LEONIDI 2000: uno spettacolo per pochi!
Di Massimiliano Di Giuseppe
Si dice che la fortuna aiuti gli audaci e questa volta proprio di audacia si è trattato, ma anche di perseveranza, resistenza fisica e costante controllo delle previsioni meteo. Così si può riassumere la spedizione Leonidi 2000, che ha visto protagonisti il sottoscritto e Ferruccio Zanotti, del Gruppo Astrofili Columbia di Ferrara, in una lunga e incredibile odissea, alla ricerca quasi impossibile di un cielo sgombro da nubi.
Quasi 700 sono i km necessari per poter assistere ( probabilmente fra i pochi fortunati ) allo spettacolo offerto dalle Leonidi quest’anno. Ma andiamo con ordine: avvicinandosi anche quest’anno il 17 Novembre, data dalla duplice importanza, poichè compleanno del sottoscritto ed immancabile appuntamento con le famose meteore, decido, assieme al collega Zanotti, di organizzare le osservazioni per i due picchi previsti, la mattina del 17 e la mattina del 18 Novembre.
Ma come al solito, a complicare le cose ci pensa il clima, incessantemente piovoso in tutt’Italia, da ormai più di un mese con allerta della protezione civile proprio attorno al picco delle Leonidi.
Tramonta quindi da subito la possibilità di una comoda osservazione casalinga ed inizia la febbrile consultazione via internet dei siti meteo con le previsioni più attendibili e una lunga serie di telefonate a svariati gruppi astrofili in tutta la penisola.
Accertato un clima veramente pessimo per la notte del 16 praticamente ovunque, partiamo la mattina del 17 da Ferrara, alla volta del Piemonte ove sono previste, forse, alcune schiarite, proprio nelle prime ore del mattino del 18, momento di massima intensità dello sciame. Partiti da casa con un cielo malignamente sereno, che ci fa a lungo dubitare sulla nostra scelta, ripiombiamo ai confini con la Lombardia, nuovamente nelle tenebre e la pioggia torna a scrosciare in modo preoccupante.
Dall’autostrada osserviamo un susseguirsi di campagne allagate e fiumi ingrossati che in diversi punti rompono gli argini. L’atmosfera si fa tesa.
Entriamo in Piemonte e continua a piovere a dirotto, tuttavia una telefonata a Plinio Camaiti e a Daniele Cipollina ci aggiorna sull’evolversi del tempo e ci conferma in serata schiarite in Piemonte e Liguria. Mentre pranziamo in autogrill nei pressi di Torino, facciamo il punto della situazione: la meta potrebbe essere il paese di Sestriere, che già l’anno scorso ha portato fortuna a Ferruccio consentendogli la visione di un’indimenticabile pioggia di 2000 meteore all’ora.
Mentre si sale, sul ciglio della strada comincia a comparire la prima neve, facciamo rifornimento da un cordiale benzinaio, il quale ci fa una personale previsione meteo: alle 21.00 il cielo sarà completamente sgombro. Non facciamo in tempo ad imboccare la discesa che, come per magia, dopo 500 km, torniamo a rivedere il sereno, anche se per il momento, è ancora confinato in una sottile e incredibile striscia azzurra sopra l’orizzonte.
Euforici, meditiamo il da farsi per le prossime ore e osserviamo il movimento delle nubi. Purtroppo, notiamo con orrore che, invece di salire dall’orizzonte liberando il cielo, vi stazionano parallele, senza la minima intenzione di abbandonare le vette delle montagne. Ci consultiamo rapidamente e prendiamo la solenne decisione, si va’ in Francia!
Mentre attraversiamo una frontiera deserta e innevata, con lunghissime stalattiti di ghiaccio che pendono pericolosamente dai tetti delle abitazioni, un tramonto infuocato saluta il nostro ingresso nel territorio transalpino e iniziamo la discesa verso valle.
Siamo in alta Provenza e i paesaggi montani sono estremamente suggestivi e le nubi finalmente si stanno diradando, Giove fa capolino in tutto il suo splendore e poco dopo, Orione troneggia in un cielo turchese cupo.
A quel punto ci accorgiamo di avere fame, di avere quasi esaurito la benzina e di essere clamorosamente sprovvisti di Franchi, Facciamo un po’ di conti e capiamo che l’unica soluzione è quella di tornare in Italia, passando per Cuneo o meglio dal Colle della Maddalena, che sulla carta non è troppo distante dal punto in cui ci troviamo.
Tuttavia proseguiamo e finalmente l’indicazione Barcelonnette, ci fa capire che la direzione è quella giusta. Solo dopo due ore di salita, attorno alle 20.00, ritroviamo finalmente il confine con l’Italia e purtoppo anche una fitta nevicata. Ci buttiamo sulla prima locanda che incontriamo e una volta entrati, abbiamo l’impressione di essere piombati nel bel mezzo del film Nosferatu.
I pochi autoctoni seduti ai tavoli ci guardano come fossimo extraterrestri e fatichiamo a farci portare qualcosa da mettere sotto ai denti. Ci viene servito un pasto frugale e ci avvertono che le stanze non hanno il riscaldamento. Facciamo buon viso a cattivo gioco e cerchiamo di pianificare al meglio la serata osservativa: per un attimo ci sfiora l’idea di tornare a Ferrara dal momento che il cielo si è mantenuto sereno per tutta la giornata e il picco è previsto per le 4.30, ma alla fine, dopo ulteriori consultazioni telefoniche, ci convinciamo che la soluzione migliore è quella di tornare in Francia per la stessa strada da cui siamo arrivati, sperando di lasciarci ancora una volta la perturbazione alle spalle.
Prenotiamo una stanza alla locanda avvertendo che saremo di ritorno verso le 8.00 del mattino, facciamo un adeguato rifornimento ad uno sperduto self service e ripartiamo alla volta della Francia. Chissa’ perche’, ma tutto questo mi ricorda la spedizione alle Canarie dello scorso anno, evidentemente questo è il pegno da pagare per poter assistere ad una pioggia di meteore.
Tuttavia questa volta il cielo ci viene incontro e superato il piccolo e spettrale paesino di Savines le Lac, nei pressi del lago di Serre Poncon, non c’è più traccia di nubi e ci fermiamo al primo piazzale sterrato che incontriamo.
E’ mezzanotte e la pace è completa: ci troviamo immersi in un paesaggio collinare di grande suggestione, con la Luna all’ultimo quarto, che sta per spuntare dai rami di un albero scheletrico.
Ma ciò che più importa è che il cielo è bellissimo, limpido al punto di poter scorgere comodamente la Via Lattea invernale, anche col disturbo lunare.
La soddisfazione è immensa, ora tocca alle meteore non deludere i nostri sforzi. Quasi a volerci dare un segno, ecco una luminosa leonide bianco-azzurra, spuntare dall’orizzonte che ancora nasconde il radiante di questo sciame.
Dall’1.00 alle 2.00 si assiste ad un repentino aumento del numero di meteore, mi stendo sul cofano dell’auto per abbracciare con lo sguardo più cielo possibile e dalle 2.00 alle 3.00 ne contiamo un centinaio, il disturbo lunare è completamente ininfluente.
Non è una tempesta come lo scorso anno, tuttavia ne sta valendo la pena, è sempre incredibile ed emozionante, vedere sfrecciare in cielo questi lampi azzurrini, a volte effimeri, a volte entusiasmanti. Ma ecco che la pioggia si fa ancora più intensa, ci ridestiamo completamente dalle fatiche di questa lunga giornata e sentiamo un po’ meno il freddo (-5°).
Dalle 3.00 alle 4.00 contiamo circa 200 meteore. La Luna si proietta proprio sul radiante, nella falce del Leone e sembra lei stessa lanciare quegli incredibili fuochi d’artificio.
Ma l’incantesimo sta per finire, ormai l’intensità della pioggia sta lentamente calando e albeggia quando ci salutano le ultime leonidi e due bolidi. Poco dopo, mentre facciamo ritorno alla locanda fiancheggiando il bellissimo lago, su una strada completamente ghiacciata, la luce del giorno torna a colorare le vette alpine.
Siamo esausti ma soddisfatti, a Ferrara, dove mi attende mio figlio Leonardo nato il 4 Settembre in contemporanea ad uno sgargiante arcobaleno, è piovuto tutta la notte e anche nel resto d’Italia le cose non sono andate troppo meglio. Ora non resta che attendere il Novembre 2001, che stando alle previsioni di Asher e McNaught, dovrebbe essere l’anno della grande tempesta, ma fino ad allora, ricorderemo questa splendida serata osservativa, in un luogo che ci ha fatto apprezzare in pieno uno di quei rari momenti in cui il cielo, se pur sotto forma di polvere di cometa, incontra la Terra.

Arcobaleno a Comacchio (FE) del 4/09/00

Leonardo Di Giuseppe
LE OSSERVAZIONI
di Ferruccio Zanotti
Le Leonidi sono state sicuramente meno numerose rispetto alla pioggia dell’anno scorso quando, nel momento del picco massimo, ne contavo anche 20 al minuto; queste sono state però sempre spettacolari, molte lente e con scia persistenti ed una magnitudine media compresa fra la 0 e la +3.
Pochi i bolidi: verso le 5.00 è stata avvistata una meteora di magnitudine -1, con flare finale di magnitudine -5.
In totale dalle 0.00 alle 6.00 locali sono state contate circa 700 leonidi.
Dalla mezzanotte all’una ne abbiamo contate poche, mentre dall’1.00 alle 2.00 circa 40, anche se in realtà le osservazioni sono state interrotte diverse volte, per cui il dato non è del tutto attendibile.
Dalle 2.00 alle 5.00 il conteggio si può considerare realistico:
Dalle 2.00 alle 3.00 80 leonidi
Dalle 3.00 alle 4.00 190 leonidi
Dalle 4.00 alle 5.00 180 leonidi
( Tutti i tempi sono in TMEC )
Come nel ’99 apparivano a grappoli, ovvero si contavano diverse meteore una dopo l’altra o anche due o tre assieme intervallate da pause più o meno lunghe. Fra le 3.45 e le 4.10 si sono osservati diversi di questi grappoli, con picchi di 7-8 meteore al minuto. Quindi in base ai nostri conteggi il picco massimo previsto da Asher e McNaught per le 4.44( TMEC), ha anticipato di circa 45 minuti.
Questo un po’ in contraddizione con quanto riportato dall’IMO ( International Meteor Organization ) che ha indicato un picco massimo in accordo con le previsioni con una tolleranza di più o meno 15 minuti. Non sono state eseguite fotografie, visto il disturbo lunare.
Articolo in formato Pdf: Francia_2000