo siamo in partenza per Matera con 2 camion più minivan da 7 posti ed il gruppo montatori al completo ed in serata arriviamo alla splendida città lucana già vista dal sottoscritto in occasione di un’iniziativa col planetario itinerante a Potenza nel Dicembre 2011 e durante una vacanza famigliare nel Luglio 2012, ma sempre affascinante.
Dopo un meritato riposo all’Hotel S.Domenico, proprio in centro città, la mattina del 15 Giugno ci allontaniamo da Matera di una decina di km per arrivare alla località di Terlecchia nel lembo occidentale dell’altopiano delle Murge e ci appaiono dal nulla le cupole e le parabole bianche dell’avveniristico Centro Spaziale, che si estende su una superficie di 55.000m2 con 8 antenne operative e circa 105 addetti. Scesi dall’auto, un solerte guardiano ci chiede i documenti, Pacho li raccoglie e io mi soffermo sotto il cartello all’ingresso del centro, dedicato a Giuseppe “Bepi” Colombo, scienziato padovano che ha dato un contributo importantissimo alle missioni della Nasa negli anni ’70. Tra l’altro proprio in questo momento una sonda che porta il suo nome è in rotta verso il misterioso pianeta Mercurio…
Il Centro Spaziale di Matera, operativo dal 1994, nasce come parte della rete nazionale e internazionale di centri e teleporti operati da Telespazio. È adiacente al Centro di Geodesia Spaziale dell’ASI, inaugurato nel 1983 intitolato invece a Rocco Petrone e “alla sua straordinaria avventura dalla Basilicata alla Luna”. Petrone, figlio di emigranti lucani negli USA, fu direttore delle missioni Apollo che portarono l’uomo sulla Luna. Poco oltre lo stabile del guardiano sorge una cupola che ospita l’MLRO (Matera Laser Ranging Observatory) , un telescopio di 1,5 metri di diametro, che utilizzando un sistema di telemetria laser, è in grado di determinare le orbite esatte di satelliti artificiali, ricavare misure geodetiche ad alta precisione e controllare i detriti potenzialmente pericolosi per la Stazione Spaziale.
Il potente e verde raggio laser, raggiunge periodicamente anche il suolo lunare sul quale sono stati posizionati alcuni retro riflettori nel corso delle missioni Apollo e in seguito, dalle missioni robotiche sovietiche Lunokhod. Viene anche utilizzato per le Telecomunicazioni quantistiche. Un accurato controllo della nostra temperatura in ottemperanza alle misure anti-Covid e uno stop alla telecamera per il riconoscimento facciale e possiamo entrare. Passiamo di fianco ad una gigantesca parabola di 20 m che costituisce un radio-interferometro su lunga base o VLBI, un radiotelescopio utilizzato per misure geodetiche tramite l’osservazione di sorgenti remote quali i Quasar. Ci guardiamo intorno a bocca aperta, mentre continuiamo ad avanzare tra parabole grandi e piccole, sembra di essere nel bel mezzo del film “Contact” con Jodie Foster. Si scattano le doverose foto di gruppo… Raggiungiamo così un gigantesco stabile vuoto accanto ad uno dei radar, è in ristrutturazione e diventerà un centro visite, una vera e propria Cittadella della scienza, è lì che edificheremo il Planetario!
La giornata è fresca e ci mettiamo subito al lavoro scaricando il pesante materiale e gli attrezzi che sembrano non finire mai cercando di non intralciare la ditta edile che sta ultimando pareti e pavimenti. Facciamo entrare il camion di Leo che con la gru inizia a posizionare i famigerati “Piloni”, colonne di metallo nere di diversa altezza, che dovranno sostenere un gigantesco anello inclinato, che a sua volta sosterrà la cupola. Più facile a dirsi che a farsi! Tuttavia dopo un buon numero di trapanate e messe in bolla su precisi calcoli di Michele la selva di colonne è pronta e noi siamo pronti ad andare a pranzo di nuovo a Matera in un’onesta pizzeria in centro, affacciata proprio ai famosi”Sassi”, per la precisione al “Sasso Barisano”, sempre stupefacente nel cielo blu di una giornata limpidissima.
Il secondo giorno si inizia a pensare a come sollevare e posizionare il gigantesco anello che lentamente sta prendendo forma, la gru di Fabbri non sembra sufficiente e iniziamo a prendere in considerazione il faraonico montacarichi che incombe dal soffitto di questa specie di hangar. Intervistiamo gli operai della ditta edile napoletana e la cosa sembra fattibile, bisogna solo risolvere un problema elettrico brillantemente affrontato da Michele. A pranzo questa volta siamo ammessi alla vicina mensa del centro spaziale, cosa che faremo anche i giorni successivi e ci sediamo assieme ad importanti ricercatori e scienziati, serviti da un preciso cameriere.
Sulle pareti della sala e lungo i corridoi osservo le foto che elencano le ricerche di punta che qui si effettuano: tra queste la gravimetria con i dati raccolti da COSMO-SkyMed (Constellation of Small Satellites for Mediterranean basin Observation) che osservano la deformazione tettonica della crosta terrestre, in particolare nel bacino del Mediterraneo, la rotazione della Terra e la variazione del suo campo gravitazionale. Nel 2004, ad esempio si mise in evidenza un piccolo ma significativo spostamento dell’asse terrestre in concomitanza con il terremoto di Sumatra.
Il Centro di Controllo della costellazione si trova presso il Centro Spaziale del Fucino (L’Aquila) della Telespazio ( visitato dal sottoscritto nel 2012 in occasione di un’iniziativa col planetario gonfiabile presso il vicino centro commerciale “I Marsi”), mentre il Centro Spaziale di Matera è responsabile dell’acquisizione, dell’archiviazione, del processamento e della distribuzione dei dati rilevati dai satelliti, per applicazioni civili.
ROSA (Radio Occultation for Sounding the Atmosphere) invece si dedica allo studio del cambiamento climatico attraverso la tecnica della Radio Occultazione così come PRISMA (PRecursore IperSpettrale Missione Applicativa). Il CGS di Matera è anche uno dei nodi della rete INRIM (Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica) dedicata alla sincronizzazione su fibra ottica di standard di frequenza atomici, per esperimenti legati alla metrologia del tempo e delle frequenze con applicazioni alle telecomunicazioni quantistiche ed alla geodesia spaziale.
Non c’è che dire, veramente un fiore all’occhiello per la scienza italiana! E per rimanere in tema di patriottismo la sera dopo cena, assistiamo in albergo alla partita di calcio Italia Svizzera, valevole per il campionato Europeo, vinta dalla nazionale azzurra per 3 a 0! Il 17 Giugno, in contemporanea col lancio di un Falcon 9 di SpaceX, issiamo il gigantesco anello con il montacarichi posizionandolo delicatamente sui piloni e per festeggiare l’avvenimento Michele ci porta a cena in una suggestiva locanda in mezzo ai “Sassi”. Matera, che che nel 2019 è stata dichiarata”Città della Cultura” dall’Unesco, è tirata decisamente a lucido e i prossimi giorni ospiterà addirittura il G20! Il 18 i lavori proseguono con il posizionamento delle lamiere microforate sui pesanti telai ed il 19 ci trasferiamo dall’hotel S.Domenico al Residence Matera, a 2 passi dal Sasso Caveoso, con l’impressionante canyon sul torrente Gravina, veramente magnifico al mattino durante la colazione all’aperto!
Nel frattempo ci salutano Leo Fabbri e Tano, che tornano verso Ferrara per precedenti impegni e riceviamo invece la visita di Sandra, moglie di Michele e del gatto al guinzaglio Gorbaciov, un gatto che crede di essere un cane e meraviglia tutti i passanti. Il pomeriggio del 22, mentre siamo ancora al lavoro, ascoltiamo alla radio la partita Italia-Galles, vinta ancora una volta 1-0 dalla squadra italiana, consentendoci l’ingresso agli ottavi!
I giorni successivi Iniziamo ad issare col montacarichi i primi spicchi completi di lamiere sull’anello, operazione laboriosissima che richiede 2 impalcature e tutto l’ingegno e la pazienza di cui siamo dotati, ma ci rifacciamo con abbondanti cene presso ristorantini tipici che ci raccontano di aver ospitato anni fa Mel Gibson e Monica Bellucci durante le riprese del film “La passione di Cristo”.
Dopo aver posizionato 5 spicchi sull’anello, la mattina del 26 Giugno torniamo tutti a Ferrara, causa blocco delle attività a Matera per il G20, spetterà a Michele, Pacho e Ferruccio, terminare la monumentale opera nei giorni successivi con grande fatica ma anche grande soddisfazione, che si unisce a quella dell’Italia Campione d’Europa!