
postazione eclisse nella savana
ZAMBIA 2001: Il ruggito del sole nero
di Massimiliano Di Giuseppe
Gia’ nel corso del lungo volo notturno Francoforte Johannesburg, tra il 15 e il 16 Giugno 2001, la spedizione di Coelum ha occasione di effettuare le prime interessanti osservazioni, sfruttando le incredibili limpidezze dei 10.000 m di quota.
Scopo primario del viaggio, organizzato dal Gruppo astrofili Columbia di Ferrara, in collaborazione con l’agenzia viaggi CTM ( Centro Turistico Modenese ) di Modena, la Coop Camelot e naturalmente la rivista Coelum, è l’eclisse totale di sole del 21 Giugno in Zambia, ma il nostro programma prevede anche tutta una serie di interessanti escursioni in Sudafrica e di osservazioni notturne del cielo australe.
Attorno alla mezzanotte si spengono le luci interne dell’aereo e finalmente possiamo dare un’occhiata dal finestrino. Sotto di noi si estende un territorio nerissimo e misterioso, l’Africa, interrotto solamente dalle luci di qualche sperduto villaggio e dai fuochi accesi nella savana. Sopra di noi un cielo mozzafiato.
Verso le 2.00, fra una turbolenza e l’altra, sorge la falce di Luna calante e la sua luce, diffusa da alti e sottili cirri, crea due rari pareli lunari a 90 gradi l’uno dall’altro.
Io e Ferruccio abbiamo gli ultimi due posti in coda e ben presto la zona diventa un salotto in cui sovente si intrattengono gli altri membri della spedizione: Claudio Balella, Mauro Cipriani, Esther Dembitzer, Diego Pizzinat, Viviana Beltrandi, Annamaria Albertini, Roberto Carli e Gloria Ruju, per scambiarsi i reciproci stupori e commenti.
Alle 4.00 è la volta di un’intensissima luce zodiacale, quasi tridimensionale, che precede una fantasmagorica alba, in cui il disco deformato del sole ci appare sormontato da una sottile linea formata da puntini rossi in lento movimento ( un fenomeno di miraggio superiore chiamato “Novaya Zemlya”,nome dell’arcipelago nell’ oceano artico in cui fu avvistato per la prima volta ).
Johannesburg ci accoglie con un clima decisamente fresco, 15 gradi alle 8.30 del mattino ed inizia il primo trasferimento assieme alla nostra guida Tania, al Lodge 5 stelle, Malelane Sun Intercontinental, che raggiungiamo in tempo per il pranzo. Si trova all’interno del Parco Kruger, un’immensa riserva naturale, vasta come il Veneto, nella quale vivono in libertà centinaia di specie animali, tra cui i cosiddetti ” Big Five”, ovvero leoni, leopardi, elefanti, bufali e rinoceronti.
Lo stesso lodge è completamente immerso nella natura, a poca distanza da un fiume che pullula di coccodrilli e ippopotami.
Nel pomeriggio ha luogo il primo interessante safari in jeep e il primo animale che incontriamo è un piccolo varano, che passeggia tranquillamente sul ciglio della strada.
Poi è la volta di numerosi impala, cudu e zebre, puntualmente preda delle nostre macchine fotografiche e telecamere.
Dalle acacie spuntano i lunghi colli delle giraffe e gli elefanti ci osservano scuotendo le pesanti orecchie. Sul far del tramonto, un giovane leone, proprio accanto alla jeep, ci regala un rauco ruggito e alcuni rinoceronti bianchi, enormi ed inquietanti concludono questo primo assaggio di Africa.
Alle 18.00, in cielo cominciano ad apparire le prime stelle: Canopo, Sirio, Alfa Centauri, la Croce del Sud e notiamo con soddisfazione che il luogo è decisamente buio e limpido.
Fa un certo effetto vedere lo Scorpione e il Sagittario allo zenit, ma ancora di più il rosseggiante Marte, proprio in questo periodo all’opposizione, dominare il cielo dal punto più alto, accanto ad Antares.
Sempre nella stessa costellazione, è sorprendente ad occhio nudo anche l’ammasso aperto M7, che si stacca prepotentemente dalla Via Lattea e uno dopo l’altro, oggetti quali Omega Centauri, Centaurus A, lo Scrigno, Eta Carinae ed altre meraviglie del cielo australe, vengono prontamente puntate con il Dobson da 25 cm autocostruito, che da alcuni anni accompagna le escursioni del Columbia all’estero e tra i compagni di viaggio è tutto un susseguirsi di ovazioni e grida di stupore.
In quel momento sentiamo dei passi provenire da un vicino cespuglio: “Claudio sei tu?” Domandiamo.
In tutta risposta ci arriva un suono lugubre e gutturale, assolutamente inquietante. Dopo qualche attimo di comprensibile panico, capiamo trattarsi di un ippopotamo, evidentemente incuriosito dalla nostra presenza e conoscendo la proverbiale aggressività di questi animali, riprendiamo le osservazioni solo dopo esserci sincerati che il recinto di protezione del lodge sia integro e sicuro.
A quel punto la stanchezza comincia a farsi sentire e decidiamo di concederci un meritato ma breve riposo, dal momento che prevediamo di alzarci alle 4.45 per tentare l’osservazione della cometa Linear A2, stimata di magnitudine 4,5, visibile in questo periodo solo dall’emisfero australe, nella costellazione della Balena. Tuttavia il tentativo è reso difficoltoso dal sottile ma lucente spicchio di Luna e rinunciamo all’impresa quando comincia ad albeggiare, è il momento di prepararsi ad un nuovo safari.
Ci accorgiamo ben presto dell’importanza di vestirsi a strati in questo periodo e nonostante le pesanti coperte, forniteci dai ranger, fatichiamo a non battere i denti, sotto le sferzate gelide che entrano nella jeep. Alle 6.40 del 17 Giugno il sole sorge e illumina la savana, popolata da svariati animali e da un gran numero di uccelli variopinti: tucani, buceri, colibrì, cicogne, aquile dalla testa bianca, merli azzurri, martin pescatori ecc.
Dopo una breve colazione in uno sperduto lodge, facciamo conoscenza con facoceri e gnu, seguiti a poca distanza da una famigliola di manguste, un branco di babbuini ed una iena che ci guarda sogghignando. Sicuramente l’immagine più significativa di questo safari, ci si offre nei pressi di un piccolo specchio d’acqua, per metà ricoperto da alghe rosse, che contrastano incredibilmente con il blu del cielo. Completano il quadretto, proprio di fronte a noi, due splendidi esemplari di trampolieri colorati, perfettamente immobili, come a volersi far immortalare.
Durante la sosta per il pranzo, che avviene in un località del parco chiamata Skukuza, incontriamo alcuni membri del gruppo astrofili di Forlì, anche loro di passaggio in Sudafrica, con destinazione finale in Angola e ci diamo appuntamento al nostro lodge.
Al nostro ritorno ci attende uno spettacolare tramonto, che si specchia nelle acque verdi del fiume e poco dopo, la Grande Nube di Magellano, molto bassa sull’orizzonte sud.
Come la sera precedente, proseguono le osservazioni e le fotografie delle più interessanti zone del cielo e questa volta Ferruccio e Claudio, si posizionano quasi nel fiume dei coccodrilli, per avere una visione più agevole dell’elusiva Sigma Octantis e procedere quindi alla non semplice messa in stazione degli strumenti.
Il giorno 18, di buon mattino, abbandoniamo il parco Kruger e affrontiamo un lungo e impegnativo percorso sulle montagne del Drakensberg, in una regione chiamata Mpumalanga. La prima tappa è lo Shangana Village, una fedele ricostruzione di un villaggio tribale con tanto di Capo tribù e Stregone, in un contesto decisamente turistico, seguita dalle interessantissime escursioni alla God’s Window e al Blide River Canyon, che ci offrono un bellissimo scorcio su un’immensa vallata piena di foreste ed una visione di suggestive cascate e curiose formazioni geologiche chiamate ” marmitte dei giganti”, opera della millenaria erosione dei ciottoli, trasportati dal fiume.
Infine, la spettacolare vista panoramica delle Three Rondavels, una copia quasi perfetta del Grand Canyon americano. I terreni stratificati, che sprofondano nel burrascoso Blyde river, sono illuminati di rosa dalla luce del tramonto e ci guardano dalle profondità del tempo, la pace è assoluta.
E’ già buio quando arriviamo al piccolo paesino di Pilgrim’s Rest a 1800m di quota, un caratteristico villaggio di cercatori d’oro e scarichiamo le tonnellate di bagagli e strumentazione al bellissimo Royal Hotel, in splendido stile vittoriano.
Dopo un’abbondante cena, siamo nuovamente pronti per le osservazioni astronomiche e grazie alla disponibilità del nostro autista Mike, veniamo condotti in cima ad un monte, con tanto di piazzale panoramico, da cui possiamo godere della vista dell’intera volta celeste.
Il cielo è spettacolare, ancora meglio che al Kruger e la Via Lattea esplode in una miriade di stelline, frammiste a nubi brillanti e scure ed è impressionante il rigonfiamento della stessa in corrispondenza del Sagittario, cosa difficilmente apprezzabile alle nostre latitudini.
Tutti sono naturalmente euforici ed io stesso devo riconoscere che il sito osservativo non ha nulla da invidiare per trasparenza al deserto cileno, meta di un precedente viaggio 2 anni fa, anche se non altrettanto si può dire del seeing, decisamente più turbolento.
Marte infatti, pur essendo allo zenit, non mostra dettagli particolarmente difficili e come nelle precedenti serate, ci dedichiamo in prevalenza all’osservazione e alla fotografia del profondo cielo.
Da segnalare sicuramente la Piccola Nube di Magellano, vista quasi sopra l’orizzonte, grazie alle eccezionali condizioni atmosferiche e il concentratissimo e luminoso ammasso globulare 47 Tucanae. Non meno suggestive le osservazioni al binocolo dell’intricato complesso di nubi oscure della Pipe Nebula e Rho Ophiuchi, le tenui ma ben risaltabili ” Impronte di gatto” nello Scorpione, il nerissimo “Sacco di Carbone” nella Croce del Sud ed altri memorabili campi stellari di rara bellezza.
Le nebulose Laguna, Trifida ed Omega e l’ammasso globulare M22 nel Sagittario, rivelano con il Dobson particolari entusiasmanti ed è veramente appassionante la scoperta di oggetti meno noti quali gli ammassi globulari NGC 6397 nell’Altare di magnitudine 7,3 e dimensioni 19′, un bellissimo oggetto, vasto, luminoso e fittissimo ed NGC 6541 nella Corona Australe, molto contrastato nel cielo nerissimo.
Sempre nel Sagittario sono ben visibili, anche senza l’ausilio del filtro O III, le difficili nebulose diffuse NGC 6559 ed IC 4685, proprio in corrispondenza del centro galattico.
Ma anche questa splendida notte ha un termine e l’indomani, 19 Giugno, siamo di nuovo in viaggio per una visita a Pretoria, capitale amministrativa del paese, seguita da una sosta alla Golden Reef City, una sorta di museo-parco turistico, costruito attorno ad’una vecchia miniera d’oro abbandonata nei pressi di Johannesburg, visitabile con un’interessante escursione a 200m di profondità. La sera pernottiamo al lussuoso Balalaika Hotel di Sandton, rilassandoci prima del fatidico spostamento in Zambia, previsto per il giorno dopo.
Di buon mattino, all’aeroporto di Johannesburg, salutiamo Nadia e l’ottima organizzazione che ha caratterizzato tutta la nostra permanenza in questo paese, dagli standard decisamente europei ed ora affrontiamo la parte sicuramente più avventurosa del viaggio: ci addentriamo nell’Africa Nera!
L’aereo di linea ci deposita come previsto, dopo un breve volo, in un piccolo aeroporto in Zimbabwe, non troppo distante dalle Victoria Falls, le famose cascate Vittoria.
Qui abbiamo il primo impatto con le proverbiali lungaggini burocratiche ed organizzative africane e solamente dopo 3 ore di attesa, si fanno vivi i piloti dei due piccoli aerei da turismo che ci devono portare a Lusaka, capitale dello Zambia.
I piloti, uno dei quali una bellissima ragazza bionda di nome Gillian, ci promettono, scusandosi del contrattempo, un sorvolo a bassa quota delle cascate Vittoria, non previsto da programma.
Io e Ferruccio saliamo sull’aereo di Gillian, un piccolo Piper da due posti e dopo pochi minuti, ci si presenta il grandioso spettacolo delle cascate, con l’enorme fiume Zambesi, che precipita in un profondo crepaccio, sollevando nuvole di vapore tra variopinti arcobaleni.
Tutt’attorno, si estende la sterminata savana. Alle 17.00 siamo all’aeroporto di Lusaka, quindi, su un pulmino, tra mille sobbalzi, giungiamo al Pamodzi Hotel, un 5 stelle che contrasta incredibilmente con le capanne e baracche incontrate lungo la strada, fino a qualche attimo prima. La serata in hotel è tutta dedicata alla preparazione e discussione di tecniche per riprendere e fotografare al meglio la tanto attesa eclisse dell’indomani e l’emozione è forte.
Il 21 Giugno, alle 7.00, siamo già pronti per recarci al luogo previsto per l’osservazione dell’eclisse, il Chisamba Safari Lodge, situato nei pressi della linea della centralità, tuttavia non altrettanto è il nostro autista evidentemente frastornato da questa vera e propria invasione di turisti, giunti da tutto il mondo per assistere all’importante fenomeno. Alle 11.00, infatti, dopo aver percorso numerose strade sterrate, approdiamo in una radura e qui l’autista si ferma indicandoci il luogo in cui osserveremo l’eclisse.
Con nostra sorpresa, non vediamo traccia di lodge, siamo in piena savana ed è tutto oltremodo selvaggio. Dopo qualche attimo di preoccupazione, notiamo nelle vicinanze alcuni gruppi di americani e giapponesi, già alle prese con telescopi e macchine fotografiche, se non altro, pensiamo, non siamo soli. Ci consultiamo brevemente e decidiamo di rimanere in questa amena località, che si rivelerà comunque molto meglio di quella originariamente prevista da programma. Perlustriamo infatti la zona, seguendo un sentiero che sale al di sopra di un piccolo argine e inaspettatamente ci appare uno stupendo panorama: da un lato, un laghetto azzurro, con tanto di ninfee rosa e viola e svariati tipi di uccelli acquatici, dall’altro, la savana, che si estende a perdita d’occhio con tonalità dal giallo al brunastro, punteggiata da verdi acacie solitarie.
Un rapido sguardo al sole e capiamo subito che fra 4 ore, si troverà proprio sopra al laghetto , con prevedibili effetti speciali, durante la totalità.
Niente male, dopo tutto siamo completamente immersi nella natura, con un angolo tutto nostro ed un albero sotto le cui fronde è possibile ripararsi ogni tanto dal potente sole africano, che splende in un cielo limpidissimo. Iniziamo quindi a preparare la strumentazione: come nel caso delle precedenti 2 eclissi di Antigua e Salisburgo, mi sono portato il fedele Tansutzu ( 114/ 900 ), per osservazioni visuali, che posiziono sulla montatura di Ferruccio, ospitante in parallelo il suo teleobiettivo 1000 mm f 11.
La spedizione può contare inoltre su 7 telecamere, 8 macchine fotografiche con diversi teleobiettivi fra i quali il Pentax 75 mm di Claudio, con i quali documenteremo il sole eclissato e lo stupendo paesaggio nel corso del fenomeno. Alle 13.41 ora locale, siamo tutti pronti per osservare il primo contatto ed in tutta la valle è un continuo scattare di macchine fotografiche.
Dopo una buona mezz’ora, la luce comincia a cambiare, ci sembra di indossare un ulteriore paio di occhiali da sole, mentre il disco nero della Luna, si fa lentamente ma inesorabilmente strada, tra le numerose macchie solari.
Ogni tanto, diamo uno sguardo tra l’erba, per sincerarci della situazione insetti e/o rettili, dopo un’iniziale disavventura di Ferruccio, assalito da numerose termiti, ma tutto sembra tranquillo e nonostante il vicino specchio d’acqua, anche le zanzare sono inesistenti.
Alle 14.45, la luce è sensibilmente calata in una tonalità verdastra, le foto e le riprese procedono a ritmo sostenuto ed i giapponesi sono in fermento.
Ci siamo quasi, posiziono la telecamera fissa sul paesaggio, con un’esposizione manuale ferma ad 1/250, in modo da apprezzare il calo repentino di luce al momento della totalità mentre gli animali cominciano a dare segni di agitazione e i richiami degli uccelli si fanno insistenti. Avverto gli affaccendati alla loro telecamera o macchina fotografica, di non perdersi lo spettacolo anche ad occhio nudo, il calo di luce è ora velocissimo ed il sole, alto in cielo 35°, si è ridotto ad un punto che rimpicciolisce sempre più.
Ora il cielo è cupo, quasi minaccioso, tutt’intorno, un silenzio carico di tensione, rotto solo dal gracidare delle rane e l’orizzonte comincia a tingersi di un giallo sempre più vivido.
“Togliete i filtri!”è l’urlo di Ferruccio, che riecheggia nella savana. Sono le 15.09, compare la corona, spettacolare, luminosissima, che evidenzia una forma simmetrica, tipica dei periodi di massimo solare e tutta una serie di delicati filamenti nella parte esterna, che la fanno somigliare ad una delicata ragnatela di luce madreperlacea.
I commenti si alternano a frasi concitate: “Avete visto Giove?”, “Che corona ragazzi!”, ” Le protuberanze, le vedete le protuberanze?”, “Guardatele al Tansutzu, sono viola!”. In questi 3 minuti e 33 secondi fantastici, trovo la lucidità per catturare ruotando la telecamera, anche qualche immagine del paesaggio crepuscolare, in cui il nostro gruppo, assieme a quello degli scatenatissimi giapponesi, ha la fortuna di trovarsi. Ma ormai il ritorno della luce del giorno è imminente.
“Eccolo, attenzione, sta uscendo!”, “Come di gia’?” ” I grani di Baily! L’anello di diamante!”. Nuovi applausi e nuove urla. E’ fatta, i commenti sono entusiastici, mentre ci si complimenta e ci si abbraccia. Ci raggiungono anche gli autisti, ancora increduli, per lo spettacolo cui hanno assistito, mentre alle 16.27 ha luogo l’ultimo contatto. Ora il sole, dopo la breve notte dell’eclisse, sta tramontando sul serio, specchiandosi nel laghetto e offrendo lo spunto per nuove spettacolari foto.
Al rientro in hotel, siamo ancora euforici e mentre riguardiamo per l’ennesima volta le nostre riprese, pianifichiamo il programma per gli ultimi due giorni di permanenza in Zambia. Il giorno 22 è dedicato alla città di Lusaka, con un’interessante giro al mercato e una sosta ad un villaggio tipico, in cui è possibile acquistare svariati oggetti di artigianato locale.
La giornata si conclude con una cena all’aperto all’African Cafe’, con balli e canti tribali ed un curioso braciere, posizionato sotto ai tavoli, con funzione di scaldino vista la temperatura piuttosto rigida.
Il 23 è la volta del “vero” Chisamba Safari Lodge, in cui sostiamo per tutta la giornata, con un piccolo safari nei dintorni. Un rilassante tramonto, con una sottilissima falce di Luna crescente ed un ultimo sguardo, già con un po’ di nostalgia, al cielo australe e ai magnifici oggetti che contiene, concludono nel modo migliore, la permanenza della spedizione di Coelum in Africa.
E’ il momento di fare le valigie e prepararci al lungo ritorno a casa, anche se ci ripromettiamo di ripetere l’esperienza già il prossimo anno in Namibia, quando l’eclisse interesserà nuovamente il continente africano. Appuntamento quindi al 4 Dicembre 2002, per un nuovo, grandioso e sconvolgente spettacolo della natura!
LE FOTO ASTRONOMICHE SONO DI CLAUDIO BALELLA
Articolo in formato pdf: Zambia_2001
io sono gia stato in sud africa…ho raccontato tutto su
http://www.haisentitoche.com/
ci sono foto e video del mio soggiorno in questo questo bellissimo paese