STARMUS 2019-Zurigo: una fantastica esperienza!
di Massimiliano Di Giuseppe
Sento parlare per la prima volta dello Starmus Festival nell’autunno del 2010, quando una mail del compagno di viaggi Enrico Castiglia, mi faceva notare questo incredibile festival in preparazione per Giugno 2011 all’isola di Tenerife alle Canarie: un connubio fra musica dal vivo, conferenze di astronomia, astronautica e scienza in generale, che vedeva tra gli organizzatori il mitico chitarrista dei Queen Brian May, un mio idolo da sempre, tanto da cercare di imitarlo da qualche anno in un tributo ai Queen: i Queenvision.
Cercando notizie qua e là imparo così che nel 2007 Brian May ha completato la sua tesi di dottorato sulla polvere zodiacale nel sistema solare, che era rimasta incompiuta dal 1974, quando i Queen avevano iniziato ad ottenere un successo significativo. Nel 2007 il suo nuovo co-relatore è l’astronomo armeno Garik Israelian dell’Istituto di astrofisica di Tenerife e fra i due nasce un’amicizia, essendo quest’ultimo anche un musicista. Tutto ciò porta alla creazione di Starmus, un incontro internazionale incentrato sulla celebrazione dell’astronomia, dell’esplorazione spaziale, della musica, dell’arte e delle scienze affini come la biologia e la chimica.
Il primo Starmus , dedicato ai “50 anni dell’ uomo nello spazio”, prevede ospiti di assoluto rilievo come i primi moonwalker Neil Armstrong e Buzz Aldrin ( Apollo 11) , il cosmonauta russo che ha compiuto la prima passeggiata spaziale Alexei Leonov, gli astronauti Bill Anders (Apollo 8),Jim Lovell (Apollo 13) e Charlie Duke (Apollo 16 ), il fisico Kip Thorne e lo stesso Brian May che oltre ad una conferenza, si esibirà dal vivo assieme ai Tangerine Dream, uno storico gruppo di musica elettronica fondato da Edgar Froese.
Il Festival presenta la rara opportunità per i delegati (come vengono chiamati i partecipanti), di condividere tempo e conversare con i prestigiosi relatori. Gli eventi sono previsti generalmente nel pomeriggio fino a tarda sera, cosicché i delegati hanno tutto il tempo per godersi anche la bellezza vulcanica delle isole Canarie, spiagge, meraviglie geologiche ed anche una visita al Gran Telescopio Canarias a La Palma, uno dei più grandi telescopi ottici del mondo con lo specchio primario da 10,4 m, ed altri osservatori.
Un’occasione veramente imperdibile! Contatto immediatamente Matteo di Robintur per capire se è possibile organizzare un viaggio ad hoc, comprensivo di biglietto per Starmus e osservazioni astronomiche serali a Tenerife e La Palma, ma la cosa si rivela particolarmente difficoltosa, essendo richiesta un’adesione con molti mesi di anticipo. Fatto sta che alla fine sono costretto a rinunciare, ammirando solo in video i concerti e gli incredibili incontri del Festival…
Si presenta una seconda occasione nel Settembre 2014, quando prende il via il secondo Starmus. La location è sempre Tenerife e questa volta il tema è “Gli inizi: la creazione del cosmo moderno” con la partecipazione di nomi altisonanti come il celeberrimo scienziato Stephen Hawking, che terrà una conferenza sull’origine dell’universo, l’astronomo Robert Wilson, vincitore di un premio Nobel per la scoperta congiunta della radiazione cosmica di fondo a microonde, Brian May con una conferenza sull’imaging stereo di oggetti astronomici, con occhiali 3D e astronauti di rilievo come Charlie Duke, Leonov e Walt Cunningham ( Apollo 7). Il secondo Starmus è anche caratterizzato dal Sonic Universe Concert, con Rick Wakeman, tastierista degli Yes, raggiunto in alcuni brani da Brian May.
Purtroppo la concomitanza con un altro viaggio di Esploriamo l’Universo in Turchia, che ha raccolto un discreto numero di adesioni, mi fa desistere ancora una volta dal partecipare…
Stesso destino anche per il successivo Starmus III del Giugno 2016 dal titolo “Beyond The Horizon: A Tribute To Stephen Hawking” con lo scienziato accompagnato dal divulgatore scientifico, Neil deGrasse Tyson, dagli astronauti Chris Hadfield e Rusty Schweickart ( Apollo 8) e svariati premi Nobel. Per quanto riguarda la musica è previsto un fantastico concerto con Brian May, Brian Eno e il compositore Hans Zimmer che dirigerà l’orchestra di Tenerife.
Starmus III diventerà anche la sede della cerimonia di premiazione inaugurale per i vincitori della Stephen Hawking Medal for Science Communication, un prestigioso riconoscimento per chi si è distinto nella comunicazione della scienza a livello internazionale.
Il design della medaglia mostra su un lato il ritratto di Hawking, mentre sull’altro l’immagine di Alexei Leonov durante la prima passeggiata nello spazio e la chitarra iconica di Brian May, la “Red Special“.
I premiati (scelti dallo stesso Hawking) saranno il compositore Hans Zimmer , il fisico Jim Al-Khalili e il documentario scientifico “Particle Fever“. In questo caso avevo incaricato un’altra agenzia viaggi, la Link Tour di Ferrara di provare a organizzare il viaggio , ma il costo finale scoraggerà gli eventuali partecipanti. Va ricordato infatti che il solo costo del biglietto di Starmus, anche se prenotato con largo anticipo si aggira sui 500 euro, che diventano il doppio a ridosso dell’iniziativa…
Piuttosto deluso non ci provo neanche quando nel Giugno 2017 ha luogo il quarto Festival, questa volta con un cambio di location in Norvegia a Trondheim, con il titolo “Life And The Universe”.
Tra gli ospiti, gli astronauti Buzz Aldrin ( Apollo 11 ), Charlie Duke( Apollo 16) ed Harrison Schmidt (Apollo 17), di nuovo Stephen Hawking, purtroppo alla sua ultima apparizione ( ci lascerà l’anno successivo) ed i musicisti Steve Vai e Nuno Bettancourt.
La Stephen Hawking Medal premierà in quell’edizione per il loro eccezionale contributo nella comunicazione scientifica: Neil deGrasse Tyson (divulgazione scientifica),Jean-Michel Jarre (musica e arti) e The Big Bang Theory(film).
Ed eccoci arrivati alla quinta edizione di Starmus, prevista per Giugno 2019 a Zurigo, una meta non troppo distante e facilmente raggiungibile dall’Italia anche in treno. Gli ospiti invitati ed i concerti previsti sono ancora una volta superlativi e raccolti sotto il tema generale “A Giant Leap”, dedicato al primo passo dell’uomo sulla Luna, in concomitanza con il 50° anniversario dell’Apollo 11 e del primo allunaggio. Il Festival commemorerà questi eventi attraverso conferenze, presentazioni, dibattiti, tavole rotonde e spettacoli, un’occasione imperdibile che non so se si ripresenterà ancora una volta così vicina a casa.
Prendo quindi la solenne decisione a Marzo di iscrivermi e partire in solitaria alla volta di Zurigo. Mi arriva quasi subito il prezioso biglietto elettronico e procedo con la prenotazione dell’albergo, il Zurich Wallisellen a pochi km dalla Samsung Hall, la location in cui si svolgerà il festival. In un primo momento era prevista anche l’Hallenstadion in cui doveva esibirsi il celebre Jean Michel Jarre , ma una sua comunicazione poche settimane prima del Festival, avvisa i delegati che purtroppo si vede costretto ad annullare il concerto per motivi organizzativi…
Pazienza, mi consolo con gli altri suoi concerti visti in passato e con la conoscenza diretta del maestro e pioniere della musica elettronica lo scorso Novembre a Milano alla Terrazza Martini, in occasione del “Milano Music week” in cui ha presentato il suo nuovo album Equinoxe Infinity ed è stato poi a disposizione dei fans per foto e autografi.

Jean Michel Jarre
Il 23 Giugno sono quindi in partenza da Bologna col treno diretto a Milano e una volta arrivato in stazione, ha luogo il primo di una lunga serie di selfie che caratterizzeranno i prossimi giorni, precisamente con l’indimenticabile attore comico Pippo Franco, autore anche di alcune canzoni per bambini rimaste nell’immaginario collettivo, in attesa anche lui di un treno. Si presta gentilmente per una foto assieme e scambiamo qualche parola prima della mia partenza per Zurigo.
La puntualità svizzera in questo caso lascia un po’ a desiderare visto che arriverò a destinazione con un’ora e mezza di ritardo ed un cambio treno al volo dopo Lugano per un guasto…In stazione a Zurigo mi attende il mio vecchio compagno di liceo Alessio Aci, residente in Svizzera da ormai un ventennio e assieme a lui visito la città ed il suo lago prima di essere accompagnato all’hotel Wallisellen, piuttosto difficile da trovare, ma gradevole e tranquillo.
L’indomani mattina 24 Giugno mi sveglio di buon’ora e vedo già qualcuno nella sala colazione con la maglia di Starmus, segno inequivocabile che si tratta di delegati delle scorse edizioni, scambio qualche parola poi mi avvio prima a piedi e poi con il tram che parte dal vicino centro commerciale Glatt ,alla Samsung Hall. Alla fermata ci sono diversi ragazzi del comitato organizzatore di Starmus e assieme a loro mi mangio un panino in attesa dell’apertura ufficiale per le registrazioni prevista per le 14.00. Davanti alla sala ancora chiusa ci sono altre persone, anche queste reduci delle precedenti Starmus, c’è chi viene dalla Norvegia, dal’Inghilterra, dall’Irlanda e pure dalla California.
Un gruppetto al momento non molto numeroso e fra questi mi sembra di notare una figura famigliare, un ragazzo che come me condivide la passione per i Queen e che suona pure lui in una Tribute Band: Alessio Colace. Qualche volta mi ha sostituito alla chitarra nei Queenvision quando ero impegnato col planetario o in qualche viaggio e quindi di persona non ci eravamo mai incontrati. Dopo la sorpresa iniziale, si festeggia l’incontro inaspettato e ci mettiamo in attesa assieme alla sua ragazza e ad un’altra ragazza di nome Marwa con cui si fa amicizia.
La registrazione procede senza intoppi e ci viene consegnato il prezioso badge da tenere al collo, siamo in piedi di fianco all’entrata, quando con enorme sorpresa vediamo entrare proprio Brian May, con la sua folta capigliatura ormai grigia. Ci passa accanto facendo un cenno di saluto e riconosce Alessio, che ha già incontrato in altre occasioni. Non faccio in tempo a riprendermi dallo shock che se ne è già andato a fare il soundcheck. Non sono neanche riuscito a fare una foto con lui, mannaggia…ci riproverò più tardi.
Entra anche Garik Israelyan, l’organizzatore di Starmus, perennemente attaccato al telefono, mentre dalla grande sala con le porte semichiuse ci arrivano le note dell’orchestra di Hans Zimmer e più tardi alcuni spezzoni di Who wants to live forever suonata dallo stesso Brian.
Assieme ad Alessio proviamo ad attendere l’uscita degli artisti dalla porta posteriore dell’edificio ma Brian non si vede, probabilmente è rimasto dentro a cena visto che il concerto di apertura è previsto per le 19.30. Ritorniamo sui nostri passi e ci mettiamo in fila attendendo che si aprano le porte della sala, la folla è aumentata considerevolmente, ci sono anche molti studenti, visto che per loro l’ingresso a Starmus è fortunatamente gratis. Entriamo ed il palco è gigantesco e bellissimo, splendidamente illuminato, prendiamo posto e ben presto la sala si riempie, così come la galleria superiore è tutto pronto per il concerto dal titolo:”Once upon a time on the Moon”!
Entrano l’orchestra e la presentatrice, che con sorpresa riconosco in Chase Masterson, di Star Trek-Deep Space Nine, che a sua volta da la parola a Garik Israelyan che apre ufficialmente il Festival ringraziando i delegati e gli ospiti e chiamando sul palco il presidente dell’Armenia, Armen Sarkissian, che saluta a sua volta e invita tutti alla prossima edizione di Starmus che si terrà proprio in Armenia.
L’orchestra di Zurigo parte ad effetto con” l’Uomo d’acciaio”, la colonna sonora di Hans Zimmer dedicata al remake di Superman, di grande impatto sia sonoro che scenico con bellissime immagini sul megaschermo. Ma il maestro Zimmer, entrerà solo sui brani successivi a partire dal “Gladiatore”, regalando poi alla platea entusiasta “Inception” e i brani migliori di “Interstellar”, in cui si aggiungono Rick Wakeman degli Yes e Steve Vai, il pirotecnico chitarrista che suona perfino con la lingua!
A quel punto viene invitato a salire sul palco l’astronauta americano Chris Hadfield, che imbracciando la chitarra acustica si esibisce con il brano di David Bowie “Space Oddity” che già aveva suonato sulla stazione spaziale qualche anno fa. Prendono poi la parola Tony Fadell, direttore generale del progetto I-Pod e I-Sight, Kip Thorne, premio nobel per la fisica per la scoperta delle onde gravitazionali e consulente scientifico del film Interstellar e Paul Franklin, creatore di effetti speciali per il cinema tra cui Interstellar, Inception ecc.
E’ quindi il momento di Brian May che assieme a Garik Israelian e Peter Gabriel assegna i vincitori della Stephen Hawking Medal, che quest’anno sono: Brian Eno (musicista e compositore) , Buzz Aldrin, (veramente un mito a quasi 90 anni, ancora in splendida forma e accompagnato da una moglie nettamente più giovane) ed Elon Musk di Space X in collegamento diretto dal Kennedy Space Center. A ciascuno di loro verrà donato oltre alla medaglia anche un prezioso orologio offerto da Omega, uno dei principali sponsor del Festival.
La storia pionieristica di Omega è ricca di conquiste scientifiche, comprese quelle dello spazio ( gli astronauti dell’Apollo li indossavano) e dell’oceano, nonché di rivoluzionarie scoperte nell’orologeria magnetica di precisione. L’orologio in oro giallo 18 carati offerto ai vincitori è il cronografo Omega Speedmaster Moonwatch Professional da 42 mm.
Veramente un’emozione dietro l’altra, ma la serata me ne riserverà ancora molte… Infatti durante la pausa prima della ripresa del concerto, mi avvicino al palco e riesco ad ottenere un selfie e a stringere la mano a Charlie Duke (Apollo 16), a Peter Gabriel, Chris Hadfield , Rusty Schweickart (Apollo 9) e riesco pure ad ottenere una foto con Buzz Aldrin, anche se un po’in distanza, come da disposizioni del suo inflessibile agente/fotografo. Già così la serata rimarrebbe nella storia, ma ecco che si abbassano le luci e riprende il concerto con gli ultimi pezzi.
Il protagonista assoluto è Brian May, che assieme all’orchestra, Hans Zimmer, Steve Vai e Rick Wakeman e del tenore Vittorio Grigolo (allievo di Pavarotti) esegue alcuni dei più famosi successi dei Queen come Who wants to live forever, ’39, We will rock you e We are the Champions, con tanto di finale con gli astronauti dell’Apollo sul palco ( Aldrin, Duke, Scweigkart, Cunningham, Worden e Scmitt), a cui si aggiungeranno anche Brian Eno e Peter Gabriel! Qualcosa di incredibile e memorabile!!!
Dopo un lunghissimo applauso il pubblico comincia a defluire, ma io mi avvicino nuovamente al palco a caccia di foto con qualche altra celebrità e questa volta intercetto Brian Eno, mentre scende dal palco ed egli si presta volentieri ad un selfie scambiando con me qualche battuta. L’avevo già incontrato nel 2016 a Palazzo Te a Mantova, in occasione di una sua installazione multimediale e mi aveva pure autografato un disco.
Seguo a quel punto Alessio e fidanzata all’esterno, nuovamente alle uscite degli artisti e con grande pazienza attendiamo l’arrivo di qualcuno. Il primo è Rick Wakeman, che si dilegua rapidamente con fare scontroso salendo su un Suv dai vetri oscurati, tutto il contrario di Hans Zimmer, che invece si ferma presso lo sparuto drappello di valorosi fans, felice di farsi fotografare assieme a noi, in particolare sarà lui stesso a prendermi il telefono per scattare il selfie! Poco dopo arriva anche Steve Vai, che però si lamenta del mio telefono, secondo lui al buio la foto non renderà un gran chè… ed effettivamente non ha tutti i torti!
Ma Brian, il più atteso, ancora non si vede, Alessio sta quasi per gettare la spugna guardando sconsolato la bottiglia di vino che gli ha portato in dono, “Probabilmente è uscito prima…”E’ la frase più ricorrente “5 minuti poi ce ne andiamo…”. Ma ecco che in extremis, quando le speranze sono ormai ridotte ai minimi termini, vediamo uscire dalla porta di servizio il famoso chitarrista con passo dinoccolato. Si avvicina sornione e comincia ad autografare dischi a destra e a manca, sembra quasi che ci salti, ma ecco accorgersi di Alessio e della bottiglia di vino che accetta di buon grado. Ci chiede se ci è piaciuta la versione alternativa di ’39 con orchestra e finalmente si presta ad un selfie col sottoscritto, momento che dire emozionante è poca cosa!
Ora posso andare a dormire tranquillo, ci si saluta con Alessio e ci si abbraccia, è stato un giorno veramente incredibile che ricorderemo a lungo. Lui ora tornerà a casa, io invece chiamo un taxi per portarmi in albergo, iniziando a sperimentare i costi folli di Zurigo…40 euro per 4km!
25 Giugno, ancora frastornato dalla serata, rivedo nella sala colazioni alcuni dei delegati conosciuti il giorno prima con i quali si commenta entusiasticamente il primo giorno del Festival. Devo fare i conti però con un gran mal di denti, ma tengo duro e procedo verso la Samsung Hall dove rivedo Marwa a cui mostro le foto con i vari vip catturati la sera precedente.
Questa mattina prende la parola lo storico dello spazio John Logsdon che parla della storia del progetto Apollo, poi il cosmonauta russo Yuri Baturin con un interessante excursus sul programma lunare sovietico in contrapposizione all’Apollo ( molto interessante poiché argomento poco conosciuto in occidente) e Chris Hadfield e la sua esperienza sulla stazione spaziale internazionale. Ahimè tutte le conferenze sono in inglese e non è prevista la cuffia per la traduzione simultanea, ma stando molto concentrato riesco a capirci qualcosa, nonostante i numerosi termini tecnici. Prima della pausa pranzo intercetto Chase Masrterson di Star Trek, che si presta con entusiasmo ad una foto assieme e poco dopo, ma in maniera decisamente più composta anche il russo Yuri Baturin.
Non è finita perché uscendo mi imbatto in Gerry Griffin, direttore di volo del programma Apollo ed Harryson Schmitt astronauta dell’ultima missione lunare Apollo 17, gioviale e contento di posare per una foto, mentre più ostici risultano Walt Cunningham ( Apollo 7 ) e Al Worden ( Apollo 15 ), che tuttavia alla fine si arrendono alle mie richieste.
E’ il momento di tornare al centro commerciale Glatt per un rapido pranzo e per trovare un rimedio al mal di denti che mi sta gonfiando la guancia, fortunatamente c’è una farmacia, ma ancora una volta i costi di Zurigo sono micidiali: antidolorifico e antibiotico, quasi 100 euro!!
Nel pomeriggio viene lasciato ampio spazio agli Astronauti dell’Apollo con le avvincenti conferenze di Cunningham :“Apollo, l’età dell’oro del volo spaziale”, di Worden: “Dalla Luna a Marte e oltre..”, Duke :“ Il lavoro di squadra porta al successo”, Schmitt :“ Apollo 17 e oltre”, Schweickart “ :”Il reale significato dell’Apollo” e Griffin: “ La parte divertente di andare sulla Luna!”.
Un memorabile affresco di una delle più importanti imprese del genere umano, se non la più importante, una sfida titanica considerando la tecnologia dell’epoca, che ha portato negli anni ricadute in tutti i settori, dal gps, al computer, dal cellulare al forno a microonde, tanto per citarne alcuni.
Certo, si trattava di una gara tecnologica e militare con i rivali sovietici e una volta raggiunto l’obiettivo e una volta esaurite le risorse economiche, la Nasa non ha più portato uomini così lontano dalla Terra e lo spirito dell’Apollo, l’entusiasmo e la cooperazione di un intero popolo, è stata qualcosa di irripetibile. Forse solo grazie alle imprese spaziali private come la Blue Origin, Virgin Galactic e sopratutto Space X, oggi potremmo riaffacciarci alla Luna e guardare verso Marte, proiettando l’umanità in una nuova età dell’oro dell’esplorazione spaziale…speriamo!
Proprio di questo ed altro si parla l’indomani mattina, 26 Giugno, in una tavola rotonda con Walt Cunningham, Harryson Schmitt, Charlie Duke, Brian Eno, Tony Fadell, May-Britt Moser, Donna Strickland, Garik Israelian, Michael Hintze, Al Worden e Gerry Griffin come moderatore.
Dopo la pausa pranzo, ha luogo l’interessante intervento di Fabiola Gianotti, direttrice generale del Cern di Ginevra, visitato dal sottoscritto ben 4 volte in passato, che ci parla della ricerca che si fa in questo importantissimo luogo di scienza. E‘ quindi la volta dell’astronauta dell’Esa Tim Peake, ci parla dei Piani dell’Esa per l’esplorazione lunare e marziana“, con l’ambizioso ritorno alla Luna dell’uomo a cominciare dalla costruzione della stazione orbitante Gateway attorno al nostro satellite naturale, con un ruolo di primo piano affidato all’Europa e all’Italia.
Poi sale sul palco Bob Smith, amministratore delegato della Blue Origin che insiste su questo punto con la conferenza “Blue Moon : tornare per restare”, in cui si analizza il progetto di costruzione di un nuovo modulo lunare di discesa, chiamato proprio Blue Moon e l’apertura dello spazio ai turisti .
Garrett Reisman (Astronauta e direttore delle operazioni per gli equipaggi di Space X), ci parla dei voli spaziali, passati presenti e futuri, nell’ambito della sua collaborazione con Elon Musk, che dovrebbe portare il primo uomo di Space X in orbita nel 2020.
Dopo una pausa caffè in cui riesco ad avvicinare per una foto Fabiola Gianotti e gli astronauti Peake e Reisman, è la volta della conferenza di Brian May assieme al divulgatore scientifico David Eicher dal titolo “Mission Moon 3-D“, con occhialini a disposizione del pubblico per godersi al meglio le immagini. E‘ interessante e peculiare vedere Brian nel ruolo di divulgatore scientifico, sicuramente una novità per molti dei suoi fan. E‘ poi la volta di Tony Fadell: “Tecnologia Sinergie tra Terra e Spazio“e dell’anziano astrofisico e presidente della Royal Astronomical Society, Martin Rees che ci parla delle “Prospettive per l’umanità a livello globale“, mettendoci in guarda dai pericoli di effetto serra e riscaldamento globale, visto che con tutta probabilità abbiamo già superato il punto di non ritorno e possiamo solo limitare i danni…
Al termine degli interventi riesco ad avvicinare ancora una volta Brian, sempre disponibile con i fan per una nuova stretta di mano e una nuova foto. Mitico!
Dopo cena, un nuovo importante appuntamento di Starmus, ovvero la proiezione in anteprima del film documentario “Apollo 11“, preceduto da un panel di discussione dal titolo : “La corsa allo spazio nei film statunitensi e sovietici“ con: Damien Chazelle (regista, produttore e sceneggiatore) ,James Hansen (storico) ,Todd Miller (regista e produttore del film),Oksana Leonova e Rick Armstrong ( figli dei rispettivi astronauti), Dmitry Kiselyov (regista) e Stephen Slater (Produttore)
Il film ci fa rivivere minuto per minuto le emozioni e le ansie di questa storica missione, con immagini restaurate veramente spettacolari e mozzafiato, ma la cosa sicuramente più emozionante è quella di guardare il film accanto, a Buzz Aldrin, uno dei protagonisti assoluti di quell’evento, un uomo che può dire: “io c’ero!” e agli altri astronauti dell’Apollo, tra cui Charlie Duke, anche lui presente nel documentario in quanto addetto alle comunicazioni con gli astronauti della missione. Un altro momento profondamente importante e toccante di questa fantastica Starmus!
27 Giugno, al mattino si alternano a parlare Donna Strickland (Premio Nobel per la fisica nel 2018 per lo studio sui laser) con la conferenza “Impulsi ottici ad alta intensità e ultracorti“,
Adam Riess (Premio Nobel nel 2011 per lo studio sull’accelerazione dell‘universo) con l‘intervento “L’espansione anomala e la fisica sorprendente dell’universo“ .E poi Claude Nicollier (Astronauta ESA che ha volato con lo Shuttle) e Robert Williams (Direttore dell‘ Hubble Space Telescope institute fino al ’98, che ci parlano delle “Missioni di riparazione ,manutenzione e la scienza di Hubble“ .
Ancora un’astronauta, Sandra Magnus della Nasa “ Espandere gli orizzonti: i nostri prossimi passi lontano dal pianeta Terra“ , che si presta ad un selfie.
Dopo pranzo, è la volta del mitico Buzz Aldrin, che con lucidità e spirito ci intrattiene con la conferenza: “ Avanti verso la Luna!“, in cui si sofferma sulla sua missione e sul futuro dell’astronautica della Nasa, in particolare le missioni Orion ed il ritorno sulla Luna entro il 2024 come vorrebbe Trump e poi su Marte. Un applauso infinito lo saluta mentre ritorna in platea.
Si prosegue con Ewine F. van Dishoeck (Astrofisico, chimico, presidente eletto della IAU) IAU100: “Celebrando un secolo di progressi nell’astronomia e il contributo della società“ , Xavier Barcons (Astrofisico e direttore generale ESO): “ Costruire e gestire i più potenti osservatori astronomici terrestri“,Nergis Mavalvala (astrofisico): “ Ascoltare l’universo deformato e increspato di Einstein con onde gravitazionali“.
Dopo la pausa caffè tocca a Eric Betzig (Chimico, premio Nobel nel 2014, per gli studi sulla microscopia ottica a fluorescenza a super risoluzione)“ Esplorazioni microscopiche dello spazio interno: il mondo segreto dentro la nostra cellula“ .
Arriva poi il momento di una tavola rotonda tra premi Nobel con Donna Strickland, Edvard Moser ( Nobel 2014 per lo studio del cervello), Kurt Wüthrich ( nel 2002 per la spettroscopia di risonanza), Elizabeth Blackburn ( per la medicina nel 2009), May-Britt Moser ( premio nobel assieme al marito), Adam Riess, Robert Wilson ( nel 64 per la radiazione cosmica di fondo!), George Smoot ( nel 2006 per l’anisotropia della radiazione cosmica di fondo), Brian Schmidt ( accelerazione dell’universo), Barry Barish (nel 2017 per la scoperta delle onde gravitazionali) ed Eric Betzig.
E anche in questo caso è un grande privilegio assistere dal vivo a discussioni e confronti di menti tanto brillanti sui campi più disparati dello scibile umano…!
Mentre sono di ritorno in albergo faccio conoscenza con Paolo Attivissimo del gruppo astrofili Ticinesi, nonchè membro del Cicap ( Centro italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale). Finalmente si parla un po‘ italiano! E‘ lieto di scambiare un po‘ di impressioni sul Festival e sulle nostre attività di divulgazione. In particolare mi parla del suo libro disponibile on line :“Sì ci siamo andati!“, dedicato a tutti i detrattori dello sbarco umano sulla Luna, che in questi anni imperversano in TV e sul web insieme ai terrapiattisti, segno di un’inesorabile involuzione della nostra società.
In questo bellissimo saggio, analizza punto per punto tutti i dubbi dei cosiddetti scettici: dalle foto sfocate, alla bandiera che rimane rigida, alle stelle che non si vedono nelle foto ecc ecc. La risposta più convincente da dare a loro, mi dice, è quella di ricordare che in tempi di guerra fredda, i sovietici non avrebbero visto l’ora di sbugiardare gli americani in caso di una così colossale messa in scena.
C’erano spie ovunque, perfino sulla Luna, anche Aldrin ricorda che mentre lui ed Armstrong erano usciti sul suolo lunare è passato loro sulla testa il satellite sovietico Luna 15, che li ha inevitabilmente controllati. E poi le recenti immagini inviate dalla sonda Lunar Reconnaisance orbiter, con le foto dettagliate di tutti i siti di allunaggio delle missioni Apollo, con visibili addirittura le impronte degli astronauti e le tracce dei rover! Conveniamo in ogni caso, da esperienze personali, che con i duri e puri non ci sono prove che tengono ed è meglio lasciarli nelle loro convinzioni.
28 Giugno, è arrivata alla fine l’ultima giornata di Starmus, rivedo Paolo in fila presso un tavolo all’ingresso della sala conferenze e mi dice che sta per prendere parte come altri delegati al progetto “Sister Moon”, un progetto di arte cosmica che mira a riattivare la nostra relazione umana con l’universo e ad elevare la consapevolezza dello spazio, rendendo possibile una conversazione con il nostro compagno celeste più vicino: la Luna.
Usando la tecnologia di rimbalzo delle onde radio sulla Luna, è possibile inviare un messaggio con la propria voce, oppure suoni o musiche sotto forma di onde radio modulate e ascoltare l’eco di ritorno dal nostro satellite grazie a strumenti posizionati all’epoca dagli astronauti dell’Apollo. Martine Nicole Rojina, presente al Festival, utilizza per questo scopo una delle prime antenne di radioastronomia al mondo, il radiotelescopio olandese di Dwingeloo, per registrare la voce umana o suoni, che una volta riflessi dalla superficie della Luna possono creare composizioni musicali o installazioni di sound-art.
Un’occasione unica, mi metto anch’io in fila e poco dopo registro il mio messaggio che mi ritorna pochi secondi dopo in cuffia: “Lunga vita e prosperità!”, auguro al mondo ricordando il celebre saluto del sig.Spock di Star Trek. C’è pure una telecamera che mi registra e successivamente il filmato mi sarà inviato via mail, un’altra delle infinite sorprese di Starmus!Entro quindi in sala e mi accomodo ad ascoltare li ultimi interventi: Clive Neal (geologo planetario) :“Ritorno alla luna“, in cui si pone l’accento all’importanza delle materie prime che le future missioni lunari possono trovare direttamente nel sottosuolo del nostro satellite, compresa l’acqua, rendendole di fatto indipendenti dalla Terra, in modo da favorire e rendere economicamente sostenibili vere e proprie basi lunari.Impossibile a quel punto non ricordare la Base Alpha del telefilm anni ’70 “Spazio 1999”, che vedevo con entusiasmo da bambino e i numerosi attori della serie incontrati di persona molti anni dopo grazie alle convention dell’associazione Moonbase ’99!
Nicole Stott (Astronauta con una missione di lunga durata sulla ISS e artista): “ La Terra vista dallo spazio“,Elizabeth Blackburn (Biochimica, premio Nobel)“ Migliorare la scienza – per tutti“ , Helen Sharman ( la prima Astronauta britannica ad andare in orbita sulla stazione spaziale e chimico): “Da Marte alle stelle“.
Dopo la pausa pranzo, Alan Stern (scienziato planetario e astrofisico, responsabile della sonda New Horizon, ci intrattiene con l’interessantissima conferenza: “Oltre Plutone“, in cui ci mostra stupende immagini a colori dell’ex ultimo pianeta , della sua Luna Caronte e dell’asteroide Ultima Thule, visitato all’inizio dell’anno e di nuovi possibili target della missione.
E‘ quindi la volta del Cosmonauta russo Gennady Padalka, che è stato compagno di missione della nostra Samantha Cristoforetti, con la conferenza“ Vita a bordo dell’ISS“ e del geologo planetario cinese Long Xiao con Il programma di esplorazione lunare della Cina: “Oggi e domani“ , un interessante scorcio sul misterioso programma spaziale cinese, che sta alimentando una nuova gara spaziale con gli Stati Uniti.
Infine l‘astrofisico premio nobel Brian Schmidt :“La prima stella nell’universo“ e un panel di discussione finale sul futuro dell’uomo nello spazio con Eugene Kaspersky (informatico russo), il cosmonauta Mikhail Kornienko, Marco Preuss ( sicurezza informatica), Nicol Stott ( astronauta).
Un’ultimo selfie con Gennady Padalka e viene archiviata quindi con enorme soddisfazione questa bellissima esperienza di Starmus, rinunciando purtroppo all’ultimo giorno previsto dal programma e al concerto di May-Britt Moser con Steve Vai per impegni presi in precedenza.
Porterò con me la consapevolezza di aver partecipato a qualcosa di veramente unico, in cui tante menti brillanti tutte assieme hanno cercato attraverso conferenze e dibattiti, soluzioni per il futuro della razza umana, il tutto impreziosito da concerti memorabili.
Un momento in cui il pensiero si è elevato ed è volato alto, in un trionfo della ragione e delle arti ( le cose migliori a mio avviso espresse dall’umanità) …al prossimo Starmus!