NORVEGIA 2023: le Aurore dell’Equinozio!
di Massimiliano Di Giuseppe

Dopo l’avventura a Levi in Finlandia dello scorso anno eccoci di nuovo in viaggio verso il Grande Nord, questa volta le mete sono Tromso e Malangen in Norvegia. Il viaggio è organizzato ancora una volta con la collaborazione di Gattinoni-Robintur, mentre il tour operator locale è il già collaudato Delta of Scandinavia. Come mai il viaggio a caccia di aurore è stato organizzato verso la fine di Marzo e non per esempio a Gennaio o Febbraio come fanno tante agenzie? Questo mi chiedono alcuni partecipanti durante la raccolta delle adesioni…Ebbene, molti esperti considerano l’Equinozio di Primavera o d’Autunno come il periodo perfetto per vedere le aurore boreali e il motivo è presto detto. Durante gli equinozi l’asse terrestre è laterale rispetto al Sole e il nostro campo magnetico si “sincronizza” con il flusso del vento solare. Durante un equinozio quindi è più probabile che le particelle cariche espulse dal Sole vengano accelerate lungo le linee di forza dei poli magnetici terrestri, aumentando così la probabilità di spettacoli aurorali.
Lo chiamano “effetto Russell-McPherron“dal nome dai due fisici dell’Università della California che l’hanno spiegato per la prima volta. Attualmente il nostro Sole sta anche aumentando la sua attività poiché si sta avvicinando al massimo del suo ciclo undecennale, la prova ne è che nelle ultime settimane si è notata la presenza di numerose macchie solari sulla superficie della nostra stella, responsabili di molti brillamenti, alcuni dei quali anche piuttosto intensi.
Con queste ottime premesse, il nostro gruppo si ritrova per la partenza il 18 Marzo all’aeroporto di Bologna alle 4.30. La prima ad arrivare è la storica Esther Dembitzer, che anche questa volta non vuole mancare, poi rivedo dopo il lontano viaggio in Mongolia del 2008, Antonella Gilli, accompagnata dalla nuova conoscenza Giulia Baroni e di lì a poco compaiono altri volti nuovi: Patrizia Stefanelli, Maria Cristina Bettelli, Nadia Bertarelli, Maria Grazia Ferrari, Ilaria Rossi, Matilde Montagnani, Paolo Montagnani, Matteo Mo Xi Montagnani ed Elisa Rossi. L’aereo della Lufthansa parte puntuale alle 6.40 e alle 8.10 facciamo scalo a Francoforte in cui raccogliamo Gianni Botondi e Simonetta Pastorboni di Roma a cui stringiamo la mano per la prima volta e da qui arriviamo a Tromso in Norvegia alle 13.25.

L’impatto è un po’ deludente, il cielo grigio assieme alle previsioni meteo non troppo confortanti mettono qualche dubbio alla spedizione sulla possibilità di avvistare aurore nel corso di questo tour, il ricordo dello scorso anno con nessun avvistamento causa meteo avverso è ancora vivido. Ma per fortuna, durante il tragitto in pullman per Malangen si aprono lentamente squarci tra le nubi ed emerge un pallido sole che prende via via più forza ed illumina uno splendido paesaggio innevato. Il morale si risolleva, costeggiamo i fiordi, che offrono scorci sempre bellissimi anche se già visti proprio qui nel Dicembre del 2017 ed Esther, da brava ex insegnante di Geografia, prende il microfono e inizia a spiegare ai compagni di viaggio tutto quello che c’è da sapere sulla Norvegia ( popolazione, usi, costumi, territorio, economia…).
La strada ghiacciata ora luccica contro sole quando arriviamo al nostro Malangen Resort a 70 km a sud di Tromso, disbrighiamo il check in ammirando il panorama fuori dal grande finestrone in cui un cielo sempre più azzurro fa ben sperare per stasera! Fatico a portare le valigie senza scivolare fino alle casette in legno che ci sono state assegnate ( quest’anno non siamo nell’albergo principale) e aiuto Esther e i più bisognosi.
La casetta rossa è calda e confortevole, sopratutto la stanza da letto al piano superiore, si lasciano gli scarponi all’entrata e si entra subito in una dimensione intima e accogliente. Uscendo poi sul piccolo terrazzo ci si presenta uno stupendo panorama: il sole sta tramontando sul fiordo con riflessi oro sulle acque placide ed in lontananza emergono dalle nubi una serie di montagne innevate dal profilo arrotondato. Magnifico! Tutto ciò merita qualche foto e ripresa, ripagandoci delle fatiche e delle lunghe ore di viaggio. Osservo la lunga fila di casette in legno di fianco e di fronte alla mia, non c’erano nel 2017, così come non c’erano altre file sul lato opposto dell’albergo, si sono proprio dati da fare i norvegesi in questi anni!




Ci ritroviamo tutti quanti a cena con un ottimo salmone alla brace e altri piatti tipici norvegesi. Mentre si fa conoscenza con i nuovi astroviaggiatori nel cielo ancora chiaro del tramonto, dal finestrone accanto a noi spunta una luminosissima Venere, segno che è meglio andare a dare un’occhiata fuori…
Bastano pochi passi sulla neve al riparo di qualche luce dell’albergo e una bella aurora verde è di fronte a me sopra il fiordo, si sta facendo strada con tenui movimenti tra una nube e l’altra, silenziosamente. Corro ad avvisare gli altri che non si lasciano sfuggire questa occasione. L’aurora non è molto vasta, poiché gran parte del cielo è coperto, ma è molto suggestiva, uno sbuffo verde sopra una delle casette rosse. Alcuni membri della spedizione tra cui Gianni, sfoderano gli smartphone ottenendo risultati molto interessanti. Il cielo si copre del tutto, torniamo dentro per terminare la cena per poi uscire poco dopo, si aprono altri squarci e nuovi sbuffi verdi si alzano qua e là.



L’attività aurorale del sito Norway Lights da un valore dell’indice kp di 2/3, non molto alto ma sufficiente a queste latitudini per vedere qualcosa di buono. Gran parte del gruppo è riuscito a vedere le aurore, mancano alcuni e le amiche modenesi si ripromettono di uscire ancora una volta vestite a dovere ( la temperatura è di -7). Le attendo nella hall, ma ecco un urlo provenire dalla porta d’ingresso dell’hotel, è Patrizia…si tiene il braccio dolorante mentre entra di corsa. Cos’è successo? Chiedono tutti. E’ stato il ghiaccio… una scivolata proprio davanti alla pesante porta a vetri è stata fatale per il polso che a una prima occhiata sembra rotto. Mobilitiamo l’assicurazione di Robintur e facciamo chiamare dall’hotel un’ambulanza. Accidenti…questa non ci voleva, proprio all’inizio del viaggio! Patrizia è sconfortata e sofferente. I medici sono solerti e confermano la nostra diagnosi, è opportuno portarla in ospedale.
Rimango in contatto con Grazia che la accompagna a Tromso e che attorno alla mezzanotte mi da notizie positive, Patrizia sta meglio ed il braccio è stato ingessato, stanotte rimarranno in ospedale per le procedure burocratiche e gli accertamenti del caso, le rivedremo l’indomani.
19 Marzo, il nuovo giorno mi accoglie con un nuovo panorama incantevole dalla finestra della camera, il sole splende in un cielo terso ed un freddo pungente mi sveglia del tutto sul terrazzino. Osservo ancora le casette rosse con tetto appuntito coperte di neve, qui ogni angolo meriterebbe una foto, le montagne sul fiordo si vedono benissimo, il cielo è blu, con qualche sporadica nube. Infilo i Moon boot per non rischiare le scivolate di ieri sera ( anche Esther ne è stata vittima, fortunatamente senza conseguenze) e scricchiolando sul ghiaccio in mezzo al bosco dietro le casette, mi avvicino al Resort. Mi fermo a guardarne una isolata sul fiordo con funzione di sauna, che nel 2017 era ancora in costruzione. Proprio sopra a quella casetta Lauro aveva immortalato le aurore con una Geminide, le stelle cadenti di Dicembre.




La colazione è ottima e abbondante nella stessa sala della cena di ieri sera e man mano arrivano gli altri del gruppo che mi chiedono come sta Patrizia, che nel frattempo è tornata e sta giustamente riposando in stanza, la situazione è sotto controllo.
Con Antonella, Giulia, Gianni e Simonetta decidiamo di fare un giro nei dintorni vista la splendida giornata. Passeggiando lungo il fiordo di Malangen, Gianni mi racconta che prima di andare in pensione è stato Generale dell’esercito ed ha viaggiato molto, rimane tuttavia colpito dal mio viaggio a Baikonur fatto nel 2019 per veder decollare l’astronauta Parmitano con la Soyuz, quello è un viaggio che gli sarebbe piaciuto molto, mi confida.
Passiamo di fianco alle ultime casette del Resort, in una di queste alloggia la famiglia Montagnani e i 2 bambini Matilde e Mo Xi giocano felici a palle di neve. Poco più avanti, seguendo la strada si arriva a qualche casa isolata sul fiordo, una famiglia sta pescando e poco più in là una panchina solitaria in mezzo al nulla ci ispira per qualche foto in un’atmosfera di pace assoluta.




Tornati al Malangen ci ricongiungiamo col resto del gruppo che è intento a esplorare i dintorni del Resort, la vasca Jacuzzi e la sauna. Sopra di noi, attorno al sole compare un alone e un arco tangente superiore, fenomeni ottici comuni a queste latitudini simili ad arcobaleni, che si formano in presenza di cristalli di ghiaccio nelle nubi sottili.





Come in ogni viaggio in territori nordici che si rispetti arriva il momento dell’escursione con i cani da slitta, ci raggiunge la guida Margret, che divide in 2 il nostro gruppo, parte per prima la famiglia Montagnani + Esther, poi tocca a me e al resto dei partecipanti. Come al solito la gita è preceduta dalle dovute spiegazioni per indossare gli speciali equipaggiamenti termici e una volta sul posto, dopo una scarpinata in salita di una mezz’ora, ci viene mostrato nei dettagli il funzionamento della slitta. Gli Husky ci hanno già sentiti e iniziano a guaire e un bel gatto persiano ascolta assieme a noi le spiegazioni. Il tempo di incrociare i nostri compari del primo gruppo che scendono a valle e tocca a noi!





Io sono alla guida della slitta in cui si siede Cristina, davanti a me quella con Antonella e Giulia, Nadia, Grazia, Gianni e Simonetta sono sull’altro lato con la guida.
Attendiamo il segnale per la partenza tenendo saldamente il piede sul freno mentre le guide finiscono di assicurare i cani alle slitte. Si parte! Antonella decolla letteralmente, un volo all’indietro spettacolare ma per fortuna non troppo rovinoso. La guida accorre per verificare se è tutto a posto e recuperare cani e slitta che stanno proseguendo senza il conducente. Mentre Antonella si rialza scrollandosi la neve parto io, i cani decidono autonomamente di non seguire il sentiero tracciato e mi ritrovo a governare la slitta con molta fatica sulla neve fresca. Solo la decennale esperienza con questo mezzo mi evita la caduta e traballando ci ricongiungiamo al resto della carovana…




Il percorso è lo stesso di 6 anni fa, una serie di saliscendi in un paesaggio suggestivo in cui il cielo si è fatto nuvoloso. I cani abbaiano e tirano furiosamente la slitta, a volte occorre spingere il freno anche in salita! Affrontiamo 15 km in mezzo a foreste e ampi pianori ghiacciati con il giusto spirito e Cristina documenta il tutto con foto e video.
Al termine di questo anello, ci attende una Kota col fuoco acceso, succo di mirtillo caldo e carne di renna. Il dispendio di energie è stato comunque grande per cui decido di mangiare qualcosa anche in hotel, una zuppa di pomodoro e un caffè, poi un po’ di relax in camera.

Sistemo foto e appunti fino all’ora di cena che effettuiamo questa volta nel privè, salutiamo finalmente Patrizia che ci mostra il braccio fasciato e ci racconta la sua sfortunata esperienza, in attesa che ci vengano servite ottime portate tra cui agnello al forno. Mo Xi sta giocando a biliardo con il papà su un lato del privè quando Gianni ci avvisa che Simonetta, dalla finestra della sua stanza, sta osservando delle belle aurore. Caspita! Mi infilo giubbotto e berretto di pelo ed esco all’aperto, l’aurora c’è e con andamento serpentiforme sta salendo dal fiordo, uno spettacolo però di breve durata sempre a causa del meteo e quando arrivano gli altri le nuvole hanno già messo il sipario su questa meraviglia della natura. Provo di nuovo ad uscire dopo il dolce e individuo un astrofilo che sta facendo foto dal pontile, è un inglese, mi mostra qualche posa fatta in mezzo alle nuvole in cui si individua l’inequivocabile colore verde delle aurore.


Alcune sono molto belle, ad occhio nudo però si indovina appena qualcosa.
Più tardi, accompagnando la famiglia Montagnani ai loro alloggi, che sono in una zona abbastanza buia, proviamo a scrutare l’orizzonte. Solo nelle foto fatte al cellulare da Ilaria si intravede un tenue chiarore, l’aurora c’è ma le nuvole stasera non collaborano proprio, meglio a questo punto ritirarsi in camera.
20 Marzo, è il giorno dell’Equinozio di Primavera, una data che può variare nel corso degli anni dal 19 al 21, uno sfasamento dovuto al fatto che l’anno siderale dura 365 giorni e 6 ore e non 365 giorni, come l’anno “tipico” del calendario Gregoriano (quello che abbiamo appeso in cucina).
Il cielo è variabile, stamattina abbonderemo il Malangen e dopo colazione aiuto di nuovo con le valigie Esther che poi spiega astronomia in pullman nel nostro ritorno a Tromso. Anch’io prendo la parola tornando sul fenomeno delle aurore, che speriamo di vedere in tutta la loro magnificenza le prossime 2 sere, in cui avremo un pullman a disposizione per spostarci in caso di meteo avverso.




Qualcuno ci saluta dalla strada innevata, si arriva a Tromso col sole, la prima volta che mi capita di vedere questa città con il bel tempo, arrivati al nostro hotel Thon, che si trova di fronte al Thon Polar del 2017, depositiamo i bagagli e ci prepariamo per girare liberamente in città.
Tromso gode di un clima mite grazie alla corrente del Golfo, fu fondata circa 200 anni fa, ma i primi insediamenti umani risalgono a migliaia di anni fa. Agli inizi del ‘900 fu il punto di partenza per le spedizioni verso l’Artico da qui il soprannome di Porta sull’Artico.
Prova ne è la statua dedicata al celebre esploratore Roald Amundsen nella piazza che porta il suo nome a poca distanza dall’agenzia Northern shots, la stessa di 6 anni fa che ci porterà stasera a caccia di aurore ed in cui prenotiamo l’escursione al villaggio Sami per l’indomani. Ci affacciamo poi al vicino porto n cui sono ormeggiati giganteschi rimorchiatori commentati nel dettaglio dal “Generale”. Ripassiamo in centro di fianco alla Cattedrale in stile neogotico e pranziamo al ristorante Egon in cui il gruppo si ricompatta, con hamburger e torta di mele.
Un po’ di riposo in hotel, poi acquistati i panini per la sera ritorniamo al Northern shots da cui verso le 19.00 partiamo con un comodo e grande pullman assieme ad altri turisti di varie nazionalità.




Ci accompagnano le due guide Marek e Marta, norvegese il primo, italiana la seconda, che lungo la strada ci raccontano qualcosa sulla natura delle aurore e su come si fotografano. Il cielo è molto nuvoloso e dobbiamo fare una settantina di km prima di arrivare alla nostra meta, il fiordo di Hansness in cui si è radunata parecchia gente, cacciatori di aurore, curiosi e turisti in attesa di un’apertura delle nubi prevista attorno alle 23.30. Attendiamo fiduciosi, Esther posiziona il suo cavalletto brontolando per le continue luci di persone e autobus in transito e provo a spiegare qualche costellazione nei rari squarci allo zenit. Verso l’ora prevista qualcosa si indovina sull’orizzonte nord, un colore verdognolo che esce naturalmente meglio in foto, ma la situazione è piuttosto deludente.
Ci vengono serviti il consueto succo di mirtillo caldo e dolcetti, poi Marek e Marta ci invitano a risalire sul pullman, hanno ricevuto una segnalazione di cielo parzialmente sereno dalla periferia di Tromso, ci spostiamo dunque di corsa e fortunatamente quando è ormai quasi l’una ci troviamo sotto un buon cielo e belle aurore verdi che si muovono veloci tra le nubi. L’attività 4 dell’indice kp è evidente, mi sembra anche di notare una colorazione diversa ad occhio nudo in alcune aurore. La conferma arriva poco dopo dalle foto con aurore rosa e viola bellissime! Il gruppo è decisamente soddisfatto, non abbiamo ancora osservato le aurore in condizioni ideali ma abbiamo già portato a casa risultati di tutto rispetto.






Salutiamo quindi e ringraziamo le nostre guide una volta tornati al Northern Shots dandoci appuntamento per l’indomani.
21 Marzo, la mattina ci accoglie con una bella nevicata, raggiungiamo a piedi il Blu Radisson Hotel da cui è prevista la partenza in pullman per la “fattoria delle renne e dei Sami”a Camp Tamok ad Oteren, che raggiungiamo dopo un’oretta di viaggio tra belle foreste innevate. Una volta sul posto siamo accolti da alcune donne Sami in abito tradizionale che ci danno il benvenuto e ci spiegano sotto una grande tenda chiamata Lavvu, molto simile a quelle degli indiani d’America, come si vive in Lapponia allevando le renne, la loro principale fonte di cibo, pelli per indumenti e quant’altro. Poi ci forniscono secchielli colorati con mangime e decine di renne accorrono per infilarci dentro il muso, ma ce ne sono ancora di più, raccolte in gruppi sparsi fino all’orizzonte. Tira un forte vento e continua a nevicare mentre siamo affaccendati in questa curiosa incombenza. Le osservo, alcune hanno le corna, ad altre stanno ricrescendo, tutte sono comunque molto voraci.





Le donne Sami ci mostrano poi le tecniche per lanciare il lazo, bisogna centrare le corna di renna su una staccionata, ci prova Ilaria e subito dopo anch’io ed altri del gruppo con buoni risultati. Ci scaldiamo a questo punto all’interno di una Kota oscura in cui ci viene servita una zuppa di stufato di renna che Matilde e Moxi sembrano apprezzare. Nuove spiegazioni dopo pranzo sulle tradizioni e la vita dei Sami e canto finale Yoik di commiato e buona fortuna. In effetti nel 2017 ad Alta, il canto Yoik aveva preceduto una tempesta aurorale spettacolare, speriamo sia di buon auspicio!




Di ritorno a Tromso abbiamo poco tempo per riposarci perché siamo di nuovo al Northern Shots per la nuova escursione serale, questa volta assieme a Marta ci sarà un altro italiano, Mirco, un ragazzo dinamico e vivace che ci spiega che ci porterà in Finlandia a 200 km di distanza, dove è sicuro di trovare condizioni meteo buone. Percorriamo come la sera precedente il centro di Tromso, il lungo ponte che conduce alla Cattedrale dell’Artico e costeggiamo il fiordo in cui in una sottile striscia di cielo turchese e metallico ad ovest, sta occhieggiando il pianeta Venere. Tutto il resto è coperto da nubi scure che ben presto si chiudono su di noi scaricando una poderosa nevicata. La neve accompagnata dal vento non smette di cadere per tutta la durata del tragitto mentre Mirco, parla ininterrottamente in inglese al variegato pubblico che un po’ ascolta, un po’ si assopisce e un po’sgranocchia i panini comprati prima.

Solo quando passiamo il cartello Finlandia e arriviamo alla località di Enontekio, il pullman si ferma, parcheggiando sul lato dell’ampia strada deserta e a quel punto siamo invitati a scendere. Ci vestiamo come al solito pesantemente, la temperatura è di -11, poi una volta scesa la scaletta siamo accolti da un bel cielo stellato. Incredibile, non c’è una nuvola, Mirco sa evidentemente il fatto suo! C’è anche un accenno di aurora verde verso nord ovest.


E’ possibile trovare un posto al riparo di eventuali luci di auto? chiedo a Mirco. Ma certo, risponde e ci fa cenno di seguirlo su un sentiero che gira dietro a una collinetta. Il ragazzo corre ma il resto della comitiva si sfilaccia a seconda del diverso passo. Esther si ferma accanto ad alcuni arbusti, quella sarà la sua postazione, altri tornano verso il pullman preoccupati dal buio, io procedo assieme al resto del gruppo fino alla destinazione finale. Il buio è completo e le aurore iniziano a danzare in cielo per noi, bellissime ed eteree. Allungano i loro drappi verdi tra i rami scheletrici degli alberi e il bellissimo cielo stellato invernale in cui Orione la fa da padrone.
Finalmente lo spettacolo che tutti aspettavamo, si organizzano foto di gruppo con lo sfondo aurorale, ci sono anche quelle ufficiali scattate con la fotocamera professionale di Mirco e che si potranno poi acquistare al Northern shots. Esorto il “Generale” a scattare qualche foto con il suo smartphone che si è rivelato molto efficace le sere precedenti. “Comandi!” mi risponde e si mette sull’attenti scherzosamente .




Tutti sono entusiasti, anche Marta che racconta che qualche sera prima ha visto uno spettacolo analogo, ma l’attività sta salendo ancora, l’indice kp sta arrivando a 5! Ripercorro il sentiero innevato a ritroso verso il pullman incontrando via via i vari compagni di viaggio e quando sono quasi al pullman sopra la testa si apre una spettacolare Corona aurorale, era dal 2017 che non ne vedevo una! Spero che qualcuno l’abbia fotografata, verifico dai nostri fotografi Gianni, Elisa ed Esther e le aurore ci sono e pure la corona! Molto belle e dai colori accesi le foto di Esther! Questo è il mio decimo viaggio nei paesi nordici dedicato all’osservazione delle aurore ma non ci si abitua mai alla bellezza di queste luci danzanti. Ora tenui ora vivaci, dalle forme più bizzarre e dai colori che si intensificano e diventano evidenti anche ad occhio nudo con l’aumentare dell’attività.







Si vede il rosso! grida Giulia ed in effetti è così, la conferma inequivocabile arriva anche dalle foto, siamo all’apice dello spettacolo, il fenomeno durerà ancora una mezz’oretta poi rimarrà solo qualche tenue bagliore. E’ il momento a questo punto di ritornare al pullman dove le nostre guide hanno già preparato succo e dolcetti. Si torna a Tromso col morale decisamente alto, missione compiuta! Fatti pochi km si piomba di nuovo sotto la tormenta di neve a dimostrazione di quanto sia fondamentale pianificare in un viaggio dedicato alle aurore, spostamenti in pullman in base al meteo.



Il mattino dopo, 22 Marzo, la neve cade ancora abbondante, ma nel ritorno in aeroporto il sole ci saluta, dandoci un arrivederci per la prossima avventura nordica….Siamo a casa ma non è finita qui. E’ doverosa infatti una piccola parentesi… Il giorno dopo il nostro ritorno in patria, durante le prime ore del 23 marzo una crepa si è aperta nel campo magnetico terrestre a causa di una CME ( espulsione di massa coronale dal sole) ed è rimasta aperta per diverse ore. Il vento solare si è riversato attraverso questo squarcio, generando una tempesta geomagnetica che ha raggiunto la classe G4 (su una scala da 1 a 5).
Ciò ha prodotto aurore che dire spettacolari è poco, dai colori incredibili e di una vivacità estrema…con la presenza perfino della rarissima e per me ancora imprendibile aurora blu! No comment, questa volta ci è mancato davvero poco…sarà per la prossima!
Credits Adrien Mauduit
Credits Adrien Mauduit
Credits: Adrien Mauduit
Credits: Adrien Mauduit
Credits: Night lights Films
Credits: Night lights Films
Credits: Night lights Films
Credits: Night lights Films
Credits: Night lights Films
LE ALTRE FOTO SONO DI: Giulia Baroni, Nadia Bertarelli, Cristina Bettelli, Gianni Botondi, Esther Dembitzer, Massimiliano Di Giuseppe, Ilaria Rossi ed Elisa Rossi































