PORDOI 1997: la magnifica cometa Hale Bopp!
di Massimiliano Di Giuseppe
Tutto inizia il venerdì 7 Giugno 1996, nel corso di una serata di routine di apertura al pubblico dell’osservatorio Paolo Natali di Ostellato (FE), l’osservatorio sociale del gruppo Astrofili Columbia di Ferrara… La sera pur con una debole foschia, sembra adatta alla ricerca di oggetti esigui del profondo cielo, ma per accontentare il pubblico le osservazioni vengono limitate agli oggetti più luminosi e spettacolari della volta celeste. Quando verso mezzanotte la maggior parte degli ospiti defluisce e rimangono solo i più stoici e Matteo Stabellini detto “Jester”del Columbia che mi aveva accompagnato, decido di tentare l’osservazione della famosa cometa Hale Bopp, una cometa di cui si parla da un anno, dal momento cioè della sua scoperta.
La cometa, secondo le previsioni dovrebbe diventare luminosissima tra 9 mesi, alla fine di Marzo durante il suo perielio, possiede infatti un nucleo considerevole ( 40 Km ) e ha mostrato una forte produzione di poveri già al momento della sua scoperta, quando si trovava ancora oltre l’orbita di Giove…In teoria questa sera la cometa dovrebbe essere ben visibile al nostro Newton da 45 cm essendo prevista di magnitudine 6,7, ovvero alla portata di un binocolo. Subito tra il pubblico si crea un’attesa spasmodica e quando la inquadro nel cercatore come una macchia sfumata nel Sagittario, poco a nord di Giove, un urlo di Jester in quel momento sulla scala all’oculare del Newton fa tremare la cupola..!
Emozionato mi avvicino anch’io e lì ogni dubbio residuo che si tratti proprio della Hale Bopp scompare. All’oculare da 25 mm appare in tutto il suo splendore: le dimensioni sono medio-piccole tuttavia si riconosce la chioma appuntita e una coda a ventaglio già ben sviluppata. Inoltre facendo attenzione si può notare una pronunciata curvatura della chioma stessa che la fa somigliare ad una galassia a spirale. Effettuo un disegno, a testimoniare la storica osservazione: sarà la prima di una serie memorabile di notti con la cometa del secolo…! La seguiamo infatti nei mesi successivi ogni volta che il cielo lo consente, controllando la sua promettente evoluzione fino a fine Novembre, quando a causa della congiunzione col sole diventa impossibile osservarla, occorrerà attendere il mese di febbraio perché sia di nuovo visibile questa volta prima dell’alba.
Dopo un lungo silenzio, una nuova occasione sembra presentarsi il 14 Febbraio 1997, un venerdì, quando Il cielo si presenta dopo un lungo periodo di nebbie, foschie e nuvole, finalmente limpidissimo. La cometa è ormai giunta ad una magnitudine considerevole ( attorno alla 0) e la Luna al Primo Quarto non ne ostacolerà la visione dal momento che la cometa sorge prima dell’alba, quando ormai il nostro satellite è da tempo tramontato. Negli ultimi giorni tra l’altro si è ravvivato notevolmente l’interesse per questo oggetto che sembra rispettare se non superare le più rosee previsioni. Una delegazione composta oltre che dal sottoscritto, anche da Ferruccio Zanotti, Alessandro Farinelli detto Faro, Michele Bonadiman, Jester e Massimo Riccardi si era recata qualche settimana fa all’osservatorio di Cavezzo in provincia di Modena.

A sinistra, Rodolfo Calanca

Il Planetario itinerante a Cavezzo (MO)
Qui abbiamo fatto conoscenza con Rodolfo Calanca, il direttore dell’osservatorio, che dopo aver visionato e soppesato i progetti ottici di Massimo e Michele e parlato del nostro nuovo planetario itinerante con cupola in metallo che verrà montato lì il mese successivo, ci ha portato nella stanza dei computer mostrandoci soddisfatto l’ultima immagine della Hale Bopp ripresa con un CCD ed elaborata per evidenziarne i dettagli. La sorpresa è forte e lui steso ci dice come fosse impressionante nonostante la bassa altezza sull’orizzonte in mezzo alle brume. Oltre alla notevole luminosità ed alla struttura a ventaglio , sono visibili tantissimi particolari, fra cui un’inedita anticoda!
Questi risultati vengono poi presentati qualche giorno dopo ai soci del Columbia nel corso di una conferenza tenuta da me e Ferruccio ed in molti nasce il desiderio di osservare di persona questo portentoso oggetto. Si giunge quindi al venerdì 14 Febbraio, in cui viene presa una drastica decisione: alzarsi prima dell’alba e recarsi alle Vallette di Ostellato al nostro osservatorio per tentare un’osservazione. Alle ore 3.00 di sabato 15 Febbraio Ferruccio e Jester mi prelevano da casa dopo una breve notte di dormiveglia e si parte per l’avventura…Il cielo tuttavia è assai peggiorato rispetto a qualche ora prima e il nostro entusiasmo cala progressivamente, addirittura banchi di nebbia compaiono dal nulla!
Matteo da un colpo di telefono a Gianluca Sorrentino detto Giangi, il quarto temerario che attende il nostro arrivo accanto all’osservatorio ormai da un’ora. Le sue parole ci paiono prive di senso: egli afferma infatti che il cielo lì è limpidissimo. Arrivati sul posto notiamo un cielo estremamente mediocre in via di peggioramento… Marte ogni tanto spunta dalle nuvole e dalle nebbie, per cui decidiamo di puntarlo col 45 cm dell’osservatorio, con la speranza che la variabilità del clima ci mostri tra uno squarcio e l’altro la sospirata cometa. Marte è in un periodo di opposizione e ci mostra le calotte polari e la Sirtys Maior, una zona più scura che divide quasi a metà il pianeta rosso. La nebbia ormai si fa densa, siamo infatti a 4m sotto il livello del mare ( l’osservatorio più basso d’Italia!), il cielo è coperto e solo Vega ogni tanto emerge dallo squallore.

L’interno dell’osservatorio Paolo Natali di Ostellato (FE)
L’unico a mostrare ottimismo è Ferruccio , che continua a monitorare le nuvole mentre il resto del gruppo pensa ormai solo alla colazione. Il freddo ci induce a rintanarci nella macchina di Giangi e finalmente anche Ferruccio si decide a mettere una pietra sopra alla sfortunata serata osservativa. Dopo un’abbondante colazione a base di bomboloni e paste varie ci salutiamo pronti a ripetere l’impresa in caso di tempo stabile.
Arriviamo a domenica 16 Febbraio. E’ ormai una consuetudine che la domenica mattina ci si rechi sempre alle Vallette a colloquio col direttore dell’agriturismo Enzo Fuschini, per discutere di un ambizioso e spettacolare progetto del Columbia: la realizzazione dello Star Party CielOstellato, nel periodo fra Giugno e Luglio di quest’anno. Il comitato organizzatore è composto da me Ferruccio, Arianna e Michele. Un impegno non semplice ma che speriamo porti a un bel risultato. Sulla strada del ritorno io e Ferruccio più che i numerosi problemi organizzativi, siamo assorti ad osservare la limpidezza del cielo, veramente eccezionale. Alla sera, dopo uno spettacolare tramonto decidiamo di ripetere l’impresa, ma come misura precauzionale concordiamo tuttavia di non muoverci se il cielo fosse peggiorato nel corso della notte.
Alle ore 3.45 la sveglia suona e mi richiama dall’oltretomba, con passo incerto do un’occhiata fuori dalla finestra e vedo qualche stella qua e là. Bene, penso, questa volta ci siamo! Indosso l’attrezzatura invernale , guardo l’orologio e penso che ormai Ferruccio e Jester dovrebbero essere arrivati. Per curiosità esco in cortile e come un incubo mi si ripresenta l’orrendo spettacolo di un cielo velato-nebbioso-nuvoloso. Mestamente me ne torno a letto…La via della scienza è spesso contrassegnata da sconfitte e da momenti di sconforto, l’importante è perseverare con determinazione, provando e riprovando…
Così decido di fare…Il giorno 17 si presenta di nuovo con un bel cielo limpido, le previsioni sono come al solito ridicole e contraddittorie, per cui decido di riprovare la mattina dopo rimanendo però a casa, le osservazioni le farò dal cortile con il telescopio Tansutzu 114/1000. Alle ore 5.15 di martedì 18 Febbraio anticipo addirittura la sveglia spegnendola qualche secondo prima del fastidioso trillo, scendo le scale e finalmente dal finestrone le stelle brillano in tutto il loro splendore. Esco fuori ed ecco la cometa…! Devo dire che la prima impressione è stata di disorientamento. Ricordandomi l’aspetto della cometa Hyakutake, che ha dato spettacolo lo scorso anno, ero pronto a vedere una chioma sfumata con una luminosità diffusa, invece niente di tutto questo, la Hale Bopp si presenta al mio occhio come una stella luminosissima, tanto da confonderla con Altair, poco distante.
Ancora pietrificato dallo stupore metto mano al binocolo e la punto. Nel campo dello strumento si forma un’immagine spettacolare pur non essendo un gran binocolo e pur osservando dal centro della città, la chioma è luminosissima e a forma di virgola, la coda conica ha un angolo al vertice di 25-30°, più luminosa sul lato Ovest. La stimo di circa 6° trovandola decisamente più marcata della Hyakutake di Aprile ’96, quando si stava avviando al tramonto. La osservo poi anche col fedele 114 ed evidenzio un luminoso falso nucleo di colore bianco, leggermente tendente al giallo ed una marcata zona scura che divide in due parti la coda: veramente impressionante.. Mi sembra molto alta in cielo nonostante sia solo a 20° dall’orizzonte ed anche ad occhio nudo, ora noto la piccola coda, non più lunga di mezzo pollice.
Euforico corro a svegliare il resto della famiglia, così nell’ordine mio fratello Marco, mia madre Maria Paola, e mia nonna Dirce vengono fatti partecipi di questo spettacolo, l’unico a non gradire il brusco risveglio è mio padre Aronne che preferisce continuare a dormire. Così si realizza una sudata e faticosa osservazione astronomica che comunque ripaga abbondantemente degli sforzi fatti. Non sarà l’ultima! Si arriva infatti alla spedizione dell’8 Marzo sul Pordoi, la cosiddetta “Missione Peratoner”, dal nome del gestore del rifugio Maria raggiungibile con la funivia direttamente dal passo Pordoi.
Una rapida consultazione delle previsioni meteo ed è fatta. In quattro e quattr’otto viene organizzata la spedizione di cui fanno parte Jester, Giangi, Faro e naturalmente il sottoscritto. Ferruccio, assente ingiustificato, adduce imprecisati e vaghi motivi probabilmente connessi a qualche appuntamento galante. Alle 10.15 saliamo sulla macchina di Giangi, confortati da un cielo sereno e tempo stabile. Alle 14.00 circa dopo un viaggio allegro e finalmente privo di timori legati a variabilità improvvise del clima, giungiamo alla meta, salendo in funivia fino ai 2976m del rifugio. Peratoner, che ormai ci conosce bene essendo ormai svariate volte che compiamo osservazioni astronomiche da lassù, ha già dato disposizioni e rapidamente sistemiamo l’attrezzatura e usciamo sul grande terrazzo panoramico del rifugio sotto un cielo blu inenarrabile e circondati da uno spettacolo di cime innevate mozzafiato.
A dire il vero il cielo è addirittura meglio di quello delle Tofane della spedizione del ’91 quando inaugurammo le osservazioni d’alta quota. Faro e Giangi sono entusiasti e Jester fa una telefonata canzonatoria e sarcastica a Ferruccio che si sta perdendo tutto questo. Tra l’altro in quel momento Ferruccio si trova a casa da Michele che lo ha arruolato per ultimare la cupola da 6,7m del planetario che andrà a Cavezzo per 2 mesi…Nel frattempo i gestori della funivia se ne vanno e come di consueto rimaniamo soli nel silenzio irreale delle alte vette… si prospetta una serata memorabile!
Ecco che il tramonto giunge improvviso in tutto il suo vivido giallo e rosso. Le foto e le riprese video si sprecano, ma …attenzione il momento è solenne, io e Giangi assistiamo ad un incredibile grren/blue flash del sole, fenomeno molto raro visibile solo in particolari condizioni di limpidezza. In pratica quello che abbiamo osservato al binocolo è stato l’ultimo lembo di sole assumere per 2-3 secondi l’irreale colorazione prima verde poi blu. Ma le sorprese non finiscono, anzi sono appena iniziate: infatti ecco che Giangi pochi minuti dopo il tramonto del sole individua a Nord Ovest, prima col binocolo e poi comodamente ad occhio nudo, la famigerata Hale Bopp, che comincia a rendersi visibile, anche se molto bassa e con il cielo ancora chiaro!
A queste quote basta poco perché il cielo diventi buio e nero e allora lo spettacolo offerto dalla cometa diventa grandioso, con una coda di 4-5° diretta verso est parallela all’orizzonte. Si sente la mancanza purtroppo di veri astrofotografi, tentiamo comunque qualche posa alternandola alle osservazioni visuali. Al binocolo e al telescopio Tansutzu che mi sono portato pure quassù è talmente spettacolare da indurre Jester ad una seconda telefonata a Ferruccio che attonito manda giù il rospo. Faro intanto mi indica l’impressionante ombra grigio azzurra della Terra che si sta alzando ad est. Elettrizzati dall’esperienza veramente mistica che stiamo vivendo rimaniamo a lungo sul terrazzo, sfidando i -6 presenti al momento.
Riesco a riprendere la cometa anche con la telecamera, poi l’astro chiomato lentamente tramonta. L’aspetteremo al varco all’alba! Intanto addentiamo i panini con speck e formaggio e lo strudel amorevolmente preparati dal cuoco, poi cedo per un attimo al malesseri del mal di montagna come mi capitò nell’88 al rifugio Torino sul Monte Bianco a 3600m. Ma fortunatamente i sintomi sono di breve durata e poco dopo sono già sul terrazzo col 114 , dove un vento gelido infuria e spazza la neve direttamente negli occhi e nel colletto.
Alzando lo sguardo il cielo mi appare incommensurabile, le costellazioni a stento si riconoscono immerse in una miriade di piccole stelline che mai dalla pianura si rendono visibili. Dopo un’impressionante sbirciatina alla nebulosa di Orione, osservo comodamente la nebulosa Rosetta nell’Unicorno col binocolo di Faro e poi il mio interesse si sposta sull’orizzonte sud: è un’occasione unica per tentare oggetti meridionali al limite delle possibilità strumentali. E’ presto fatto prima al binocolo poi al telescopio osservo l’ammasso aperto nella Poppa NGC 2451 di ben 45’ e mag. 3,6, è un grappolo di stelle luminose disposte a ricordare vagamente le Pleiadi, è infatti anche chiamato le “Pleiadi del Sud”.
A poca distanza ecco NGC 2477 più piccolo, 25’ e più debole, mag 5,7, visibile al Tansutzu come un alone concentrato di stelle, alcune delle quali spiccano dal formicolio. La declinazione è -38° e 25’!! Poco più a est sempre nella medesima costellazione un altro ammasso aperto, NGC 2546 di 40’ e mag 4,6. Molto disperso con poche stelle molto luminose. Ho poi voluto scovare qualche oggetto in una costellazione proibitiva per i cieli padani, la Bussola: ho individuato 3 ammassi aperti NGC 2658 nei pressi della alfa, dimensioni medio piccole, abbastanza concentrato e forma circolare e diverse componenti abbastanza luminose. Vicino alla Sigma vedo NGC 2627 di 8’ e mag. 8,3, molto bello, concentratissimo, simile ad una nebulosa, anch’esso di forma circolare. A nord della Beta è la volta di NGC 2635 piccolo e composto da poche stelle con una disposizione rettangolare.
Faccio in tempo a notare che la stella Xi Puppis di declinazione -40° è ben visibile ad occhio nudo e che probabilmente si vedono alcune stelle della Vela a declinazione ancora più bassa, poi il malessere ritorna e devo abbandonare il terrazzo. Mentre recupero Sky Atlas e strumento do una rapida occhiata all’oculare dell’80 mm di Faro per vedere M 51, la galassia dei Cani da Caccia, molto bella con le 2 componenti ben in evidenza, poi mi stendo sullo spartano giaciglio nel rifugio. Questa volta infatti non sono disponibili i materassi e ci dobbiamo sistemare con i sacchi a pelo su rigide e scomode panche di legno. Giangi pare non accorgersi della scomodità e dorme ormai da diverse ore, Jester invece si lamenta ma poi trova la giusta posizione stando seduto e comincia a russare sonoramente. Faro invece continua inossidabile le sue osservazioni fino a quando impaurito da qualche rumore non ben identificato rientra anche lui nel rifugio.
Mi rigiro per un tempo indefinito che a queste quote sembra dilatato poi guardo l’orologio: le 2.30, bevo qualche sorso da una lattina di Coca cola e sono di nuovo pronto ad uscire nei rigori e nel gelo (-12!) delle Dolomiti per tentare un’altra impresa, l’individuazione della galassia Centaurus A nella costellazione australe del Centauro, a declinazioni impossibili! Con grande sforzo apro la pesante porta di legno del rifugio e appena uscito in terrazzo uno spettacolo pirotecnico mi si para davanti agli occhi, la Hale Bopp è lì, enorme, più di 10 °, che sale dall’orizzonte est, con una coda di ioni spaventosamente lunga e quella di polveri palesemente incurvata su se stessa. Fa quasi paura!
Faccio un disegno per immortalare il momento poi non perdo di vista l’obiettivo prima che sia troppo tardi e individuo le due stelle del Centauro che mi servono come riferimento per trovare la galassia.
Ebbene NGC 5128 o meglio Centaurus A anche se molto molto tenue compare nel campo dell’oculare del 114 mm come una debolissima macchia sfumata. La declinazione è mostruosa: -43°!!! A quel punto sveglio gli altri che una volta fuori, ammutoliti osservano la grandiosa cometa che si sta alzando sempre di più dall’orizzonte, con la coda che parte da Cassiopea e arriva fino alla Via Lattea nei pressi della stella Deneb nel Cigno!
Assorti ci convinciamo di vivere un momento mistico che difficilmente potrà ripetersi, un’esperienza addirittura soprannaturale, non ci sono parole. Giangi filosofeggia sul senso della vita e sulle meraviglie della natura, mentre tentiamo qualche foto e ripresa con la telecamera. Ci riprovo a riprenderla anche più tardi stando dentro al rifugio, il freddo è diventato insopportabile, ma non faccio altro che mettere a fuoco sul led rosso lampeggiante che si riflette nel vetro e che per un attimo pensiamo trattarsi di un qualche oggetto volante non identificato…!
Un ultimo breve riposo prima dell’alba e poi l’uscita finale per accogliere il nuovo giorno che nasce in un’alba variopinta con colori mai visti dal rosa, arancio, verde, giallo ,violetto e addirittura azzurrino come solo i 3000m sanno offrire. L’alba è resa ancora più impressionante da alcuni cirri che avanzano da nord est e che veleranno in seguito il cielo. Ecco il sole che esplode in tutta la sua gloria lanciando bagliori che si riflettono sulle rocce e sul ghiaccio che in quel momento sembrano dorati. Noi siamo illuminati da una luce rosa e salutiamo rivolti alla telecamera con le ultime parole di Jester: “Qui missione Peratoner, passo e chiudo!”
Un momento… e Ferruccio? Ebbene tornato a casa imparo che anche lui ha visto la cometa prima dell’alba da Ostellato, realizzando alcune foto che rimarranno nella storia! La sera stessa torno con lui all’osservatorio e all’imbrunire, complice un bel cielo, la Hale Bopp è già ben visibile a Nord Ovest. Il 45 cm rivela dettagli della chioma veramente impressionanti: il falso nucleo di colore bianco-giallo si mostra allungato e poco sopra 3 archetti luminosi via via più lunghi verso l’esterno lo sovrastano. Tali strutture, mai viste in nessun’altra cometa, sono sorprendenti. Eseguo anche in questo caso un disegno.
Il 14 Marzo la osservo addirittura dall’aereo, di ritorno da un viaggetto a Londra con Arianna, con puntatina alla misteriosa Stonehenge. Lo stesso pilota spegne le luci interne per permettere ai passeggeri di osservarla dai finestrini. Un oggetto notevolissimo dai 10.000 m di quota!
Nei giorni successivi la cometa si avvia a diventare dopo il tramonto un oggetto sempre più magnifico, rendendo necessarie svariate serate pubbliche osservative sia ad Ostellato che in altri luoghi della provincia di Ferrara, nonchè un’escursione al lago Tavianella sui colli bolognesi, le cosiddette “ Notti della Cometa”.

La visita a Stonehenge (UK) Marzo 1997

La cometa Hale Bopp da Piazza Ariostea (Ferrara)
Grazie alla clemenza del clima, alla collaborazione dei Comuni che spengono parte dell’illuminazione pubblica, ma soprattutto alla luminosità del corpo celeste che arriva alla magnitudine -1 con una coda di polveri evidentissima ricurva e lunga 20° ed una coda di ioni rettilinea ancora più lunga, rendono fruibile la cometa alla stragrande maggioranza della popolazione. Anche mio zio Beppe riuscirà a scattare una foto della Hale Bopp dall’argine del Po, vicina all’elusivo Mercurio.
Tutto il Columbia viene arruolato per supplire a tanta richiesta, vengono addirittura organizzate dirette radiofoniche, in tv e sui giornali non si parla d’altro. Ed anche quando l’astro nel mese di Maggio si affievolisce e si allontana da noi, non si smorza l’eco di un tale evento mediatico, che ha come conseguenza un impegno continuo e severo del gruppo con varie iniziative tra cui il suddetto CielOstellato a Giugno e Luglio ed eventi col nuovo planetario itinerante.

Thomas Bopp autografa la consolle el Planetario alla fiera Astron ’97
In uno di questi, all’Astron di Milano, la fiera dell’astronomia, facciamo addirittura conoscenza con Thomas Bopp uno dei due scopritori della cometa,( l’altro è Alan Hale ), un astrofilo come noi, ospite d’onore della manifestazione. Si dimostra una persona garbata e disponibile, autografandoci diverse foto e addirittura la consolle del planetario. Ci auguriamo che questo risveglio dell’interesse del pubblico e dei media per l’astronomia possa proseguire, almeno fino al ritorno della Hale Bopp, fra 2380 anni!
LE ALTRE FOTO E DISEGNI SONO DI Massimiliano Di Giuseppe