FRANCIA e SVIZZERA 2013: ritorno al CERN!
di Massimiliano Di Giuseppe
Ebbene sì, a distanza di quasi 2 anni una forte richiesta per tornare a visitare il cuore della ricerca mondiale nel campo della fisica delle alte energie, induce la nostra Cooperativa ad organizzare un nuovo viaggio al Cern di Ginevra, naturalmente sempre in collaborazione con CTM Robintur e la rivista Coelum.
Da allora, dal Novembre 2011, ne sono successe di cose, la velocità dei neutrini è stata saggiamente riportata al di sotto di quella della luce ed è stato scoperto il Bosone di Higgs, o per lo meno qualcosa che gli somiglia molto, proprio qui al Cern.
C’è grande curiosità per capire a che punto stanno le ricerche e fino a dove queste si spingeranno i prossimi anni, quando l’acceleratore sarà lanciato al massimo della sua potenza.
Un pullman, come in altre occasioni ci attende al centro commerciale Il Castello di Ferrara, sono le 4 del mattino del 13 Settembre e qui trovo Ferruccio Zanotti in compagnia di alcuni veterani dei nostri viaggi scientifici, come Gian Paolo Lucci, Emanuele Cambiotti, che non si vedeva dai tempi del viaggio in Tunisia del 2002 , i coniugi Germano Dal Fra e Colette Kraus, l’ultima volta con noi in Egitto nel 2006 e la prof Ginetta Zappaterra, in Lapponia svedese quest’anno, in compagnia del marito Bruno Fagioli.
E poi i nuovi Francesca Boccafogli, Simone Furlati, Cristiana Mangolini, Marta Petronici, Alessandro, Enrico e Piero Scabbia, Anna e Nicola Voci. Dopo un’oretta ci fermiamo presso il Centro Commerciale il Borgo a Bologna in cui raccogliamo Mariaeleonora Damato, Nirvana Todaro, Laura e Vanes Vitali.
Alle 5.30, nel buio completo, nuova sosta a Modena con la salita a bordo di Mariarita Bagni, Andrea Becciu, Maria Billi, Orietta Bonfatti, Maria Cristina D’Angieri, Giovanna Guardasoni, Ubaldo Julli, Florinda Longo, Barbara Moris, Eugenio, Marco e Vito Piccinni, Fausto Salvalai, Paolo Salvioli, Alberto Severi, Silviana Siggillino, Giuliana Soncini e Maurizio Venturelli.
Si chiacchiera un po’ nella penombra del bus in attesa che sorga il sole, alcuni invece sprofondano nel sonno, indotto da una sveglia prematura e cammin facendo arriviamo a Piacenza dove un nuovo stop ci fa conoscere Daniel Liut e Lombardi Antonio e ci fa riabbracciare Giovanni Marletta, con noi in Uzbekistan lo scorso anno. Lorenzo, il nostro biondo autista, ferma il pullman anche a Milano, dove raccogliamo gli ultimi due componenti della spedizione Marco Tullio Tirone e Livia Tecla Zottola, siamo 44, un bel numero!
Questa diventa anche la sosta per la colazione prima di riprendere il viaggio che ci porta in Val d’Aosta sotto un cielo blu e limpido che ci fa apprezzare le montagne ed i ghiacciai di quest’area delle Alpi. Passiamo sotto al tunnel del Monte Bianco e riemergiamo in Francia, proprio sotto l’imponente sagoma del monte più alto d’Europa, fa un po’ impressione pensare che 2 mesi fa mi aggiravo in Bolivia ad una quota superiore alla sua vetta…
Dicevo il monte più alto d’Europa, ma non è del tutto esatto, infatti, se consideriamo il Caucaso, come facente parte dell’Europa, ecco che allora l’Elbrus diventa il più alto con i suoi 5642m contro i 4810 del Bianco. Emanuele fotografa le pendici dei ghiacciai mentre scendiamo i tornanti col nostro pullman sotto la guida sicura di Lorenzo, passiamo Chamonix e ci avviciniamo alla nostra meta, Annecy.
Quando mancano pochi km all’arrivo, si accende una spia sonora nel pullman e immediatamente accostiamo sul ciglio della strada. Lorenzo scende di corsa e controlla il retro dell’automezzo: esce acqua dal radiatore, che gocciola lungo la discesa della strada in un lungo rigagnolo.
Uno ad uno i componenti della spedizione si affacciano per vedere che succede, mentre Lorenzo è già sotto il pullman, per cercare di riparare il guasto.
Niente da fare, la cosa è più seria del previsto, tutti fuori, facciamo accomodare i partecipanti su una montagnola di fianco alla strada e procediamo con la richiesta dei soccorsi, meno male che non siamo in un qualche deserto africano o asiatico o sulle piste accidentate delle Ande! Immediatamente arriva la Polizia stradale che si preoccupa che nessuno venga travolto dal traffico, poi una volta contattato il CTM, dopo un’oretta arriva un altro pullman in nostro soccorso, accolto da un applauso scrosciante.
Salutiamo Lorenzo, augurandoci di rivederlo in serata col suo mezzo riparato e scappiamo alla volta di Annecy, non possiamo perdere il tour guidato della bella cittadina francese. Prendiamo possesso delle nostre stanze all’hotel Ibis e facciamo conoscenza con Denis e Catherine, le guide che accompagneranno il nostro gruppo nella la visita del centro storico.
Nota anche come la Venezia della Savoia, Annecy ci sorprende con i suoi canali, i piccoli ponticelli in pietra, le casette colorate ed i negozietti di artigianato. Denis e Catherine ci fanno scoprire piazza S.Chiara, proprio nei pressi del nostro hotel, con tantissimi locali all’aperto e i suoi romantici portici, poi i giardini sulle rive del fiume Thiou, che attraversa la città, con alcune altissime sequoie e la cattedrale di Saint Pierre, del XVI secolo, in cui celebrò messa S. Francesco di Sales, con notevoli opere barocche e un bell’organo del XIX secolo.
Il pomeriggio limpido e assolato ci accompagna nel prosieguo delle visite con il Palais de l’Isle del XII secolo, ovvero le Antiche Prigioni, molto suggestivo, sul fiume Thiou, circondato da viuzze animate e caratteristiche e il Castello di Annecy, antica residenza dei Conti di Ginevra e dei duchi del Ginevrino-Nemours, ramo cadetto della casa Savoia, da cui si gode di una splendida vista sulla cittadina e sul lago. Salutiamo le nostre guide sulle sponde del lago di Annecy in cui rimaniamo un po’a passeggiare nell’aria tiepida della sera.
Il nostro folto gruppo si ritrova poi a cena in un caratteristico ristorante nelle vicinanze del lago, l’Escargot, in cui si rivede anche il nostro autista Lorenzo, felice di aver risolto il guasto e ci si disperde poi a passeggiare tra le vie del centro storico, tornando al Palais de l’Isle, sapientemente illuminato. Alcuni violinisti invitano la gente a ballare per strada, in un’atmosfera di festa.
L’indomani, 14 Settembre siamo in partenza per Ginevra, che raggiungiamo dopo circa 45 minuti e qui rivediamo Pilar, la guida conosciuta sempre in questa città nel 2011, a cui si aggiunge in un secondo momento anche Anna della Caravelle Tour Service. Con loro procediamo in pullman per un giro panoramico della città che ci porta di fronte al Palazzo delle Nazioni Unite, oggi senza bandiere a causa di lavori di ristrutturazione e poi di fianco a tutta una serie di palazzi sedi di importanti Organismi, quali l’alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, la Croce Rossa, l’Unicef, le Organizzazioni Mondiali della Sanità e del Commercio, tanto per citarne alcuni.
La città è situata alla confluenza del Lago Lemano con il fiume Rodano e proprio qui si innalza la famosa fontana Jet d’eau, con i suoi 140 m di altezza, splendida sullo sfondo del monte Bianco.
Le guide ci indicano anche il monumento di Brunswick, l’Orologio Floreale all’ingresso del Jardin Anglaise, il Roseto del parco La Grange, in cui ogni anno a Giugno viene premiata la rosa più bella e poco dopo nel corso di una passeggiata, la Place du Bourg de Four, la piazza più antica della città, l’Hotel De Ville, antica sede del Municipio con i cannoni dell’Antico Arsenale, la Cattedrale di St-Pierre e il Parc des Bastions.
Arriva quindi il momento tanto atteso di dirigerci al Cern, congediamo le nostre guide con un arrivederci ad una prossima puntatina in terra svizzera e ci presentiamo alla reception dell’importante centro di ricerche. Purtroppo ci viene detto che l’esposizione Microcosm non è visitabile per lavori di ampliamento, ci rimane il Globe, la grande struttura geodetica al cui interno avveniristici sistemi di proiezione immergono il nostro gruppo nell’affascinante mondo delle particelle elementari.
Ogni 10 minuti la cupola si trasforma in un gigantesco planetario che ci mostra l’evoluzione dell’ universo dal Big Bang ad oggi, mentre altri sistemi touch screen permettono di approfondire il funzionamento dei giganteschi esperimenti collocati lungo i 27 km di circonferenza dell’LHC ( Large Hadron Collider ), il motivo che spinge i fisici a compiere questo tipo di ricerche e le loro ricadute tecnologiche nella vita quotidiana.
Un panino, o meglio una baguette al volo e torniamo alla reception in cui ci attende Francesco Marchi una delle guide del Cern, che ci preparerà alla visita vera e propria dei laboratori con una interessantissima conferenza introduttiva.
Francesco ci spiega le origini del Cern, concepito già nel 1949 da Louis de Broglie che in una nuova visione del futuro rivolgeva l’attenzione alla creazione di un ente internazionale, un laboratorio in cui fosse possibile effettuare ricerca scientifica al di là dei quadri nazionali dei vari stati membri. Un ente dotato di risorse maggiori di quelle disponibili ai laboratori nazionali, in modo da riuscire a svolgere compiti impensabili per natura e dimensioni nei singoli stati. Nasceva dunque il Cern, un organismo che oggi annovera ben 20 stati membri e numerosi osservatori compresi stati extraeuropei.
Poi Francesco ci fa compiere un vero e proprio viaggio nella fisica delle particelle, un viaggio nel cuore della materia. “Ogni cosa nell’universo, ci dice, è composta dagli stessi costituenti fondamentali, alcune particelle sono scomparse miliardesimi di secondo dopo il Big Bang, altre no e costituiscono la materia che ci circonda. Qui si cerca di dare una risposta a domande fondamentali che l’umanità si pone da sempre: da dove veniamo? Di cosa siamo fatti?”
“Tutta la materia visibile è composta da particelle di prima generazione. I quark up e down compongono protoni e neutroni all’interno del nucleo degli atomi. Tutte le particelle di seconda e terza generazione sono instabili e decadono rapidamente in particelle di prima.
Attualmente in fisica si parla di 4 forze fondamentali : l’Interazione Nucleare Forte, l’Interazione Elettromagnetica, l’Interazione Nucleare Debole e la Gravità. Ogni forza è associata ad’una o più particelle mediatrici della forza stessa, alla prima sono associati i gluoni, alla seconda i fotoni, alla terza i bosoni W+ W- e Z°, alla quarta i gravitoni, gli unici non ancora trovati”.
Ad una domanda su quando avverrà la scoperta di queste elusive particelle, ci risponde che l’LHC, anche al massimo della sua potenza ( 14 Teraelettronvolt ) non ce la farà, forse ne sapremo di più con la rilevazione di Onde Gravitazionali emesse da supernovae o altri oggetti celesti, grazie ad apposite antenne. La cosa però è ancora prematura. Ma, gravitoni a parte, l’LHC non deluderà i ricercatori e l’opinione pubblica, anzi contribuirà a riscrivere i libri di fisica!
Dalle ultime ricerche tutto lascia pensare che nell’universo ci siano altre forze oltre alle 4 di cui abbiamo parlato e altre dimensioni oltre alle tre comunemente conosciute + il tempo, ci potrebbero essere almeno altre 7 dimensioni, ripiegate su stesse in modo estremamente complicato. Alcune particelle infatti, dopo le collisioni si riescono a seguire per un po’, poi scompaiono e ricompaiono misteriosamente. Secondo alcuni scienziati, nel momento di black-out queste particelle potrebbero essere passate in un’altra dimensione…
Nei programmi futuri si cercherà di indagare proprio questa zona dello spazio-tempo, è lì che i prossimi anni si concentreranno le ricerche, che potrebbero essere fonte di scoperte incredibili, addirittura prima del 2020, anche considerando che attualmente l’LHC è in fase di manutenzione e vi rimarrà tutto il prossimo anno per tornare in attività solo nel 2015.
La platea si entusiasma e fioccano le domande. Ci puo’ dire qualcosa sul Bosone di Higgs?
“Finora, risponde Francesco, potevamo parlare di una particella simile al Bosone di Higgs, oggi possiamo dire che è sempre più chiaro che è un Higgs, lo spin trovato è uguale a 0 come previsto dal Modello Standard. Particelle di Higgs sono infatti previste da più teorie: la teoria di riferimento della fisica chiamata Modello Standard ne prevede una soltanto, la teoria della Supersimmetria ne prevede almeno 5. Ci vorranno altri dati per scoprire quale sia la particella di Higgs scoperta nel 2012.”
“Oltre a determinare la massa delle particelle, il Bosone di Higgs potrebbe aver dato il primo impulso all’espansione dell’universo. Abbiamo confermato la scoperta del bosone, ma alcune anomalie nei parametri suggeriscono che forse c’è qualcosa di più. Siamo di fronte a fenomeni rari, bisogna operare una selezione tra miliardi di collisioni e man mano che la statistica aumenta si è può entrare sempre più nei dettagli.”
Qualcuno, memore del film “Angeli e Demoni” interviene: “E l’antimateria?”
“Progressi, annuisce Francesco, sono stati fatti anche nella ricerca di antimateria, grazie all’ AMS ( alpha magnetic spectrometer )sulla Stazione Spaziale, portato dallo Shuttle Endeavour,( il cui lancio ho mancato per un soffio a Cape Canaveral nel 2011…), uno strumento in grado di registrare i raggi cosmici, nei quali ha individuato un’alta concentrazione di positroni ( o anti elettroni ). Da oltre 50 anni i fisici sono impegnati a capire come mai l’antimateria sia quasi totalmente assente nel nostro universo e cosa abbia prodotto uno squilibrio a favore della materia.
Ma se saranno confermati i risultati dell’AMS, che avrebbe individuato la più alta concentrazione di antimateria nello spazio mai vista fino ad oggi, per la scienza sarà una nuova rivoluzione. In un futuro più o meno lontano, la produzione stabile di antimateria potrebbe aprire all’umanità la più grande forma di energia disponibile nell’universo, l’annichilazione materia – antimateria, con tutte le possibili applicazioni, da quelle civili a quelle purtroppo militari…
Si cercano anche i cosiddetti leptoquark, che , contrariamente a quanto conosciuto finora, possono interagire nello stesso punto dello spazio tempo con un leptone e un quark e le particelle supersimmetriche, prova della teoria delle Stringhe”.
Un’ora è passata rapidissima e dobbiamo purtroppo abbandonare il nostro brillante relatore, ringraziandolo per l’esposizione chiara e accattivante e veniamo suddivisi in piccoli gruppi affidati ad altre guide del Cern. Io sono con Michele De Grottola che ci porta prima in un hangar, l’SM 18, lo stesso visto due anni fa, in cui vengono assemblati e testati alcuni elementi destinati all’LHC, tra cui i preziosi e potentissimi magneti in niobiotanio, che devono deviare con precisione il flusso di protoni mandati a scontrarsi nel tunnel sotterraneo.
Poi veniamo condotti al laboratorio superficiale dell’esperimento LHCb ( Large Hadron Collider beauty ), che ha lo scopo di misurare decadimenti e fenomeni rari nella fisica degli Adroni e la cosiddetta “violazione della Simmetria CP”. Guardiamo con bramosia la porta dell’ascensore che porta a 100 m di profondità dove si trova il vero esperimento, purtroppo interdetto al pubblico senza permessi speciali.
Ci dirigiamo infine all’esperimento CAST ( Cern Axion Solar Telescope ) un magnete destinato all’LHC puntato verso il Sole alla ricerca dei fantomatici Assioni, fondamentali nella teoria della Supersimmetria e presenti in grandi quantità nelle fasi iniziali del nostro universo e forse presenti ancora oggi al centro della nostra stella. Queste particelle, potrebbero anche spiegare la natura della materia oscura.
Essendo l’Assione una particella senza carica elettrica e con una massa estremamente piccola per rivelarla esiste una remota possibilità che forti campi magnetici la possano trasformare in fotone e quindi renderla visibile. Il magnete infatti potrebbe agire da catalizzatore trasformando gli assioni in raggi x, ma finora non si è avuta nessuna evidenza.
Michele ci parla anche dei mesoni, particelle instabili composte da un quark e da un anti quark e di particolari tipi di mesoni come i Kaoni e i Pioni. E poi i muoni, leptoni più stabili dei precedenti. A quel punto ad alcuni del gruppo inizia a girare la testa!
Si è fatto tardi, salutiamo Michele, ringraziandolo e chiedendogli il giusto “iter” per poter accedere in futuro agli esperimenti del sottosuolo. Non è un’impresa impossibile, i permessi sono solo da richiedere molto tempo prima. Ci avverte però che fino all’ultimo il Cern si riserverà la facoltà di annullare la visita in caso di problemi legati alla sicurezza. Ci proveremo.
Torniamo a cena ad Annecy ancora persi nel mondo della particelle subnucleari e dopo una crèpe con nutella e vaniglia, in un bel locale all’aperto, ci ritiriamo al nostro albergo. Qui assisto in tv ad un interessante documentario dedicato ai Ktaftwerk, i “padri” della musica elettronica, una degna conclusione per una giornata così “tecnologica”. Proprio nell’Ottobre 2011, poco prima di partire per lo scorso viaggio al Cern avevo conosciuto Wolfgang Flur uno degli storici componenti della band, in occasione di un suo concerto solista a Marghera ( VE ).
Il giorno dopo 15 Settembre ci riavviciniamo al nostro Paese attraversando il traforo del Frejus e scavalcando il Colle del Monginevro, con una sosta in mattinata a Briancon , la citta’ più alta di Francia con i suoi 1326m di quota, classificata patrimonio dell’umanità dell’Unesco grazie ad un numero notevole di fortificazioni. Veniamo accompagnati per una passeggiata nel suo centro storico da Valeria, che ci conduce attraverso Porta Pinerolo nella via principale, caratterizzata da un originale canaletto di scolo centrale, chiamato Great Gargoyle e da case con facciate colorate e negozi.
Passando da un vicolo laterale ci troviamo dinanzi alla collegiata di Notre Dame del XVIII secolo, con due belle meridiane posizionate alla base dei campanili e subito dopo posiamo per una foto di gruppo alla Place d’Arme, anch’essa dotata di meridiana, per la felicità di Germano, appassionato di orologi solari. Saliamo quindi alla chiesa medievale dei Cordeliers del XIV secolo, francescana, al cui interno si trovano interessanti affreschi ed infine ammiriamo da un punto panoramico i forti di Tre Teste, Salettes e Randouillet.
Briancon è famosa anche per il clima secco e salubre, adatto per i malati alle vie respiratorie, tuttavia oggi il cielo è nuvoloso e inizia a piovere, meno male che siamo al termine delle visite.
Un abbondante pranzo a all’Hotel De Paris conclude questo interessante week end prima del nostro definitivo ritorno, percorrendo la Val Susa e la discussa zona della Tav in cui notiamo mezzi blindati dell’esercito…
Non c’è due senza tre e mentre ci si saluta ripercorrendo a ritroso le fermate del pullman, si pensa già all’organizzazione di un nuovo appuntamento al Cern, che comprenda questa volta una discesa nel sottosuolo, per vedere ancor più da vicino l’LHC e i suoi incredibili esperimenti, punta di diamante della ricerca scientifica mondiale e speriamo fonte di scoperte epocali per l’umanità!
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