di Massimiliano Di Giuseppe
La domenica 21 Ottobre 2001, dopo un mese di caldo innaturale , con punte di addirittura 30°, si profila la possibilità di una serata all’osservatorio di Ostellato (FE). La stanchezza accumulata durante il giorno per svariati lavoretti domestici è grande e sono indeciso fino all’ultimo se andare o meno. Prevale il sì e presto saprò quanto felice si rivelerà questa scelta.
Al mio arrivo la cupola è aperta e fanno capolino Sergio detto Leone Bianco e un nuovo socio del Columbia di Portomaggiore di cui mi sfugge il nome…Una rapida sbirciatina a Saturno, sempre bellissimo, poi rapidamente prendo possesso del Newton da 45 cm e punto nella costellazione della Balena un quartetto di deboli e lontane galassie. La più luminosa è NGC 584 è una ellittica di magnitudine 10,3 e dimensioni 2,9’x 1,8’e si presenta luminosa e tondeggiante, a poca distanza l’altra ellittica NGC 596, debole ( mag.10,9) e un po’allungata ( 3,2’x2,1’). Le ultime due sono decisamente al limite: NGC 615 e 636. La prima è una spirale di mag. 11,5 e dim 3,6’x1,4’, la seconda di nuovo un’ellittica di mag. 11, 5 distante 83 milioni di anni luce!
A questo punto il nuovo socio, sazio della scorpacciata deep sky se ne va e rimango con Leone Bianco che desidera vedere Urano. Anch’io è da tanto tempo che non vedo il lontano pianeta e così, dopo una laboriosa ricerca, nel campo dell’oculare da 10mm entra il piccolo dischetto verde. Leone Bianco è al settimo cielo! Alle 22.30 circa sono intento allo Sky Atlas, quando improvvisamente udiamo delle grida provenire dall’esterno.. Leone Bianco in tutta tranquillità sale la scaletta a cavalcioni della cupola, ( i dialoghi che seguono verranno tradotti dal ferrarese stretto): “ Mi sembra di sentire la voce di Nevio, chissà cosa vuole!” …Le voci si fanno più vicine: “ Guarda là, cos’è quella luce?” chiede allarmato Nevio, uno dei custodi dell’agriturismo delle Vallette di Ostellato in cui sorge l’osservatorio.
Leone Bianco guarda verso sud e scuotendo il pesante capo gli risponde: “ E’ la luce di Ravenna…” Ma Nevio insiste…: “No dall’altra parte!” Dopo qualche attimo di esitazione Leone Bianco mi chiama: “ Massi, vieni a vedere!” Incuriosito dall’improvvisa concitazione guardo verso nord e ancora sulla scaletta mi rendo immediatamente conto di cosa sto osservando. Un rossore disomogeneo che ora si accende ora si affievolisce ondeggiando lentamente sopra l’orizzonte nord. Una rarissima quanto inequivocabile aurora boreale!!! Non riesco a credere ai miei occhi nel poter finalmente osservare questo fenomeno sfuggitomi per un soffio lo scorso anno, caratterizzato come questo da un’intensa attività solare.
Il Venerdì 7 Aprile 2000 dalle ore 01.30 alle 3.30 si era infatti verificata un’aurora boreale visibile dai cieli dell’Italia settentrionale e fotografata da Salvatore Furia dell’osservatorio di Campo dei fiori di Varese, che raccontò di “una vasta ed intensa aurora di colore rosso sangue”… Io purtroppo mi ero perso il fenomeno essendo presente all’osservatorio una sera prima ed una dopo l’evento… L’allarme per quella che si stava presentando come una vera e propria “tempesta magnetica” è scattato poco dopo le ore 16.00 del 6 Aprile, allorchè il satellite SOHO rilevava una improvvisa impennata nella velocità del vento solare che passava da 400 Km/s a 600 Km/s.
L’aurora boreale si era poi ripetuta anche nella notte tra il 15 ed il 16 Luglio dello stesso anno alle ore 0,30, ripresa da Andrea Aletti da Macugnaga (NO) in una valle alpina dominata dal suggestivo “Lago delle Fate” a 1304 m e da Fabio Pavesi dall’Appennino genovese.
Essi raccontarono di “una banda diffusa rosso porpora che ha tinto una zona di cielo ampia non più di 3°x 10° nei pressi della testa dell’Orsa Maggiore , assumendo una brillanza superiore alla parte più intensa della Via Lattea. Il fenomeno ha avuto una durata di 10 minuti anche a causa della progressiva copertura del cielo…” Anche in quell’occasione il fenomeno mi è sfuggito pur essendo un periodo di intense osservazioni della cometa Linear S4.
Ma non è finita poiché l’Aurora si ripresentò anche il Sabato 31 Marzo 2001 alle ore 22.00 ,come “un chiarore rosato e pulsante con striature verticali più chiare” fotografata anche stavolta dalla terrazza dell’Osservatorio di Campo dei Fiori – Varese da Giorgio Dalla Via sullo sfondo le luci di Luino, sul Lago Maggiore e la Val Travaglia. Naturalmente non vidi nulla preso ad organizzare futuri impegni col planetario itinerante…
Ma stavolta ci siamo! Nevio e i suoi amici sono esterrefatti e mi chiedono spiegazioni sul fenomeno. Rispondo loro che ci troviamo in un periodo di massima attività solare e quando avvengono espulsioni di grandi quantità di gas coronale dalla nostra stella, le aurore, frutto dell’interazione fra il vento solare ed il campo magnetico terrestre, si spingono fino a latitudini più basse pur essendo tipiche dei paesi nordici. Il colore rosso in particolare che stiamo osservando è dovuto agli atomi di ossigeno dell’alta atmosfera terrestre, al di sopra dei 180 km, eccitati dall’improvviso incremento di energia.
Chiamo Ferruccio e mi risponde che era già al corrente della cosa, avvertito da Matteo Mantovani detto Goemon che addirittura sta tentando qualche foto. Ferruccio mi dice che è in pigiama e sta arrivando ad Ostellato. “ Ma guarda lì che roba!” Leone Bianco sottolinea un’improvvisa accensione dell’aurora in corrispondenza di Mizar, la stella centrale del timone del grande Carro e quella zona di cielo diventa rosso porpora…E’ difficile spiegare quello che stiamo osservando… la sensazione è che il cielo sia improvvisamente preda di strane radiazioni sanguigne!
Come dicevo poc’anzi non è la prima volta che l’Italia è interessata da questi fenomeni, storicamente esistono testimonianze di avvistamenti di aurore nel nostro paese addirittura dai tempi dei Romani. Come per la maggior parte dei fenomeni celesti imprevisti e inspiegabili come le comete o le meteore, le aurore erano considerate presagio di sventura o di punizione divina. In particolare la spaventosa visione della sfera celeste che si accendeva di rosso intenso, spingeva gli osservatori a credere che il fenomeno preannunciasse guerre, pestilenze e terremoti… Nel 44 a.C. un’aurora preannunciava per esempio l’assassinio di Giulio Cesare..
Nel 37 a.c., l’imperatore Tiberio osservò da Roma un esteso fascio di luci rosse provenienti dal quadrante occidentale (verso il mar Tirreno) che illumino d’improvviso il cielo dall’oscurità della notte. Stupito dall’insolito fenomeno, Tiberio, decise di inviare alcune squadre di uomini verso il litorale di Roma, per comprendere la natura del fenomeno. In un primo tempo si penso ad un grande incendio scoppiato sul litorale. Ma le squadre inviate sul posto non trovarono alcuna traccia, dichiarando allo stesso Tiberio di non aver osservato nulla, a parte delle strane scie luminose colorate di rosso che libravano nel cielo della notte, sopra le acque del mar Tirreno.
Plinio il Vecchio nel 77 d.C ne fa cenno nelle “Historiae naturalis” e successivamente anche nel periodo medievale si susseguirono avvistamenti : nel 566 d.C. la sua comparsa veniva messa in relazione con l’invasione dei Longobardi in Italia, il 15 gennaio 1192 preannunciò la carestia che scoppiò in Europa l’anno stesso, l’8 ottobre 1728 annunciò il terremoto verificatosi in Sicilia e così via fino ad fino ad arrivare a tempi più recenti con apparizioni nel 1848, 1859 e 1870. Uno degli ultimi avvistamenti, il 25 gennaio 1938, di un’aurora color rosso intenso visibile in gran parte d’Europa fu messo in relazione con lo scoppio della seconda Guerra Mondiale. Le superstizioni non erano quindi ancora sparite nonostante già nel 1620 Galileo coniando il termine stesso di “aurora boreale” avesse tentato di dare una spiegazione scientifica al fenomeno.
Molto interessanti le testimonianze dell’aurora del 1938 dal Friuli: “Dopo cena, a Ponente e sopra di noi il cielo si fece di un rosso molto intenso, come se alle spalle del Monte di Ragogna si fosse sviluppato un enorme incendio. Lo fendevano ampi fasci di luce, dai colori simili a quelli dell’arcobaleno e così potenti da illuminare la notte, come al chiaro di Luna, quasi che il cielo fosse tagliato dalle lame lucenti di migliaia di riflettori. Le stelle brillavano in modo straordinario e ci sembravano molto più vicine. Il fenomeno si protrasse a lungo, suscitando in noi profonda ammirazione ed altrettanto turbamento. In strada, nei cortili e nelle case era opinione diffusa che quell’improvviso, misterioso e grandioso evento celeste fosse il presagio di una prossima sventura”.
A Ostellato intanto il fenomeno si sta spegnendo e Nevio ci racconta come appena uscito dal ristorante delle Vallette, l’aurora fosse impressionante quasi un incendio su tutto l’orizzonte nord! Lo ringrazio ancora una volta mentre se ne va: senza le sue grida me ne sarei rimasto tranquillo dentro alla cupola e la beffa sarebbe stata veramente grande! Poco dopo arriva Ferruccio, ma dell’aurora sono rimaste poche tracce, che speriamo impressionino comunque la pellicola della macchina fotografica che ha portato con lui. Ci racconta di aver intravisto qualcosa dalla superstrada, ma niente di chè…Attende con noi per una buona oretta per vedere se l’aurora riprende vigore, ma purtroppo niente da fare. E’ mezzanotte quando se ne va ed io decido di riprendere le osservazioni assieme a Leone Bianco con un’altra manciata di deboli galassie nella Balena, intervallate da rapide sbirciate all’orizzonte nord…E’ il momento di tornare a casa ma negli occhi ci rimarranno sempre le immagini della straordinaria aurora. Chiudo la cupola e saluto Leone Bianco, compagno di questa incredibile avventura!
Scoprirò in seguito che a produrre l’aurora pare sia stata una doppia emissione di protoni e neutroni avvenuta Venerdì 19 Ottobre alle 1:05 U.T.e alle 16:35 U.T. dalla regione attiva del sole AR9661.
Mi perderò purtroppo le due successive e spettacolari aurore visibili alle nostre latitudini, questa volta a causa della nebbia… La prima è quella del 30 Ottobre 2003 che viene osservata e fotografata dai cieli di Cortina, da Giuseppe Menardi e da Alessandro Dimai.
Menardi racconta che “…Quella notte il cielo di Cortina si è illuminato di rosso, con fasce di intensità variabile per un’estensione che andava da ovest (Tofane) fino ad est (Monte Faloria) e che in altezza raggiungeva quasi lo zenit (metà del cielo). Il fenomeno è presumibilmente iniziato verso le 22 – 22,15 e si è protratto almeno fin oltre mezzanotte, raggiungendo il momento di maggior spettacolarità attorno alle 22,20 – 22,40 ora locale…”
Dimai aggiunge: “…Come se il cielo sopra Cortina si fosse improvvisamente “acceso”, come se dietro le montagne fosse scoppiato un immenso incendio. Tutto l’orizzonte nord era non più nero, ma rosso, con striature verticali di maggiore intensità luminosa. A prima vista poteva sembrare un colorato tramonto, come se ne vedono in questa stagione dalle nostre parti quando il cielo è leggermente velato, ma immerso nel chiarore rossastro erano perfettamente visibili le costellazioni boreali, da Cassiopea al Grande Carro, con tutte le stelle che spiccavano con la loro luce puntiforme in quel mare scarlatto…”
Ma l’aurora sicuramente più spettacolare per colori e luminosità degli ultimi 50 anni è stata quella del 20 Novembre 2003, anche questa persa per nebbia… un’aurora la cui energia (K=9) e ampiezza (è stata visibile fino in Grecia) hanno dello straordinario! In particolare Giuseppe Menardi dai 2200m del Rifugio Scoiattoli ( 5 Torri )e Diego Gaspari Bandion da Malga Loreto otterranno foto sensazionali.
Marco Migliardi racconta: “A Cortina siamo stati baciati dalla fortuna e, grazie ad un cielo terso e ad un tasso di umidità molto basso, abbiamo potuto assistere nelle migliori condizioni al fenomeno fin dall’inizio che si è avuto poco dopo il tramonto, verso le 18,45. A quell’ora l’orizzonte occidentale appariva stranamente luminoso, di una tenue luce verdastra vicino all’orizzonte e rosso cupa-violacea più in alto. La situazione si è mantenuta stabile per circa tre quarti d’ora quando si è formata un’evidente macchia rossa a NordOvest attraversata da una striscia bianca verticale in continua mutazione. La macchia si è spostata gradatamente verso Ovest perdendo di intensità fino a spegnersi.
Alle 20.20 si è notata una lunga striscia bianca che, partendo da Nord, attraversava il cielo fino quasi allo zenit. Cinque minuti dopo si è sviluppata, sempre a Nord, un’enorme macchia chiara da cui sembrava partire, ancora più luminosa di prima, la lunga striscia bianca. La macchia era interamente contenuta all’interno della costellazione dell’Auriga e si è spenta nel giro di pochi minuti. A Nord Ovest continuava a persistere un’intensa luce verde che si confondeva con i bassi strati atmosferici.
Alle 22.05 si riaccende tutto l’orizzonte Nord e, in modo ancora più appariscente, il Nord Ovest. Una grande macchia rossa estremamente attiva dalla quale partivano intensi fasci di luce bianca e che sovrastava un orizzonte sempre più verde, si spostava verso Ovest perdendo piano piano di forza; al contempo si accendeva in modo sempre più vivo il Nord. Al massimo dell’intensità, alle 22.20, tre strisce bianche verticali si innalzavano in cielo da dietro il Pomagagnon, continuando a mutare di intensità e di direzione. In dieci minuti il fenomeno scompariva e nel corso dei seguenti 30 minuti spariva anche ogni colorazione rossa e il fenomeno si estingueva definitivamente verso le 23.”
Giuseppe Menardi dal Rifugio Scoiattoli riporta: “…Mi rendo conto che sono un privilegiato in questo momento, in un luogo davvero stupendo, una corona di cime maestose tutto attorno e tanta incredibile armonia.
Sono partito da casa in fretta, un invito indiscutibile, interiore, un posto unico sul palco d’onore, in scena “l’Aurora Boreale”. Non c’è scaletta, non c’è orario; tutto a sorpresa.
Un piccolo assaggio della rappresentazione l’ho avuta prima di partire, evanescenti colpi di luce colorata apparsi a nord della nostra cittadina.
Mentre salgo, solo, lungo la pista da sci il gioco sembra finito, c’è tanta luce ovunque nonostante sia una notte senza luna, un chiarore che fa ben sperare. Arrivato più o meno a metà strada ecco apparire qualcosa a est, veli colorati arrivano a sfiorare le Pleiadi, sotto a loro colorazioni sul verde, allo zenit colpi di luce rossastra trafiggono la Via Lattea. Il tempo per scattare due foto e via deciso verso la meta.
Lo spettacolo che si apre agli occhi, di notte, dai 2300 metri delle 5 Torri è davvero entusiasmante, brillanti costellazioni si alzano dietro ai giganti di pietra, zuccherati dalla recente nevicata. Posso toccare la Via Lattea con le mani, tantissime stelle unite in un flusso sfavillante, continuo da est a ovest.
Non ho il tempo di cambiarmi con qualcosa di asciutto che inizia lo spettacolo.
Non mi abituerò mai alla maestosa silhouette della torre grande, attorno alla quale appaiono e scompaiono sanguigni delicati acquarello, si muovono, danzano lasciandosi attraversare dalla luce delle stelle.
Sono davvero estasiato non so dove guardare, a ovest il monte Averau viene valorizzato da eteree colorazioni, chiare, verdi, rosse.
Il cielo mi avvolge, mi abbraccia. Il tempo scorre velocemente, non me ne accorgo. La danza di queste “entità” solitamente riservate a latitudini polari incalza, ora non vanno più via, non spariscono più, altre ne arrivano, sfumature diverse, chiarori, bagliori, ormai è un crescendo. Il cielo è infuocato. Sono estasiato. Tutti gli attori sono in scena; siamo al gran finale, da est a ovest il firmamento risplende di mutevoli colorazioni, è uno spettacolo indefinibile con una coreografia antichissima.
Si alzano fiamme di luce bianca in fusione con le diverse tonalità più calde.”Bolle colorate” si muovono, non avrei mai immaginato di assistere ad un tale spettacolo tra le Dolomiti. Sono tanti gli anni che mi vedono la notte “solitario girovago” tra i monti, mi meraviglio sempre, come se mi mancasse la memoria e ogni cosa fosse vissuta per la prima volta.
Questa notte non ho parole, solo “devote”sensazioni. Madre Natura mi ha regalato un momento, non penso agli atomi eccitati da bombardamenti elettromagnetici, non c’è sterile matematica, ma complesse equazioni che producono poesia, cosi come da un “freddo” pentagramma può nascere una sinfonia. Mi abbandono in un grembo di colore. Guerra, terrorismo, paura, non hanno senso in questo momento. L’uomo è nato dal cielo, è nato per stupirsi nel guardare il cielo, per creare il cielo, per tornare… a fondersi nel cielo.”