EMIRATI ARABI 2019: Un’eclisse tra le dune!
di Massimiliano Di Giuseppe
Video di Lauro Giovanetti
Dopo lo strabiliante viaggio in Kazakistan dello scorso Luglio per assistere al lancio dell’astronauta Luca Parmitano, Esploriamo l’Universo in collaborazione con Robintur è di nuovo in pista per un nuovo evento cosmico, l’eclisse anulare di sole del 26 Dicembre 2019! Il tracciato dell’eclisse questa volta attraversa Arabia Saudita, Emirati Arabi, Oceano Indiano, India del sud, Indonesia, per poi terminare nel Pacifico. Noi scegliamo di osservarla dagli Emirati, precisamente dal deserto di Liwa presso Abu Dhabi, la località che offre le migliori statistiche meteo.
Ci ritroviamo così il 23 Dicembre all’aeroporto di Bologna con il consueto gruppo di veterani: Stefano Ottani e Vita Santoro, l’ultima volta in Georgia lo scorso anno, Lauro Giovanetti con la moglie Gabriella Borghetto visti di recente alle isole Lofoten, Piero Ciolli e Anna Maria Boncinelli in Finlandia nel 2015, Mauro Cipriani che non si aggregava a noi dal tour ai laboratori del Gran Sasso del 2012 questa volta in compagnia della moglie Carmela Gonzatto e della figlia Elisa, l’imprescindibile Esther Dembitzer e la new entry Maria Rosa Ansaloni. Dopo un comodo volo atterriamo allo splendido aeroporto di Dubai e lì si congiunge al gruppo l’altro veterano Roberto Iorio da Roma con noi l’ultima volta in Madagascar nel 2016, sempre in occasione di un’eclisse anulare.
All’arrivo facciamo conoscenza con Silvana la nostra guida del tour operator Arabian Adventures che ci accoglie al recupero bagagli. Una volta usciti, poco prima di salire sul pullman Stefano si accorge di aver perso la preziosa macchina fotografica, probabilmente lasciata da qualche parte in aeroporto, lo sguardo è affranto e al tempo stesso rassegnato, una grave perdita per lui e per la spedizione… Fa per sedersi sconsolato, ma Silvana gli dice che l’avranno sicuramente conservata in aeroporto. “A Dubai non esistono ladri e non esiste malavita, è la città più sicura del mondo!” Siamo tutti abbastanza scettici, Stefano per primo e ci guarda con un sorriso ironico mentre torna sui suoi passi assieme a Silvana rientrando in aeroporto.
10 minuti dopo sono di ritorno, Silvana molto soddisfatta e Stefano incredulo con la macchina fotografica in mano prontamente recuperata: era rimasta lì dove l’aveva lasciata e nessuno aveva osato prenderla. Come benvenuto negli Emirati non c’è male!
E’ notte e dai finestrini del pullman Dubai è sfavillante di luci e colori, accanto ai vertiginosi grattacieli sfrecciano Ferrari, Maserati e Lamborghini in gran quantità, si capisce da subito che siamo in un luogo in cui lusso e modernità sono ostentate ai massimi livelli! Passiamo di fianco alla Cornice, la nuovissima e spettacolare attrazione di Dubai, un enorme monumento alto 150m che ha la forma di una gigantesca cornice dorata, e consente a chi decide di salire in cima di vedere la città da un punto di vista privilegiato. Poco dopo ecco il museo del futuro, una costruzione ovale con un foro al centro, simbolo dell’Expo 2020, che l’anno prossimo si terrà proprio qui a Dubai. Entriamo quindi nella zona del Mall ed approdiamo al nostro bell’ Hotel Cassels Al Barsha. Una rapida consegna delle chiavi da parte del gentile personale e ci diamo appuntamento con Silvana l’indomani mattina per l’inizio del tour.
24 Dicembre, vigilia di Natale, a colazione facciamo conoscenza con l’ultima partecipante del nostro gruppo: Suphatsara Prombut, detta Sara, arrivata direttamente dalla Tailandia, ci presentiamo e come da tradizione fa un cortese inchino per ognuno di noi. Saliamo sul pullman, preparandoci ad un’ intensa giornata dedicata alla visita della città, Silvana prende il microfono ed inizia a raccontarci con generosità e dovizia di particolari il paese che ci accingiamo a conoscere.
“Gli Emirati Arabi Uniti, ci dice, nascono nel 1971 dal’unione di 7 sceiccati ( Dubai, Abu Dhabi, Sharjah, Aiman, Umn Al Qwain, Ras El Khaimah e Fujeirah), nel momento in cui le forze armate britanniche abbandonarono il Golfo Persico. Quelle coste che un tempo erano lo scalo per pirati e pescatori di perle, oggi sono diventate una delle mete più gettonate del turismo internazionale, attratto dai grattacieli, dalle spiagge, dai deserti, dagli iper-centri commerciali e dai giganteschi parchi divertimento. Dubai è sicuramente la destinazione per antonomasia ma anche gli altri sceiccati meritano una visita, ognuno è diverso, con un suo governo, le sue leggi, le sue convenzioni. Un mix di conservazioni dei costumi tradizionali e concessioni ai gusti occidentali.”
Le lucide vetrate dei modernissimi palazzi e grattacieli risplendono al sole di una giornata limpidissima con un bel cielo blu, mentre ci avviciniamo alla prima meta del tour, il quartiere di Bur Dubai ed in particolare la zona storica di Bastakia .
Scesi dal pullman ci raduniamo all’ingresso del quartiere, la temperatura è gradevolissima e Silvana ci fa notare le tipiche dimore con le “torri del vento”, abitazioni sormontate da un singolare sistema di aerazione che per secoli ha garantito la refrigerazione degli interni a fronte di temperature che durante il periodo estivo (da aprile a novembre) possono superare i 40 gradi. Queste torri incanalano verso il basso le correnti d’aria fresca in circolo da 15 metri di altezza, un sistema di condizionamento ecologico che non prevede alcun consumo di elettricità!
Passeggiamo tra le case aperte, dotate di cortile centrale con alberi che fanno ombra nelle ore più calde ed entriamo in una stanza con un grande tappeto dove ci vengono offerti buonissimi datteri, una delle colture tipiche della zona. Ci affacciamo poi all’affascinante canale portuale di Dubai Creek, il corso d’acqua che divide in due la zona di Bur Dubai e di Deira, prima di una sosta fotografica alla Jumeira Mosque, la moschea più famosa della città con la sua facciata interamente in pietra bianca. Le religioni sono tollerate, ci spiega Silvana, al punto che negli Emirati non ci sono mai state guerre di questo tipo. Qui di recente è venuto in visita anche il papa, un evento eccezionale, con scuole e uffici chiusi , ma che si è svolto in assoluta sicurezza. E’ tuttavia illegale negli Emirati fare proselitismo o parlare di religione in pubblico, così come parlare di politica, ma è pure illegale offendere qualcuno o più semplicemente parlar male di qualcuno in pubblico.
Le visite proseguono col vicino Fort Al Fahidi, l’edificio più antico di Dubai, che oggi ospita un museo con interessanti ricostruzioni storiche, antichi spaccati di vita tradizionale prima della scoperta del petrolio. Si scoprono, ad esempio, dettagli fondamentali sulla secolare capacità di adattamento al deserto, sull’importanza dell’acqua e delle oasi, sulla cantieristica navale, la raccolta delle perle in apnea, senza ovviamente dimenticare il rapporto profondo con l’Islam.
Fa veramente impressione ricordare che qui fino a pochi anni fa c’era solo il deserto. La fortuna di questo paese si deve certamente alla scoperta del petrolio, ma anche alla politica illuminata del sultano Zayed bin Sultan Al Nahyan, noto come “padre della Patria”, che dagli anni’70 seppe creare una nazione prospera e modernissima. Morto nel 2004, gli è poi succeduto il figlio Khalifa bin Zayed Al Nahyan, attualmente presidente degli Emirati ed emiro di Abu Dhabi, anche lui come il padre molto amato e rispettato dal popolo.
Raggiunto un porticciolo sul Creek saliamo a bordo dell’Abra, la tipica imbarcazione tradizionale in legno e attraversiamo Il fiume che ha giocato storicamente un ruolo importante per il traffico commerciale verso l’Africa e il resto dell’Asia, per visitare sull’altra sponda il souk delle spezie e dell’oro. Ci troviamo ora nel quartiere di Deira e ancora una volta ci rendiamo conto di quanto tutto a Dubai sia esagerato, nelle vetrine luccicanti delle gioiellerie spiccano abiti completamente realizzati con il metallo prezioso e gioielli enormi, pezzi unici, gemme e monili da Guinnes dei primati!
Abbiamo tempo libero per eventuali acquisti poi mentre il canto dei Muezzìn si diffonde tra i souk ci raduniamo per la prossima visita, una delle più attese del tour, la salita al Burj Khalifa!
Con i suoi 828 metri è il grattacielo più alto del mondo, una delle attrazioni più importanti di Dubai, un edificio incredibile che ha al suo attivo anche altri record: è quello con più piani, con il più alto punto di osservazione del mondo e con l’ascensore che percorre il tragitto più lungo al mondo nel più breve tempo.
L’ingresso agli ascensori parte dal Dubai Mall, il più grande centro commerciale del mondo ( tanto per cambiare!) per numero di negozi, ben 1,200, che spaziano dalla moda all’elettronica. Silvana ci consegna i biglietti per raggiungere la terrazza panoramica al 124° e 125°piano e ci mettiamo pazientemente in fila ad una lunga coda di gente di tutte le nazionalità, che con passo lento affronta un percorso tortuoso per arrivare agli ascensori. All’interno del Burj Khalifa oltre a stanze e appartamenti, veniamo a sapere che ci sono anche ristoranti, piscine, club e perfino un hotel di lusso di proprietà di Giorgio Armani!
Eccoci quindi di fronte al velocissimo ascensore che impiega un solo minuto per arrivare a destinazione, la partenza è a razzo, ma incredibilmente non si sente lo sbalzo di pressione nelle orecchie come in altri ascensori sperimentati in passato con dislivelli ben più limitati. Una volta in cima la visuale che si offre al nostro sguardo è spettacolare e vertiginosa, da ampie vetrate spuntano tutto intorno selve di grattacieli, di altezze diverse ma tutti più bassi del nostro punto di osservazione. Poco oltre, il deserto sabbioso sembra a portata di mano e ci fa capire dove ci troviamo. Dall’altra parte il mare.
Tutto il gruppo scatta foto a raffica spostandosi intorno alle vetrate a 360° alla ricerca del miglior punto di osservazione, Lauro, come di consueto inizia la realizzazione del video del viaggio a cui accompagnerà le sue composizioni musicali, Elisa e Sara si scattano un discreto numero di selfie.
Pranziamo al Dubai Mall, mi siedo con Silvana e mi complimento per la splendida attrazione. “Non è nulla rispetto alla futura realizzazione di un grattacielo ancora più alto, mi rivela mentre consumiamo un hamburger, la Creek Tower, che sarà alto ben 1000m, su progetto del famoso architetto Calatrava, una vera sfida ingegneristica!” “E tanto per rimanere in tema, prosegue, qui a Dubai è in costruzione anche il treno più veloce del mondo, che raggiungerà addirittura i 1200 km/h!!”
Ricompattato il gruppo ci dirigiamo ora al Burj Al Arab, l’hotel più famoso di Dubai ed il più lussuoso al mondo, un 7 stelle divenuto simbolo della città con la sua particolarissima forma a vela! Si innalza per 321 metri sul livello del mare dal suo isolotto artificiale davanti alla bella spiaggia di Jumeirah Beach. Si trova infatti sul piccolo arcipelago di Palm Jumeirah composto da una serie di isolotti artificiali voluti dal vecchio sceicco che, visti dall’alto, ricordano la forma di una gigantesca palma.
Quando arriviamo, il sole sta tramontando proprio dietro l’imponente vela mentre il Golfo Persico riflette i suoi ultimi raggi. Passeggiamo un po’ sulla spiaggia in cui spuntano pannelli solari a forma di palma e Silvana ci ricorda che il tour non è ancora finito, dobbiamo correre per arrivare in tempo alla Monorotaia, un’altra attrazione di una città che mi sembra un misto tra Las Vegas, New York e Shanghai. Saliamo sulla monorotaia che parte di fianco al faraonico Hotel Atlantis, muovendoci silenziosamente sugli alti piloni che attraversano la “Palma”, anche questa una bella esperienza che ci fa gustare lo skyline di Dubai con la splendida luce del tramonto.
Le emozioni proseguono, ci muoviamo adesso col pullman in direzione del Mall of Emirates , un altro gigantesco centro commerciale, che ospita lo Ski Dubai, la pista di sci al coperto più grande del mondo. Qui è stato ricreato un villaggio invernale (ebbene sì, c’è la neve nel deserto anche se artificiale) in cui è possibile sciare in una delle 5 piste con sci e snowboard, scendere con lo slittino, prendere lezioni di sci o divertirsi con altre attrazioni invernali perfettamente ricreate al suo interno. Ci sono pure i pinguini! Dopo le foto di rito torniamo in hotel e salutiamo Silvana, domani avremo infatti un’altra guida, ringraziandola per la professionalità e la competenza.
Durante la cena in Hotel, si fa vivo il titolare di Arabian Adventures, Dilum, con cui concordiamo l’uscita serale osservativa dell’indomani. Poi su consiglio di Silvana prenotiamo due taxi per tornare al Dubai Mall alla base del Burj Khalifa, dove diamo uno sguardo veloce al gigantesco acquario prima di assistere allo spettacolo delle Fontane Danzanti: giochi d’acqua composti da cinque fontane circolari e due a forma di arco che dal Burj Lake, creano spruzzi altissimi proprio di fronte all’imponente grattacielo.
I getti d’acqua sono colorati da speciali luci e accompagnati da diversi brani musicali che spaziano dalla classica alla contemporanea e alla musica araba. Da un posto strategico con un’ottima visuale, assistiamo allo spettacolo che dura una ventina di minuti, per poi passare mentre torniamo ai taxi, di fianco alla Waterfall, sempre all’interno del Mall, una curiosa cascata artificiale alta quattro piani con numerose statue raffiguranti uomini argentati intenti a tuffarsi nelle sue acque.
25 Dicembre, nella sala colazione o nella hall ci facciamo gli auguri di Buon Natale ed incontriamo la nostra nuova guida, Valentina, una giovane ragazza pronta a partire con noi per il deserto di Liwa, ubicato nella parte sud dell’emirato di Abu Dhabi ai margini del Rub Al Khali, vicino ai confini con l’Oman…siamo tutti emozionati per l’eclisse dell’indomani!
Anche Valentina, al pari della sua collega è prodiga di informazioni su questo o quell’aspetto della vita negli emirati. Per esempio ci spiega che la popolazione è solo per il 20% emiratina, gli altri sono lavoratori pakistani, indiani, filippini, cinesi ecc, come ne abbiamo incontrati tanti dal nostro arrivo. L’immigrazione però è rigidamente regolamentata, solo chi lavora può rimanere nel paese. Il governo tiene inoltre molto al benessere psicologico della popolazione istituendo addirittura un “Ministero della felicità”, ma anche molta attenzione si pone alla gioventù e all’istruzione con tante università costruite in loco sia per supportare chi viene da fuori che per i ragazzi locali. Un paese idilliaco verrebbe da pensare…
Il viaggio procede, dopo aver lasciato i confini della città le dune aumentano di dimensione ai lati di una strada asfaltata sempre perfetta. Mangiamo un panino in una sorta di autogrill e nel primo pomeriggio arriviamo allo spettacolare Anantara Qasr Al Sarab Desert Resort, una straordinaria oasi di lusso 5 stelle in pieno deserto!
Costruito rispettando lo stile tradizionale veniamo accolti in una saletta in legno con antiche mappe alle pareti e una biblioteca a disposizione con vecchi volumi da consultare. C’è pure un terrazzo con elementi decorativi arabeggianti da cui si può ammirare il deserto attorno a noi, semplicemente magnifico! Una delle sistemazioni migliori di tutti i viaggi fatti finora in giro per il mondo!
Il nome del Resort significa miraggio nel deserto ed in effetti ci è apparso all’improvviso, come un gigantesco castello di sabbia in mezzo ad un oceano di dune gialle e arancioni. Valentina ci spiega che le camere e le suite sono fra le più eleganti di tutto l’Emirato, ci sono 4 ristoranti per assaporare la cucina del deserto e della tradizione araba, ma anche menù internazionali, ci si può rilassare in piscina, fare sport con campi da tennis, un fitness centre, ma ci sono anche club per bambini, tiro con l’arco, passeggiate in cammello, escursioni nel deserto, ecc!
Ci viene servito dell’ottimo latte di datteri come benvenuto e ne approfittiamo per sederci con Valentina e organizzare il sopralluogo pomeridiano in attesa che siano pronte le nostre camere. Viene formato il comitato scientifico che dovrà stabilire il luogo esatto in cui l’indomani mattina osserveremo l’eclisse, composto da Mauro, Stefano, Roberto, Esther ed il sottoscritto. Si aggiungono a noi anche Vita e Sara in qualità di osservatrici esterne e naturalmente Valentina che farà da interprete con i piloti dei mezzi. Saliamo infatti su due macchinine elettriche, i Buggy, utilizzate per il trasporto dei bagagli alle camere ( sono infatti parecchio distanti dalla reception) e ci fermiamo ad una serie di dune che con fatica scaliamo controllando che l’orizzonte sia libero da ostacoli, specialmente in direzione del sorgere del sole. Alla fine quella che fa al caso nostro è la prima duna che abbiamo scalato, quella vicino alla camera di Mauro.
Per fugare ogni dubbio usiamo le bussole che ci confermano che da lì il sole sorgerà indisturbato direttamente su piccole dune in lontananza. Quello che cercavamo! Tornati al Resort sul fare del tramonto gli inservienti cantano “Astro del Ciel” in un’atmosfera un po’ improbabile ma suggestiva… La cena poi è eccezionale per abbondanza e qualità ( perfino l’aragosta nel buffet!) e prelude all’uscita per le osservazioni astronomiche.
Si parte in 2 lucidissime jeep Lamborghini e ci spostiamo di qualche km dalle luci del resort, quel tanto che basta per ammirare una bella Via Lattea ed un cielo pieno di stelle. La prima cosa che salta all’occhio di un astrofilo esperto è il calo di luminosità di Betelgeuse, la stella alfa di Orione, indice di una imminente esplosione come supernova o normale variabilità della stella? Molto probabilmente si tratta del secondo caso anche se la stella è comunque destinata a finire la sua esistenza con un gigantesco botto.
Stefano ed Esther predispongono la strumentazione fotografica ed io indico ai compagni di viaggio col laser verde le principali stelle e costellazioni invernali, prima di utilizzare il Pentax della nostra inossidabile Esther per compiere qualche osservazione di oggetti celesti. Tra questi suscitano curiosità e meraviglia la nebulosa di Orione M42, l’ammasso aperto di stelle M35 nei Gemelli, la galassia di Andromeda M31, Sirio la stella più brillante, ma anche Canopo, la seconda per luminosità, già visibile a queste latitudini, che si mostra al telescopio di colore bianco con sfumature verdi…
Valentina ed il resto del gruppo sono entusiasti di vivere l’esperienza del cielo stellato dal deserto, un’opportunità ormai sempre più rara per ammirare un cielo buio praticamente privo di inquinamento luminoso se si eccettuano le lontane luci del resort. Rimaniamo fino a quando sono state eseguite foto astronomiche soddisfacenti, in tempo per vedere anche qualche meteora, probabilmente Geminidi e poi ce ne torniamo alla base, scortati sulla strada del ritorno da alcune gazzelle.
L’indomani la partenza è prevista molto presto e provo a riposare qualche ora buttandomi sul lussuoso letto dell’altrettanto splendida camera. Un bellissimo giorno di Natale non c’è che dire!
26 Dicembre, il giorno dell’eclisse, ci troviamo alle 5.30 alla reception dove un inserviente ci allunga il cestino colazione, il cielo è ancora una volta limpidissimo, la temperatura fresca come ieri notte, 15 gradi, ma accettabile con un giubbotto addosso. Arrivati gli altri del gruppo ci trasferiamo con i Buggy ai piedi della duna dove Mauro è già pronto all’arrampicata. E’ ancora buio, sono le 6.00 e inizio a scarpinare a fatica sulla duna affondando gli scarponi nella sabbia fine con la pesante attrezzatura a tracolla e a mano ( porto anche il pesantissimo valigione di Esther carico di telescopi..!).
Arrivato ansimante in cima guardo ad est il cielo che sta schiarendo in un alba metallica e a sud Ovest la Croce del sud ed altre stelle australi che si avviano serene al tramonto. Anche gli altri, più o meno atleticamente, completano la salita e si posizionano, chi sulla cresta della duna , chi in un avvallamento appena sotto. Monto il fedele telescopio Tansutzu ( 114/1000) che mi ha accompagnato anche in questa spedizione, ammirando di fronte a me l’immenso deserto di Liwa, la parte iniziale del cosiddetto Quarto Vuoto, uno dei deserti di sabbia più grandi del mondo. E’ sempre bello immergersi nel deserto, una sensazione provata l’ultima volta 5 anni fa in occasione del viaggio di Esploriamo l’Universo in Oman..
Mentre sgranocchio la colazione al sacco, raggiungo i componenti della spedizione, ognuno affaccendato a sistemare macchina fotografica, obiettivi e quant’altro, la maggior parte di loro sono in fila sulla cresta: Lauro il più lontano e concentrato, poi Gabriella, Vita sdraiata sulla sabbia, Roberto che aggiusta inquadratura e messa a fuoco, Piero, Anna Maria e Valentina in attesa di mettere l’occhio al Tansutzu. Più in basso si preparano all’evento Stefano ed Esther con un’imponente strumentazione, Sara e Maria Rosa come assistenti e Mauro con telecamera e famiglia. Pochi curiosi, locali e non si aggiungono al nostro gruppo, pare che l’evento non susciti grande interesse negli Emirati, scopriremo poi che le eclissi sono abbastanza snobbate dal mondo arabo poiché Ibrahim, figlio di Maometto morì proprio durante un’eclisse di sole…
Alle 7.04 il sole già eclissato sorge dal deserto, prima due cuspidi irreali, poi una falce arancione si appoggia in orizzontale per qualche attimo sulle dune, dando luogo ad uno spettacolo straordinario che mi riporta alla memoria l’eclisse parziale del 2003 vista in Italia dai Lido di Spina (FE), anche se quella volta la falce di sole spuntò dal Mare Adriatico! E’ ancora possibile osservarlo senza filtri poiché molto basso sull’orizzonte ed è un vero spettacolo al binocolo ed ai telescopi della spedizione, impressionante poi al Tansutzu, dove mostra anche un tremolante green rim, il bordo superiore che diventa verde a causa di complessi fenomeni di rifrazione e assorbimento selettivo da parte dell’atmosfera terrestre. Continuando la sua levata il sole aumenta di luminosità ed ora è impossibile e pericoloso guardarlo direttamente, è il momento di posizionare i filtri ai Telescopi e ai Teleobiettivi e di indossare gli occhialini forniti da Staroptics, una procedura al contrario di quella che avviene normalmente durante una totalità.
Il disco lunare avanza inesorabile sul sole e la luce del paesaggio inevitabilmente cala e diventa azzurro/grigiastra, dietro di noi le casette merlate che ospitano le stanze del Resort sembrano un presepe che ben si intona al periodo, bellissimo! Alle 7.37 locali inizia l’anularità, preceduta da qualche accenno di grani di Baily, si alza il vento dell’eclisse, la temperatura cala e l’anello di fuoco domina il deserto! La visione è magnifica al teleobiettivo Tamron 150-600 e al Coronado solarmax 60 mm di Stefano, ci sono pure delle piccole ed evanescenti protuberanze, segnale che il sole sta lentamente uscendo dalla sua fase di Minimo. Valentina e gli altri sono entusiasti, un bellissimo fenomeno celeste ambientato in un luogo che più suggestivo non si può!
In questo momento la Luna si trova al suo apogeo, il punto più distante dalla Terra, il che la fa apparire il 3% più piccola rispetto al sole, per questo motivo l’eclisse non è totale ma anulare e il buio di conseguenza non è troppo accentuato come durante una totalità.
La fase anulare dura 2 minuti e 3 secondi e l’eclisse termina alle 8.52 locali. Anche se si tratta della mia quarta eclisse anulare, posso dire di aver osservato per la prima volta l’intero fenomeno con un cielo limpidissimo e senza una nuvola!
Scendiamo un po’ alla volta dalla duna e ci rilassiamo chi in camera e chi in piscina, io Mauro, Roberto, Esther e Stefano commentiamo foto e riprese consapevoli di aver fatto un ottimo lavoro e di portare a casa un prezioso reportage. Alle 14.00 ci attende il pullman per la nostra prossima destinazione: Abu Dhabi e il nostro Novotel Abu Dhabi Al Bustan, lussuoso e confortevole ma che ci serve una cena un po’ al di sotto delle aspettative.
27 Dicembre, dopo colazione, sempre con Valentina iniziamo la visita della città, cuore politico e culturale degli Emirati, moderna, con un ardito design delle architetture come Dubai, che si mescola con atmosfere da mille e una notte. Si arriva al lungo mare detto della Corniche passando davanti all’Emirates Palace, uno degli hotel più lussuosi al mondo, 25.000 euro a notte, al Royal Palace, le Etihad Towers e al Capital Gate che con una pendenza di 18 gradi ha sottratto alla Torre di Pisa il primato di edificio più inclinato del mondo! Scendiamo per una visita al Manarat Saadyat Art Centre, un centro culturale che espone mostre ed opere d’arte provenienti da tutto il mondo e sede di conferenze e corsi formativi durante l’anno. Fotografiamo poi da fuori il Museo Louvre, dalla caratteristica architettura a cupola, che ha reso possibile un progetto ambizioso, quello di un’esposizione universale nel mondo arabo per avvicinare le culture di Oriente e Occidente.
Si pranza in un centro commerciale, il Marina Mall di fianco ad una grande ruota panoramica, poi le visite continuano con l’Heritage Village, una ricostruzione di Abu Dhabi com’era prima del boom economico, ovvero un piccolo villaggio con mercato, cammelli ecc, naturalmente molto kitsch. Transitiamo velocemente, visto che a noi interessa molto di più la vicina spiaggia che si presenta davvero gradevole, con un bel colpo d’occhio sullo Skyline dei grattacieli del centro città. Il mare è azzurrissimo, tranquillo e privo di onde e diventa lo sfondo assieme ai grattacieli di vetro che salgono verso il cielo azzurro, per diverse foto di gruppo, che si ripetono poco dopo anche davanti all’affascinante Moschea Sheikh Zayed, una delle più grandi del mondo.
Valentina ci spiega che questa moschea è l’edificio simbolo religioso nazionale degli Emirati Arabi, una delle moschee più strabilianti che siano state costruite. Vanta 82 cupole e oltre 1.000 colonne e ospita il tappeto cucito a mano più grande del mondo. La ammiriamo prima da fuori da un punto panoramico, nel suo bianco cangiante al tramonto. Inaugurata nel 2008, prende il nome dallo Sceicco Zayed che qui è sepolto e può ospitare fino a 40.000 fedeli nella piazza centrale. Parcheggiato il pullman ci apprestiamo ad entrare ma le donne devono controllare meticolosamente che l’abbigliamento sia adeguato, qui il dress code è rigoroso e va rispettato alla lettera, in caso contrario non saremo ammessi all’interno.
L’elenco è preciso: gonna larga che copra le caviglie o pantaloni lunghi larghi, assolutamente non aderenti, no scarpe con i tacchi, niente camicette, obbligatoria una maglia larga e non aderente con maniche lunghe fino al polso, obbligatorio indossare un foulard (shayla) che copra interamente i capelli ed il collo lasciando il solo viso scoperto. Alcune delle signore del nostro gruppo dopo la trasformazione sembrano provenire dalla Sardegna degli anni 50, suscitando ilarità nei maschietti, che hanno l’obbligo solo dei pantaloni sotto al ginocchio. I controlli sono in effetti puntigliosi nonostante la calca inverosimile e superiamo i numerosi check point esibendo il prezioso biglietto e cercando di non perdere d’occhio il foulard azzurro di Valentina, in mezzo alla moltitudine di fedeli e turisti.
Arriviamo finalmente nel cortile di fronte all’entrata e rimaniamo a bocca aperta: lunghe piscine, pareti e pavimento di marmo lucente, arcate sotto cui risplendono lampadari in oro a 24 carati, ci accolgono poco oltre l’enorme porta di ingresso. Si sta facendo sera e la visione della moschea è stupefacente in questa luce particolarissima, i minareti e le cupole diventano turchesi, rosa e violetti con tutte le tonalità intermedie.
Seguendo il serpentone di fedeli arriviamo di fronte alla gigantesca piazza, proprio mentre il Muezzìn inizia a intonare la preghiera della sera, rendendo ancora più mistico il nostro passaggio.
Ogni dettaglio meriterebbe una foto o una ripresa, ma il flusso della gente in coda ti spinge a proseguire questa visita che si è rivelata decisamente al di sopra delle aspettative. Usciti all’esterno, un’incantevole illuminazione blu fa risaltare i dettagli architettonici della moschea riproponendo le fasi lunari e proprio bassa sull’orizzonte ammiriamo la prima sottilissima falce di Luna crescente. Tornati all’hotel salutiamo Valentina che come noi è rimasta entusiasta delle esperienze vissute insieme, promettendoci di rimanere in contatto. Ci apprestiamo infine alla cena in hotel, decisamente migliore della precedente.
28 Dicembre, dopo colazione si rientra a Dubai con Giorgio la nuova guida, una sosta per il consueto panino, poi un po’di relax in hotel, alcuni vanno a visitare la Cornice, altri l’acquario, altri ancora fanno shopping, io invece ne approfitto per incontrarmi col mio vecchio compagno di liceo Ubaldo Tambini, che da diversi anni lavora qui a Dubai e vi risiede con la famiglia. Mentre prendiamo un tè assieme e si ricordano i tempi andati arriva Esther piuttosto “esterrefatta”, gli inservienti dell’hotel hanno gettato alcuni libri e riviste che aveva lasciato in camera la volta precedente. Un episodio spiacevole che cerchiamo di risolvere anche se ormai pare troppo tardi…Le hanno conservato comunque il carica batterie del cellulare, ritenuto decisamente più importante!
In serata Giorgio ci viene a prendere per l’ultimo appuntamento del tour, la cena in battello a Dubai Marina! Gli “ingredienti”di questo quartiere sono gli stessi delle altre zone residenziali della new town: edifici dalle forme avveniristiche, lusso, negozi, ristoranti, attività commerciali e un’infinità di altri servizi a disposizione di turisti e residenti.
Attendiamo un po’passeggiando lungo il molo in attesa che la nostra Dhow , altro battello tradizionale decisamente più grande, sia pronta ad accoglierci e una volta saliti ci godiamo un drink di benvenuto offerto dall’equipaggio, seduti ai nostri tavoli all’aperto sul ponte superiore. La Dhow parte per una crociera di due ore in cui oltre ad un’ottima cena a buffet, ci gustiamo la città e i suoi grattacieli pieni di luci colorate attraversando Il Creek fino al mare aperto. Una splendida conclusione di un bellissimo viaggio, alla prossima eclisse!
LE FOTO SONO DI: Esther Dembitzer, Massimiliano Di Giuseppe, Lauro Giovanetti, Roberto Iorio e Stefano Ottani