LEONIDI 2001: Dalla Cina con furore!
di Massimiliano Di Giuseppe
Ormai quello delle Leonidi è divenuto un appuntamento fisso per poter osservare un cielo diverso da quello a cui normalmente siamo abituati.
Il 2001 vede l’Asia orientale come punto più favorevole per effettuare le osservazioni e il nostro gruppo non poteva lasciarsi scappare la possibilità di ripercorrere i passi di Marco Polo ( anche se con mezzi diversi ).
Le previsioni dicono che la pioggia del 2001 potrebbe essere la più copiosa tra quelle successive al passaggio della cometa Tempel-Tuttle, quindi la possibilità di assistere ad uno spettacolo grandioso come quelli del 1998 e 1999 non fa che accendere gli animi e creare aspettative, con la speranza di vedere cose che solo testimonianze del passato ci hanno fatto conoscere. Vediamo com’è andata.
Dopo 5 mesi dall’ultima esaltante spedizione astronomica di Coelum in Zambia, in occasione dell’eclisse totale di Sole del solstizio, siamo nuovamente pronti a partire per assistere ad un non meno affascinante fenomeno: la pioggia delle Leonidi.
Meta del viaggio, organizzato dal Gruppo Astrofili Columbia di Ferrara, in collaborazione con l’agenzia di viaggi CTM di Modena, la Coop Camelot e naturalmente la rivista Coelum, è questa volta la Cina, scelta dopo un attento esame sul comportamento delle Leonidi previsto nel 2001, che suggeriscono l’estremo oriente come luogo ideale in cui osservare una vera e propria tempesta di meteore nella notte tra il 18 e il 19 Novembre.
Anche le previsioni meteo sono favorevoli, l’autunno è in assoluto il periodo più secco per il Nord-Est della Cina e non sarà difficile trovare un luogo buio, spostandosi anche di pochi km da un centro abitato.
La mattina del 14 Novembre, i partecipanti al viaggio: Ferruccio Zanotti, Michele Bonadiman, Diego Pizzinat, Viviana Beltrandi, Giancarlo Mondini, Maria Rosa Marri, Pierino Bonvicini, Raffaele Princic, Fabrizio Melandri e il sottoscritto, salgono sull’aereo di linea diretto a Roma, per raccogliere gli altri 4 compagni di avventura: Giuseppe Michelini, Tiar Liliana, Paolo Toni e Matteo Monteneri.
I volti sono tirati, in ognuno di noi si legge una certa preoccupazione in seguito ai tragici recenti avvenimenti di New York, ma una partenza decisa, quasi in verticale ( il pilota si credeva probabilmente sullo Shuttle ) scatena una serie di battute che stemperano rapidamente la tensione.
Pechino ci attende e finalmente l’aereo dell’Air China dirige la fusoliera verso est per il lungo attraversamento del continente asiatico. Durante la notte siamo sopra la Siberia innevata e Romano Serra del planetario di S.Giovanni in Persiceto ( BO ), ci racconta le sue avventurose spedizioni a Tunguska per studiare le cause della gigantesca esplosione che nel 1908, rase al suolo migliaia di ettari di foresta.
Pochi di noi dormono e impegniamo il nostro tempo a cercare verso nord eventuali aurore boreali, dopo la recente del 21 Ottobre, osservata anche dal sottoscritto da Ostellato ( FE ), ma il tentativo non ha buon esito.
All’alba ci sorprende l’affascinante ed alieno paesaggio del deserto del Gobi, in larghi tratti ghiacciato, che ci appare del tutto simile alle foto di Marte inviate dalla sonda Mars Global Surveyor.
Il 15 Novembre, alle 10.40, siamo a Pechino, accolti dalla nostra guida di nome Li, che si dimostra subito incuriosito per lo scopo del nostro viaggio e mentre ci accompagna all’hotel 5 stelle New Otani, ci chiede delucidazioni sul fenomeno che tenteremo di osservare.
Nel pomeriggio visitiamo il quartiere tradizionale di Qian Men e la via Liu Li Chang ( la via degli antiquari ) e respiriamo l’aria della Pechino antica, fra i vicoli e le viuzze scalcinate, con le case dai tetti a pagoda e i vecchi dalla lunga barba bianca che giocano a dama, tra una miriade di venditori ambulanti.
Giunge poi il momento di prendere confidenza con la cucina cinese, che riscuote, nelle sue innumerevoli pietanze, ora i commenti più entusiastici, ora la più grande perplessità.
Il giorno 16 passeggiamo nella famosa piazza Tien An Men ” la porta della pace celeste “, purtroppo teatro di violenti scontri nel 1989 tra studenti e regime e ci appare in tutta la sua maestosità, potendo infatti contenere fino ad un milione di persone.
Al centro dell’immensa piazza si trova il mausoleo di Mao, il cui gigantesco ritratto campeggia sulla porta che dà il nome alla piazza e che costituisce l’ingresso al palazzo dell’imperatore, meglio conosciuto come “città proibita”, successiva meta del nostro itinerario.
La sua visita ci impegna tutta la mattinata, data la vastità del comprensorio, quasi 72 ettari e l’importanza storico artistica dei suoi numerosissimi edifici, molti dei quali trasformati in veri e propri musei.
La giornata limpidissima ci consente di apprezzare in pieno la grandiosa opera della dinastia Ming ed i fish eye e gli obiettivi grandangolari portati appositamente per le meteore, diventano qui insostituibili per contenere in uno stesso fotogramma l’immensa distesa di mura rosse e i tetti dorati delle numerose pagode.
Mentre Li ci spiega le meraviglie di questo luogo, Romano è assorto ad osservare le immagini dei draghi sui bassorilievi ed elabora una sua personalissima ed interessante teoria, secondo cui, queste fantastiche creature altro non sarebbero che bolidi, raffigurati accanto alle nubi, mentre esplodono nel cielo tutta la loro potenza!
Concludono la giornata, una rilassante escursione tra le pagode e gli alberi secolari dei giardini imperiali, una visita al Palazzo d’Estate, residenza estiva dell’imperatore ed infine una gita in barca al parco Beihai ” parco del lago settentrionale “, nelle cui acque osserviamo uno sgargiante tramonto
Il 17 ci trasferiamo in pullman a Chengde, una piccola cittadina a 240 km a NE di Pechino, che useremo come campo base per le 3 prossime notti osservative e facciamo la conoscenza con Xia, la nostra nuova guida, molto somigliante a Bruce Lee.
Lungo il tragitto ci fermiamo per un’arrampicata all’incredibile ed emozionante Grande Muraglia, in un tratto poco turistico e per questo ancor più suggestivo a metà strada tra Pechino e Chengde.
Il primo imperatore della Cina, Qin Shi, fece costruire a partire dal 221 a.C, questa enorme fortificazione ( quasi 6000 Km ), per difendersi dagli Unni. Non nascondiamo una certa euforia, sopratutto da parte del sottoscritto, che festeggia il suo 33° compleanno tra gli alti gradini e le forti suggestioni di questo antico monumento, che si snoda a perdita d’occhio, come un lunghissimo serpente, tra le montagne spruzzate di neve.
Nel pomeriggio arriviamo a Chengde, all’hotel Qian Yang e iniziamo i preparativi per la prima notte osservativa, ma abbiamo una certa difficoltà a far comprendere a Xia le nostre esigenze di astrofili.
Arrivati sul luogo, anche se la via lattea invernale è ben evidente, siamo purtroppo infastiditi dal fumo acre delle case di un villaggio vicino e da una forte umidità che appanna sovente gli obiettivi.
Il freddo è intenso ma sopportabile ed inizia la lunga e paziente attesa per osservare il comportamento delle Leonidi.
Ferruccio, Fabrizio e Romano dispiegano i loro mezzi, mentre i meno esperti del nostro gruppo, vengono intrattenuti sul riconoscimento delle costellazioni e dei principali oggetti del cielo invernale.
E’ anche l’occasione per andare alla ricerca della cometa Linear WM1, di magnitudine 6, che compare facilmente, prima ai binocoli poi anche ad occhio nudo, come un piccolo batuffolo nella costellazione di Perseo, accanto ad Algol.
Attorno alla mezzanotte cominciano a comparire le prime Leonidi, ma la frequenza è molto bassa e si attesterà per tutta la notte, su valori di circa 20-30 all’ora.
Verso le 2.00 i meno temerari cedono alle morse del gelo e vengono riaccompagnati in albergo con il pulmino, dal nostro autista rimasto in paziente attesa accanto a noi per questioni di sicurezza e ci ritroviamo in 4, io Romano, Fabrizio e Ferruccio, completamente soli, nella cupa notte cinese.
Fortunatamente, senza aver subito agguati, rivediamo con piacere l’autista che torna a raccoglierci sul fare dell’alba e dichiariamo conclusa la prima notte di osservazioni.
Il grande giorno, il 18 Novembre, è finalmente giunto e dopo un’abbondante colazione, senza riposare un minuto, siamo pronti per non perderci le interessantissime escursioni previste nella giornata, prima della notte fatidica.
La mattina visitiamo il tempio buddista di Puning, detto anche il tempio del Buddha gigante, dal momento che ospita una statua del Buddha, alta 22 m, realizzata 1000 anni fa, con il legno di ben 15 diverse conifere.
Nel pomeriggio, come da programma, è la volta del “Piccolo Potala”, che rappresenta il più importante degli 8 monasteri esterni lamaisti, edifici religiosi che presentano marcate influenze tibetane.
Esso ricorda il celebre Potala di Lhasa, capitale del Tibet e veniamo avvolti dall’atmosfera mistica di questo luogo silenzioso che invita alla meditazione e l’incenso si sparge attorno a noi, mentre saliamo i gradini, fino sulla sommità del palazzo, da cui dominiamo con lo sguardo l’intero orizzonte, che si perde tra lontanissime catene di monti.
Il cielo blu cristallino ci fa pregustare una notte indimenticabile.
Poco prima del tramonto, con la collaborazione del nostro Xia, riusciamo a trovare una strada, che si inerpica fino ad un remoto passo a circa 30 km ad est di Chengde.
Arrivati in cima, dopo aver abbandonato il pulmino e affrontato una breve arrampicata a piedi, troviamo uno spiazzo che fa al caso nostro, da cui è possibile dominare l’intera volta celeste!
E’ ancora presto e c’è il tempo per tornare in albergo per la cena e osservare eventuali impatti di meteore sulla Luna con il telescopio ETX di Romano, dal momento che il primo dei 3 picchi previsti dagli astronomi Asher e McNaught, quello visibile in America, dovrebbe essere già iniziato e dare i primi effetti sul nostro satellite.
Le immagini ottenute direttamente dal terrazzo dell’albergo, sono attualmente in fase di analisi.
Attorno alle 22.00, carichi di strumentazione all’inverosimile, procediamo verso il passo, ribattezzato da Xia :” Liu Xing yu Shankou”, ovvero “Passo della pioggia celeste”, sperando che ciò sia di buon auspicio.
Arrivati dopo un’ora sul posto, facendo attenzione a non precipitare a valle, portiamo la pesante strumentazione a braccio su per il sentiero, mentre il nostro autista osserva perplesso la processione di strani individui, vestiti da Polo Nord, salire lentamente, con l’aiuto di fioche torce elettriche.
Una volta in cima, abbiamo tutti la sensazione che si stia preparando qualcosa di incredibile: è tutto troppo perfetto, sembra che la natura voglia rendere omaggio a questo gruppo di temerari, giunti dalla lontana Italia, per assistere ad un fenomeno difficilmente prevedibile.
La magnitudine allo zenit è 6.7, il buio è completo lungo tutto l’orizzonte, non c’è traccia di umidità e la temperatura è addirittura gradevole + 3°! Sono le 23.10 quando lo spettacolo inizia: da Est sale lentamente una lunghissima leonide che solca tutto il cielo prima di scomparire dietro all’orizzonte.
Non facciamo in tempo a lanciare le dovute esclamazioni, che altre 2 la seguono.
“Ragazzi, mi sa che stasera è la volta buona!”Michele avverte il resto della platea e si stende sull’erba col sorriso stampato in volto.
Fabrizio è silenzioso e armeggia con la sua montatura, io e Ferruccio posizioniamo le macchine fotografiche, quando nuove urla ci distolgono dal lavoro, è Beppe che ne sta osservando un’altra.
Alzo lo sguardo e lo spettacolo è entusiasmante, una dopo l’altra, ad intervalli sempre più brevi, si fanno strada da un radiante ancora nascosto dall’orizzonte, una serie di lunghissime Leonidi, le avanguardie di un gigantesco esercito, prossimo ad invadere l’intero cielo.
Ci siamo, la frequenza sta aumentando e sono solo le 23.30, tutto ciò fa ben sperare.
Dalla mezzanotte le telecamere e le macchine fotografiche funzionano a pieno ritmo ed iniziamo un conteggio sistematico. Arrivati alla 31esima, Diego, quasi in preda ad una crisi mistica profetizza: “Sento …sento che sta per arrivare un bolide!” Non fa in tempo a terminare la frase, che una luminosissima leonide compare tra Sirio e Orione, esplodendo nell’Eridano con un’abbagliante flare di -8, tra gli applausi e l’incredulità dello stesso Diego.
Solo questo inizio sta meritando il viaggio e continuiamo il conteggio sempre più euforici, annotandone dalla mezzanotte all’una ben 418.
E’ sorta la falce del Leone e con essa il famigerato radiante ed in appena 20 minuti, dall’1.00 all’1.20, ne contiamo addirittura 600, che riempiono il cielo come fuochi d’artificio, spesso sotto forma di bolidi con evidenti scie di fumo.
Decido di osservare una traccia di fumo al binocolo e lo spettacolo è addirittura mozzafiato: delicati e tenui filamenti si contorcono e si allargano con andamento serpentiforme ( è suggestione o assomiglia ad un drago?). Romano mi guarda soddisfatto.
Ci stiamo avvicinando al 2°picco previsto da Asher, quello delle 17.30 T.U, ovvero l’!.30 locale e tutto ciò che vediamo sta confermando in modo inequivocabile le previsioni, smettiamo di contare, ormai diventa molto difficile, dall’orizzonte giungono bagliori di bolidi lontani e sopra la testa saettano velocissime meteore dalle scie verdi fosforescenti.
Tutti esultano, l’unico che continua a mantenere un perfetto self control è Fabrizio, che in lontananza continua a procedere nei conteggi e nella registrazione metodica del fenomeno.
E’ in arrivo il 3° picco, previsto per le 2.19 ( 18.19 T.U) e se possibile la pioggia, ora divenuta tempesta, si intensifica ulteriormente e riesco a contare contemporaneamente 10 meteore mentre Diego dalla parte opposta ne conta altre 4 !!!
E’ impressionante ci sembra perfino di udire il rumore elettrofonico, sotto forma di impercettibili sibili e brontolii, che accompagnano la comparsa dei bolidi più luminosi.
Mi tornano alla mente la antiche cronache delle piogge meteoriche del passato, i disegni ottocenteschi ed i resoconti dell’ultima grande tempesta del 1966.
Esplodono altri bolidi, nuove scie di fumo, ormai il cielo ne è pieno, Ferruccio è steso sull’erba ghiacciata e fatica a pronunciare frasi di senso compiuto.
Io stesso barcollo, quando veloci leonidi mi sorpassano, mentre raggiungo uno ad uno i componenti della spedizione per commentare quanto sta accadendo.
Squilla il telefono di Michele,è Roberta della redazione di Coelum, che chiede notizie sul comportamento delle Leonidi e poco dopo è lo stesso Giovanni Anselmi, direttore della rivista a chiamare Ferruccio, ottenendo come risposta, una serie di urla entusiastiche.
Il tempo passa, sono ormai le 3.00, ma la frequenza continua a rimanere altissima, solo qualche leggero calo, che ben presto ritorna ai livelli precedenti.
Alle 3.30, da Est, comincia ad accendersi, prima tenue, poi sempre più intensa, la luce zodiacale, che contribuisce a rendere ancora più spettacolare un cielo già superlativo.
Sono poco più delle 4.00, quando un bagliore viola illumina a giorno il nostro sito osservativo, ci giriamo ed una gigantesca scia di fumo si sta allargando sopra di noi, spinta dai venti d’alta quota, fino ad occupare in breve l’intera costellazione dell’Auriga.
L’attività sta ora calando, anche se lentamente e quando la luce zodiacale diventa così intensa da raggiungere la Via Lattea, dal radiante, continuano a partire meteore cortissime in tutte le direzioni.
Ormai albeggia e divengono evidenti le sagome nere delle montagne intorno a noi;siamo ibernati ma felici e c’è ancora il tempo per gli ultimi scatti, mentre Venere annuncia un nuovo giorno e gli ultimi bolidi mettono il suggello a una notte indimenticabile.
Non si dorme e con l’adrenalina addosso e la magia delle scie dei bolidi ancora negli occhi, decidiamo di non perderci le ultime visite a Chengde previste per il giorno 19.
In tarda mattinata visitiamo il vasto comprensorio delle montagne imperiali, uno splendido parco realizzato nel 1703, con padiglioni e pagode che si affacciano su un lago ghiacciato.
Nel pomeriggio, Michele, Diego, Viviana, Giancarlo e Maria Rosa ci salutano per recarsi in aereo a Xian, dal momento che non vogliono assolutamente perdersi il meraviglioso esercito di terracotta, mentre il resto del gruppo prosegue come da programma, visitando sempre nei pressi di Chengde il Tempio della Salute, costruito in onore del VI Lama Panchen.
In serata torniamo per l’ultima volta sul luogo di osservazione, con una tenue speranza che le Leonidi concedano il bis, tuttavia il cielo è immobile, nulla si agita e sfavilla tra le costellazioni e ci sembrano ormai lontanissimi i fasti della sera precedente.
Attendiamo ancora qualche ora, giusto il tempo perchè una manciata di Leonidi ci saluti, poi la stanchezza prende il sopravvento e chiediamo al diligente autista di riportarci in albergo. Il 20 torniamo a Pechino e ritroviamo Li, che si dice orgoglioso di aver contribuito al buon esito della spedizione e ci invita a tornare presto nel suo paese, anche solo per motivi più prettamente turistici.
Uno sguardo ai giornali locali ci fa capire che il fenomeno non è passato inosservato e gli astronomi cinesi parlano di una pioggia di migliaia di meteore/h.
Il 21 ci aspetta l’aereo per il nostro ritorno in Italia e durante il sorvolo della fredda taiga siberiana abbiamo l’occasione per osservare un ultimo fenomeno del cielo, una “gloria” ( serie di arcobaleni concentrici all’ombra dell’aereo proiettata sulle nubi ), che ben si addice come conclusione ideale di questa incredibile avventura in Cina.
Cronologia delle osservazioni del 18 Novembre 2001
di Ferruccio Zanotti
Dalle ore 15 alle 16 TU
con il radiante non ancora sorto, avvistiamo le prime Leonidi, partono dall’orizzonte Est, si alzano in cielo e lo attraversano quasi completamente per scomparire verso Ovest.
Durano parecchi secondi e molte hanno una scia persistente, la mag. media è di circa + 1 .
Dalle 16 alle 17 TU
Il Leone lentamente si alza in cielo, osserviamo ancora lunghissime meteore con scia persistente, alcune di colore arancione e diversi bolidi anche di mag.-8. In totale contiamo 418 leonidi.
Dalle 17 alle 18 TU
Ormai l’attività è ad alti livelli, la maggior parte sono meteore brillanti, i bolidi abbondano ( anche di mag.-7/-8 ) e alcuni lasciano scie residue visibili per parecchi minuti, contorte e sparpagliate per diversi gradi dai venti d’alta quota.
Molte Leonidi hanno la scia verdastra e mostrano un flare finale bianco-azzurro.
Diverse le veloci e brevi meteore nel Leone, in rapida successione o anche a gruppi di 3-4 assieme, alcune puntiformi ( suggestivi i bolidi puntiformi ) ad indicare con precisione la posizione del radiante. L’andamento è variabile, ovvero cadono una dopo l’altra o a grappoli, per seguire momenti di relativa calma.
Dalle 18 alle 19 TU
E’ difficile contare tutte le Leonidi pur essendo in 11 osservatori, ne cadono da tutte le parti, anche a grappoli da 5 o 10 assieme, la frequenza attorno alle 18.20 TU raggiunge picchi di oltre 40 meteore al minuto.
In certi momenti il luogo di osservazione viene illuminato da bolidi esplosi alle nostre spalle e nel girarsi per osservare la scia vediamo altri bolidi produrre lampi dietro le montagne lontane.
Diverse scie di bolidi sono visibili contemporaneamente in cielo e sono impressionanti osservate al binocolo, appaiono deformate a forma di enorme “S” e di aspetto tridimensionale e sono formate da tanti piccoli lobi in successione, ricordando nebulose come la Velo o l’Arco di Barnard.
Fra i vari bolidi ne segnaliamo uno nel Leone alle 18.15 e alle 18.53 tra Orsa Maggiore e Minore con scia residua persistente.
Dalle 19 alle 20 TU
Il conteggio medio è di 20 al minuto e diversi bolidi fra cui uno alle 19.13 in Orsa Minore e ale 19.27 nel Cane Maggiore.
Dalle 20 alle 21 TU
Il numero delle leonidi è in leggero calo.
Verso le 4.30 ( 20.30 TU ) uno spettacolare bolide appare in Auriga, quasi allo zenit lasciando una nube che in pochi minuti si espande in tutta la costellazione.
Dalle 21 alle 22 TU
Durante l’alba si contano ancora diverse meteore brillanti, tra le quali un bolide in Auriga alle 21.14 e uno in Cassiopea alle 21.47.
Stiamo effettuando riprese video del luogo di osservazione e ogni volta che inquadriamo per pochi secondi il cielo, viene ripresa una meteora!
CONCLUSIONI
Rispetto alla pioggia del 18 Novembre 1999 il numero di bolidi e meteore brillanti è stato molto più elevato e l’aumento e il calo di attività è stato più graduale rispetto al breve picco delle 2.02 TU di due anni fa.
Nel 2001, dai dati forniti dall’IMO ( International Meteor Organization ) si desume che il picco massimo di attività si è verificato alle 18.16 TU con uno ZHR di 3500 meteore.
Gli studiosi Asher e McNaught prevedevano la massima attività, legata ai meteoroidi rilasciati nel 1866 dalla cometa Tempel Tuttle, alle 18.19, soltanto tre minuti dopo del picco osservato, mentre Lyytinen e Van Flandern la indicavano alle 18.22.
Per quanto riguarda l’attività legata alla nube del 1699 prevista sempre da Asher e McNaught per le 17.31, i dati raccolti non indicano un vero e proprio picco, ma forse un rinforzo nella curva ascendente verso il picco principale.
Invece le frequenze orarie sono state notevolmente sovrastimate: gli astronomi Asher e McNaught indicavano per le 17.31 uno ZHR di 9000-15000 meteore contro il valore osservato di 1500. mentre alle 18.19 erano previste 15.000 meteore/ora, picco verificatosi alle 18.16 con lo ZHR osservato di 3500.
Un altro picco di circa 1600 meteore/ora è stato osservato in America fra le 10.30 e le 10.40 TU, Lyytinen e Van Flandern lo prevedevano alle 10.28, unvece Asher e McNaught lo anticipavano per le 10.01 con una frequenza quasi azzeccata di 1500-2000 meteore/ora.
Quindi appuntamento al 2002 quando è prevista forse l’ultima replica, con una pioggia di 10.000 leonidi visibili secondo Asher e McNaught, dagli Stati Uniti, anche sotto il disturbo della Luna Piena e probabilmente anche in Europa potremo assistere ad una copiosa pioggia di 3000 meteore/ora.
Nonostante le Leonidi non abbiano rispettato le più ottimistiche frequenze orarie, vedere migliaia di meteore e decine di bolidi in poche ore, in una notte cristallina in cima ad una montagna cinese, è stata un’esperienza indimenticabile e posso tranquillamente affermare che anche quest’anno le Leonidi non hanno deluso.
Nel frattempo, prima di organizzare la prossima spedizione Leonidi 2002 in Arizona tutti noi,( tra i pochi italiani ad aver osservato il fenomeno ), rimarranno per sempre vivide le emozioni della stupenda notte al passo ” Liu Xing yu Shankou “, il passo della pioggia celeste!
LE FOTO ASTRONOMICHE SONO DI FABRIZIO MELANDRI E FERRUCCIO ZANOTTI
Articolo in formato pdf: Cina_2001
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