FLORIDA 2011: IN ATTESA DEL PENULTIMO SHUTTLE
di Massimiliano Di Giuseppe
L’organizzazione del viaggio in Florida per assistere ad un lancio dello Space Shuttle parte da lontano, per la precisione dal Marzo 2007 con più o meno i soliti protagonisti: Coelum Viaggi ,Gruppo Astrofili Columbia, Coop Camelot e CTM Robintur, ma purtroppo l’incertezza del lancio, la difficoltà di reperire i biglietti ne decreta quasi subito il fallimento.
Tra l’altro il previsto lancio del Discovery slitta addirittura ad Ottobre di quello stesso anno, e solamente Davide Andreani e Matteo Negri presidente e tesoriere del Columbia riusciranno con successo a vederlo, assieme a qualche altro membro dell’associazione ISAA ( Italian Space and Astronautic Association ).
Verrà un’altra occasione dico tra me e me e penso al primo storico lancio dello Shuttle Columbia visto in diretta sulla Rai il 12 Aprile del 1981, allora ero in seconda media. Nel 2008 arriva l’annuncio del Presidente americano Obama che decreta per ragioni di bilancio la fine del programma Shuttle entro il 2010-2011. Rimane poco tempo.
L’occasione giusta sembra presentarsi il 27 Gennaio del 2011, in partenza è ancora una volta il Discovery, ma anche in questo caso lo slittamento di un mese per questioni tecniche induce la Robintur e alcuni interessati al viaggio a rinunciare.
Coelum viaggi però non si ferma e decido di tentare il tutto per tutto con il penultimo Shuttle, l’Endeavour, previsto per il 19 Aprile 2011, a partire saremo io e la mia famiglia, mia moglie Arianna e mio figlio Leonardo.
Si tratta di un lancio storico visto che coincide con il 50° anniversario di Yuri Gagarin, il primo uomo nello spazio, con il trentennale del programma Shuttle ed è di particolare lustro per il nostro paese visto che trasporterà l’astronauta italiano Roberto Vittori, che andrà a raggiungere il suo collega Paolo Nespoli sulla Stazione Spaziale, per la prima volta 2 italiani saranno presenti contemporaneamente sulla ISS nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia!
Ai primi di Marzo prende corpo ufficialmente l’organizzazione del viaggio, affidata in buona parte ad Arianna. La prima cosa da fare è quella di tentare di prenotare i biglietti VIP del lancio, quelli che consentono di arrivare il più vicino possibile ad una decina di Km dalla rampa.
Un collaboratore di Coelum, Luigi Morielli, conosciuto a Dicembre alla fiera dell’Astronomia di Forlì, che cura la rubrica di astronautica della rivista ed è membro dell’ISAA mi consiglia alcune agenzie americane in cui cercare di reperire i biglietti e fra queste a risponderci via mail è la Florida Dolphin Tour di Orlando, che ci comunica che i biglietti sono in vendita on line.
Immediatamente procediamo con l’acquisto e la cosa và a buon fine, abbiamo accesso alla Causeway del Kennedy Space Center il giorno del lancio, il momento è emozionante! Sempre su consiglio di Luigi, che tra l’altro nel 2010 ha avuto la fortuna di assistere alla partenza dell’Atlantis, procediamo anche all’acquisto presso il KSC dei Commander Pass, che con un piccolo sovrapprezzo consentono l’ingresso al centro tutto l’anno e presentano indubbi vantaggi e i biglietti del Today and Tomorrow tour, che con il bus ti portano vicino alla rampa.
E’ la volta quindi della prenotazione degli aerei, dell’auto a noleggio, degli hotel e dei possibili tour. Ne notiamo due sempre organizzati dalla Dolphin particolarmente interessanti e che faranno sicuramente la felicità di Leo, uno che prevede fra le altre cose di nuotare assieme ai delfini ed uno addirittura con i lamantini!
Il viaggio è quindi strutturato in modo tale che la vacanza in Florida risulti comunque indimenticabile a prescindere dal lancio.
I giorni successivi tengo d’occhio il blog di Luigi, “Astrogation”che informa in tempo reale sullo stato del lancio e di eventuali problemi. Il 28 Marzo infatti apprendo con orrore che il lancio è stato posticipato al 29 Aprile per problemi di ingorgo spaziale con una Soyuz russa. Questa non ci voleva!
Che fare? Arianna non ha dubbi, spostiamo tutta l’organizzazione logistica, tanto i biglietti VIP sono ancora validi, cambierà solo l’appuntamento con il pullman che ci deve portare al KSC. E sia.
Ai primi di Aprile, mi vedo con lo stesso Morielli a Bari in occasione della fiera Astronomos nell’ambito di Expolevante, organizzata da Paolo Minafra, vecchio compagno di viaggi nonché Presidente della Lunar Society Italia, presso lo stand di Coelum e mi conferma che il lancio è ancora fissato per il 29 dello stesso mese.
E così il 19 Aprile partiamo da Bologna con un volo Lufthansa per Francoforte per questa lunga avventura. Da Francoforte, una volta controllati a dovere i nostri passaporti elettronici ed i visti di ingresso in USA chiamati Esta, voliamo con la US Airways con destinazione Philadelphia. Nuovi e lunghi controlli al nostro arrivo, ci fanno perdere il successivo volo per Orlando ma rimediamo con un aereo che parte due ore dopo.
Finalmente alle 20.00 ora locale dello stesso giorno ( il fuso orario è di 6 ore indietro rispetto all’Italia ), Orlando ci accoglie con un clima caldo e molto umido. Ricuperiamo la nostra auto a noleggio prenotata presso la Budget, una splendida Mitsubishi Eclipse cabrio, di colore bianco con tettuccio nero e arriviamo al nostro Monumental Movieland Hotel, un albergone situato nella International Drive e quindi strategicamente vicino a molti parchi divertimento ed ai nostri appuntamenti con i bus della Dolphin, il primo dei quali avverrà subito l’indomani 20 Aprile per un tour di 2 giorni ricco di sorprese.
Facciamo colazione con un cappuccino enorme e ustionante e poco dopo abbiamo il piacere di conoscere Steven della Dolphin, la nostra guida, che una volta controllati i nostri nomi sulla lista dei partecipanti ci dice: “Fantastic!” e ci invita a salire sul pullman.
E’ una bella giornata di sole e il caldo si fa sentire, veniamo infatti da temperature italiane ancora piuttosto basse. La prima tappa del tour è rappresentata dalle famose Everglades, le gigantesche paludi della Florida in cui dimorano alligatori, serpenti e tantissimi animali acquatici.
In effetti al nostro arrivo gli alligatori sono tanti, tutti accalcati dietro a un recinto, dove un inserviente da loro da mangiare giganteschi topi, lo stesso inserviente si esibisce in uno spettacolino a metà tra il turistico e il circense in cui mette la testa nelle fauci spalancate di un alligatore. Poi coinvolge il pubblico facendo passare di mano in mano serpenti e piccoli alligatori, compresi me e Leo.
Poi è la volta del giro in Airboat un rumorosissimo e veloce motoscafo con annessa gigantesca elica che lo fa volare letteralmente sulla palude sconfinata.
Tali paludi ricordano centuplicate per dimensioni le “Valli di Ostellato” in provincia di Ferrara in cui sorge il nostro Osservatorio Astronomico. Abbiamo i posti a prua dell’imbarcazione e impariamo troppo tardi perchè nessuno si vuole sedere davanti, alla prima curva infatti siamo completamente lavati, macchine fotografiche e telecamere comprese.
Fortunatamente il potente sole ci asciuga subito e dopo aver scorto qualche alligatore nel suo ambiente naturale, attracchiamo al pontile. Steven a questo punto ci conduce in pullman a Key Largo in cui prendiamo posto nel nostro hotel, rilassandoci nel tardo pomeriggio in piscina.
Collegandoci ad Internet, la Nasa conferma ufficialmente il lancio per il 29 Aprile alle 15.47 ora locale, una vera soddisfazione! A cena mangeremo un enorme piatto di pasta misto a carne e strane salse che gli americani mettono ovunque.
L’indomani, 21 Aprile stiamo per fare una grandissima sorpresa a Leo, ovvero un bagno con i delfini! Gliel’abbiamo tenuto nascosto fino all’ultimo, ma ora ,una volta giunti alla Dolphin Cove, una baia in cui un’istruttrice di delfini inizia ad intrattenere il nostro gruppo su come si addestrano questi simpatici animali, caliamo la maschera. Leo è emozionatissimo ed anche noi, non sappiamo bene come comportarci una volta in acqua, ma Steven ci rassicura e si offre anche di farci le riprese con la mia telecamera.
Ci hanno diviso in piccoli gruppetti e quando tocca a noi siamo da soli: noi e i delfini. L’istruttrice ci spiega stando sul molo di legno i movimenti che dovremo fare con le braccia per far compiere un certo numero di evoluzioni ai delfini.
Ci lancia grandi cerchi di plastica e subito i delfini ( 2 di cui uno che si chiama Leo ) ci saltano dentro, incredibile! Poi teniamo le braccia tese di fronte a noi e loro spuntano dall’acqua e ci danno le pinne. E’ una sorpresa e un’emozione continua, una sensazione mai provata, si fanno accarezzare e addirittura ci spingono per i piedi col muso facendoci assumere una discreta velocità.
Arriva purtroppo il momento di tornare al pullman, che esperienza incredibile, Leo è entusiasta!
Ma non è finita, poiché Steven ci porta a Miami, con i suoi grattacieli ultramoderni e ci propone una gita in motonave dopo un veloce pranzo in un ristorante cubano nella pittoresca zona di Bayside, piena di negozi e locali all’aperto . La gita in motonave ci fa assaporare il lusso estremo delle ville di potenti personaggi, attori famosi e cantanti di South Beach con lo sfondo dello skyline dei grattacieli di Miami.
Ma è il momento di tornare a Orlando e arriviamo in hotel quando sono ormai le 22.00. Salutiamo Steven, ringraziandolo per questi 2 giorni memorabili, ma altre sorprese e meraviglie ci attendono già l’indomani 22 Aprile con una nuova gita della Dolphin, questa volta alla ricerca dei Lamantini!
Ci concediamo una colazione americana con uova bacon salsicce ecc. e all’appuntamento del pullman rivediamo Steven che tuttavia non sarà con noi perchè impegnato con un altro tour e ci affida alla sua collega Madelaine altrettanto professionale.
Arriviamo dopo 2 ore nei pressi di Tampa al Crystal River un grande fiume in cui ci aspetta un battello che andrà alla ricerca dei famosi lamantini, grosse e tranquille foche erbivore col muso piatto. Ci viene data una muta e una maschera con boccaglio e ben presto vediamo un gruppo di persone a mollo che scandagliano il fondo.
Il capitano ci fa cenno che è ora di scendere. Individuiamo subito un grosso lamantino che bruca la vegetazione del basso fondale, è tranquillo e indifferente rispetto alla gente che gli si accalca attorno, che strano animale…Poco dopo ne compare un altro, scatto qualche foto e ripresa con la macchina subacquea, ma l’acqua è molto torbida e si intravedono a stento le sagome degli animali. Stiamo una mezz’oretta a fare il bagno coi lamantini, ma il meglio deve ancora venire.
Il capitano ci fa risalire a bordo e proseguiamo la navigazione lungo il fiume che diventa ora più stretto e trasparentissimo ( ecco il nome Crystal River ). Lungo le sponde sorgono bellissime villette in legno in un’atmosfera di pace raramente provata ed ora i lamantini si notano benissimo mentre avanzano lentamente di fianco alla barca.
Veniamo nuovamente invitati a scendere in acqua e il capitano ci indica un luogo in cui andare, un ramo del fiume molto stretto, quasi un ruscello, che entra nella fitta vegetazione lussureggiante, allargandosi improvvisamente in una piccola ma magnifica laguna. In quel momento un placido lamantino ci sfiora e ci passa accanto .
L’atmosfera di pace mi fa quasi dimenticare il countdown dell’Endeavour…Ritorniamo controvoglia al pullman che ci accompagna all’Homosassa Spring State Wildlife Park, un parco naturale che raccoglie svariati animali tipici della Florida, tra cui il puma. Come per gli altri parchi americani il biglietto di ingresso finanzia la salvaguardia di quel particolarissimo ambiente.
Poi è la volta delle paludi di Wild Bills, meno estese delle Everglades, ma molto più affascinanti. Anche qui ci attende l’airboat e memori della precedente esperienza ci sistemiamo in ultima fila. Notiamo che la vegetazione è molto diversa, con svariati boschi che emergono dall’acqua e sfrecciamo con l’airboat in paesaggi mozzafiato in una giornata limpidissima. Percorriamo velocemente veri e propri tunnel di vegetazione, mentre svariati uccelli acquatici fuggono lontano.
Poi il barcaiolo rallenta ed entra in un’oscura foresta piena di liane, rampicanti e piante infestanti che pendono come barbe bianche dai rami degli alberi, come nei film dell’orrore. E poi radici contorte e strani coni di corteccia che emergono dall’acqua immobile. Il barcaiolo ci dice solennemente che questo è un luogo sacro per gli indiani Seminole ed in’effetti un’aura mistica pervade questo strano posto che rimarrà per sempre impresso nella nostra memoria. Mi ricorda luoghi visti negli antichi fumetti di fantascienza dell’”Impero di Trig” o in quelli più recenti di Martin Mystère in particolare quello che narra della ricerca della “fonte della giovinezza” che si svolge proprio nelle paludi della Florida.
Si conclude quindi un’altra giornata magnifica ed arrivati ad Orlando ci concediamo una pizza. La nostra intensa tabella di marcia prevede il giorno 23 di recarci in auto nientemeno che a Key West, sulla punta estrema delle isole Keys, praticamente a Cuba!
Si tratta di 600km ed Arianna si mette alla guida ininterrottamente con una breve pausa per un panino e attorno alle 14.00 siamo di nuovo a Key Largo, vista due giorni prima. Da qui in poi la terraferma si assottiglia: da una parte il golfo del Messico e dall’altra l’Atlantico che assumono colori cangianti. Ci passano accanto palme e cespugli coloratissimi di buganville e verso le 15.00 arriviamo al nostro hotel prenotato a Colony Beach.
Rimaniamo lì qualche ora facendo il bagno nell’Atalntico, poi ci prepariamo per la serata a Key West, che raggiungiamo dopo un’altra ora di auto. Key West ci sorprende subito con le sue casette in stile coloniale, spesso ricoperte di edera e con l’allegria delle sue strade piene di gente di tutti i tipi.
Ci sono un sacco di locali all’aperto e quasi tutti hanno un gruppo che suona, dalla musica caraibica, al country, al blues fino all’Heavy Metal e ci accompagnano fino al Mallory Dock, il molo in cui una marea umana sta ammirando il tramonto sul golfo del Messico.
E’ il momento di andare a cena, scegliamo un ottimo ristorante il Bagatta, il migliore di tutta la nostra permanenza in Florida e qui, seduti comodamente su un terrazzo con vista panoramica sulla strada brulicante, assaggiamo linguine ai gamberi e una super braciola di qualità eccelsa, mentre compaiono le prime stelle nell’aria tiepida della sera.
Dopo cena passiamo accanto allo Sloppy Joe’s Bar, il famoso bar in cui trascorreva le serate lo scrittore Hemingway poi ce ne torniamo in hotel.
Il giorno dopo, 24 Aprile, giorno di Pasqua, decidiamo di fare una puntatina a Palm Beach, rinomata e lussuosa località della costa.
Qui si respira la ricchezza di generazioni di magnati e uomini di affari di un certo calibro, sopratutto quando ci affacciamo alla chiesa gotica di Bathesba by the Sea e ai suoi magnifici giardini in cui passeggiano spettacolari miliardari che hanno appena assistito alla Messa di Pasqua, tirati a lucido in modo impressionante, dai bambini simili a paggi reali, alle signore con enormi cappelli in stile “Beautyful”agli anziani con capigliature bianchissime dai riflessi azzurrini. Anch’io con la mia camicia Hawaiana, bermuda e sandali faccio la mia figura!
Mettiamo il naso anche sulla vicina e bianchissima spiaggia e in Worth Avenue ove le più importanti marche di stilisti e negozi alla moda offrono il meglio di sé. Pranziamo in un Mac Donald lungo la strada per la felicità di Leo e dopo qualche ora siamo di ritorno ad Orlando dove terminiamo questo giorno di Pasqua al ristorante Lobster mangiando aragosta.
Il 25 Aprile ci attende la visita del parco acquatico di Sea World e qui Leo ha modo di sbizzarrirsi con lo spettacolo dei delfini e pseudorche, ma sopratutto con l’emozionante spettacolo delle orche ammaestrate, lo Shamu Show, in cui ci rendiamo conto delle mastodontiche dimensioni di questi cetacei, che compiono acrobazie di tutti i tipi.
E poi svariate giostre, tra cui l’elicottero di Wild Artic, che simula il volo di uno spericolato elicottero tra i ghiacci polari, seguito da una visita ad un habitat artico con beluga, orsi polari e pinguini, con tanto di cielo con l’aurora boreale. E poi Journey to Atlantis, ma sopratutto Manta, un ottovolante sullo stile del Blu Tornado di Gardaland, con accelerazioni fortissime ed evoluzioni acrobatiche.
Terminiamo la giornata, dopo un pasto veloce in compagnia di un Ibis bianco dagli occhi azzurrissimi che viene a mangiare il pane dalle mani, con uno spettacolo delle foche e addirittura di un tricheco.
Il 26 Aprile è un giorno solenne, è il momento della visita al KSC, il Kennedy Space Center di Cape Canaveral! Quando siamo nei pressi di Cocoa Beach e Titusville, ci appaiono in lontananza le sagome del VAB ( Vehicol Assembly Building )e della rampa 39 A, l’adrenalina sale rapidamente, stiamo per entrare nel luogo in cui il sogno dei viaggi spaziali umani si trasforma in realtà.
Entriamo nel gigantesco parcheggio e un tabellone luminoso ci informa che il lancio dell’Endeavour è ancora fissato per il 29 Aprile alle 3.47 P.M. Molto bene. Passiamo i controlli con il nostro Commander Pass e ci facciamo subito una foto sotto l’enorme logo della Nasa, è veramente incredibile trovarsi qui!
Ci dirigiamo rapidamente verso lo Shuttle Explorer, una riproduzione a grandezza naturale di un orbiter e vi saliamo a bordo visitando il ponte di volo con la cabina di pilotaggio, il ponte mediano e la stiva di carico. Un pensiero và all’Endeavour che ha come obiettivo principale la fornitura alla ISS di un importante rivelatore di particelle cosmiche per la ricerca di antimateria e l’indagine su origine e struttura della materia oscura, chiamato AMS 2( Alpha Magnetic Spectrometer ), di fabbricazione italiana.
Osservo e riprendo anche dentro alla stiva il grande braccio robotico lungo 15 m, il Canadarm, utile per mettere in orbita satelliti e svariate operazioni nello spazio.
Di fianco all’Explorer ci sono il gigantesco serbatoio del carburante esterno ET ( External Tank ), di colore arancione collegato ai due propulsori a razzo gemelli SRB ( Solid Rocket Booster ). Qui ci rendiamo conto delle dimensioni di questo spettacolare mezzo: la navetta è lunga 27 m con un’apertura alare di 24, l’ET ha un’altezza di 48m e puo’ contenere 603 t di ossigeno liquido e 101 t di idrogeno liquido, i 2 SRB sono invece alti 45 m e contengono perclorato di alluminio.
Spiego quindi a moglie e figlio come avvennero i due disastri del programma Shuttle, il primo il lontano 28 Gennaio 1986 fu causato dal ghiaccio di quella fredda mattina, che crepò la guarnizione del booster di destra della navetta Challenger e lo fece esplodere 73 secondi dopo il decollo. Ricordo ancora che la cosa fu annunciata in casa dallo zio Beppe che aveva sentito la notizia per radio.
Passiamo sotto la pancia dell’Explorer e mostro loro le piastrelle di protezione dello scudo termico: fu la rottura di alcune di queste dopo la caduta di schiuma protettiva dall’ET a provocare durante il rientro in atmosfera la distruzione del Columbia l’ 1 Febbraio 2003 e questa volta l’annuncio fu dato dal fratello Marco.
Di fianco all’Explorer proviamo poi l’emozione del Shuttle Launch Experience. Ci arrampichiamo come veri astronauti verso la torre di lancio e dopo un breve briefing che attraverso un video ci guida attraverso la sequenza di lancio, entriamo in cabina e ci allacciamo le cinture. Poi si accendono i motori e tutto vibra facendoci provare i suoni e le sensazioni di un vero lancio. Una volta in orbita si apre il portellone rivelando la vista della Terra dallo spazio, lo Shuttle sta passando proprio sopra l’Italia! Mi viene in mente la bandiera tricolore dello zio Beppe che ho portato per sventolarla il giorno del lancio.
Una volta usciti dalla cabina scendiamo lungo una spettacolare rampa a spirale, costeggiata da placche commemorative delle 133 missioni dello Shuttle finora lanciate dal KSC. Ma ora ci attendono le attrazioni più spettacolari del centro.
Ci rechiamo infatti nell’area di parcheggio dei pullman che trasportano i visitatori nei tour di questo immenso Visitor Complex e ci apprestiamo a compiere il tour base compreso nel biglietto d’ingresso. Passiamo di fianco all’enorme VAB e ci fermiamo alla torre LC 39 Observation Gantry. Qui assistiamo ad un altro briefing video sulla preparazione dello Space Shuttle, e osserviamo la ricostruzione del conto alla rovescia con un modello in scala, mostre interattive ed un autentico motore principale dello Shuttle che utilizza idrazina come propellente.
Poi saliamo sulla torre e da lì ci appare una vista bellissima sulla rampa 39 A, l’Endeavour è lì a portata di mano, peccato che sia ingabbiato nella rampa ( la rampa si apre solo il giorno del lancio ), ma procedo comunque in foto che chiamarle storiche è poca cosa. Un po’ più lontano anche la rampa 39 B, oggi naturalmente vuota.
Ritorniamo sul pullman passando accanto alla Crawlerway su cui transita lo Shuttle dal VAB alla rampa, il cosiddetto roll-out, in piedi sul mastodontico cingolato Crawler Transporter che vediamo fermo, simile ad un carrarmato dei Javass di Guerre Stellari. Trasporta 5 milioni di kg a 1,6 km/h.
A questo punto un’altra pietra miliare del KSC, veniamo condotti all’Apollo/Saturn V Center. Qui il programma Apollo riprende vita: si tratta di un omaggio agli astronauti dell’Apollo e alle macchine che li condussero sulla Luna. Il tour inizia dal Firing Room Theater, con un’aria condizionata micidiale, dove su 3 schermi si assiste alla proiezione di videoclip di notiziari originali dei primi anni della NASA, per terminare con riprese girate dall’Apollo 8. Ci si siede poi in una sala cinematografica con autentiche consolle di lancio del programma Apollo e infine nel Lunar Theater si assiste all’allunaggio dell’Apollo 11.
A questo punto entriamo nel gigantesco salone in cui troneggia disteso in tutti i suoi 120 m di lunghezza un vero razzo Saturno V, completamente restaurato dopo che per 20 anni era rimasto alle intemperie vicino al VAB. La cosa che più impressiona sono i 5 giganteschi ugelli dei motori a razzo, una cosa faraonica!
Ci facciamo svariate foto e riprese davanti a tanta imponenza, poi ammiriamo un LEM ed un jeep lunare. Quindi entriamo nell’Apollo Treasures Gallery che espone tesori provenienti dalle missioni lunari dell’Apollo, tra cui la tuta spaziale di Alan Shepard dell’Apollo 14. Un ultimo sguardo all’Apollo, i cui stadi avrebbero dovuto essere destinati alle missioni Apollo 18,19 , 20 purtroppo mai realizzate come al solito per questioni di fondi e un ultimo tuffo nei ricordi dei modellini Airfix del Saturno e del Lem con cui giocavo quando ero veramente piccolo nei primi anni ’70.
A questo punto sgranocchiamo un panino nel parchetto fuori dal salone con vista sulla rampa 39 B e ritorniamo nella zona principale del Visitor Complex in cui ci godiamo uno spettacolare film 3D all’IMAX, con schermi alti 5 piani dedicato alla ISS. Per la prima volta gli occhialini 3D restituiscono un effetto estremamente realistico e le emozionanti riprese girate nello spazio durante varie missioni ci danno veramente l’impressione di essere sospesi nel vuoto.
Poi accontentiamo Leo che nell’apposita sala dei Lego, assieme ad altre famiglie con bambini si dà da fare per costruire qualche astronave. C’è pure un vero astronauta, che si intrattiene con gli ospiti, risponde alle domande dei bambini e si fa volentieri fotografare. Scambiamo anche noi qualche battuta con lui e mi dice di conoscere bene gli astronauti italiani, oltre a Vittori e Nespoli, anche Guidoni, Malerba e Cheli.
Mentre abbandoniamo il centro, svariati pannelli ricordano al pubblico le ricadute tecnologiche della ricerca spaziale sulla società, dalla medicina all’informatica dalle scienze dei materiali, ai tessuti Hi-Tech ecc. ecc.
E’ sempre bene ricordarlo visto che la domanda più frequente della gente comune nei riguardi dello spazio è : cosa ci andiamo a fare e perchè dobbiamo spendere soldi in questo modo? In questo caso dovremmo proprio prendere esempio dagli americani che hanno realizzato un parco divertimenti all’interno di un poligono di lancio attivo, a sua volta all’interno di un’area naturale protetta piena di uccelli acquatici alligatori ecc, insegnandoci che alta tecnologia e natura possono tranquillamente coesistere.
Esaltati dalla giornata ancora una volta memorabile torniamo ad Orlando e ceniamo in un buon ristorante vicino all’albergo.
L’indomani 27 Aprile siamo nuovamente al KSC per l’atteso e importante Today and Tomorrow tour che ci dovrebbe portare accanto alla rampa dell’Endeavour. Per l’occasione metto nello zaino l’ultimo numero della rivista Coelum e la bandiera di Beppe.
All’arrivo un nuovo sguardo al pannello luminoso del KSC ci conforta ancora una volta sul normale proseguimento del Countdown e prima del tour, che abbiamo prenotato per le 10.50 visitiamo un piccolo museo delle sonde spaziali con un piccolo robot lo Starquester 2000 che ne racconta la storia.
All’uscita troviamo un addetto del KSC che indossa la tuta da astronauta e ci facciamo una doverosa foto insieme.
Attendiamo quindi diligentemente il nostro pullman, ma purtroppo appena arriva la nostra guida, un tipo del tutto simile ad Enrico Castiglia , nostro compagno di viaggi astronomici, ci rivela che non sarà possibile avvicinarsi alla rampa visto che sono in corso i rifornimenti di carburante ed è pericoloso.
Accidenti, hanno anticipato le operazioni che in genere iniziano il giorno prima del lancio, va’ be’ pazienza…Rimediamo con un giro alla Causeway da cui assisteremo al lancio dopodomani e in cui fervono i preparativi per accogliere una quantità enorme di pubblico, poi ci fermiamo per scattare qualche foto di fronte al VAB.
Si tratta di uno degli edifici più grandi del mondo, alto 160m, con una superficie di 3,24 ettari E’ qui che i razzi Saturno prima e gli Shuttle dopo sono stati assemblati prima del lancio. Passiamo quindo di fianco al Launch Control Center, da cui il direttore dà il Go finale al lancio e allo Space Station Processing Facility, in cui sono state assemblate le parti destinate alla Stazione Spaziale. Infine il tour ci conduce alla lunga pista di atterraggio, lo Shuttle Landing Facility lunga 4500m e larga 91,4m.
Dopo aver fatto una foto con la rivista Coelum in mano dalla torre dell’Observation Gantry del giorno prima con vista sulla rampa dell’Endeavour, mangiamo qualcosa al Cosmic Coffee e poi nuova puntatina all’IMAX, sempre spettacolare con un filmato dedicato al telescopio spaziale Hubble.
Non ci facciamo mancare anche una passeggiata al Rocket Garden in cui sono montati in verticale alcuni tra i primi razzi storici con i quali i primi satelliti e astronauti americani raggiunsero lo spazio, come il Redstone, Mercury, Atlas e l’Apollo Saturn 1 B disposto in orizzontale, nonché un’angusta capsula Mercury. La visita al KSC si conclude con l’Astronaut Memorial, una gigantesca lapide di granito nero che ricorda i nomi dei 24 astronauti americani morti nell’esplorazione spaziale.
Ma non è finita, poiché a pochi km dal KSC sorge la US Astronaut Hall of Fame, un museo che ospita la più grande collezione di cimeli appartenuti agli astronauti, tra cui la capsula Mercury di Shirra. Il culmine della carriera di qualsiasi astronauta è essere ammesso alla Hall of Fame, con il nome inciso nella Hall of Honor su una stupenda acquaforte su vetro con gli stemmi delle missioni svolte. Impressionante John Young che ha volato con le Gemini, è stato sulla Luna con l’Apollo e ha preso parte pure alla prima missione Shuttle. Di fianco al museo un altro Shuttle in dimensioni reali ,l’Infinity.
Il 28 Aprile è il giorno di Disneyworld, che naturalmente non poteva mancare in questo tour della Florida, per la precisione il classico Magic Kingdom.
Parcheggiata l’auto, prendiamo un battello fra la calca di gente in una giornata caldissima e afosa ed ecco in lontananza ci appare il castello di Cenerentola situato nella parte centrale del Magic Kingdom. Appena arrivati siamo accolti da un’atmosfera carnevalesca e dal simpatico Pluto. Prendiamo un trenino panoramico, ci sediamo sulle montagne russe delle Rock mountain con diversi scossoni, andiamo in barca sull’isolotto di Huckelberry Finn e da lì notiamo passare l’enorme battello fluviale con ciminiere e ruota. Nel frattempo sentiamo una musica coinvolgente provenire dalla piazza antistante il castello, andiamo a vedere: c’è tutta la truppa Disney, Topolino, Paperino, Pippo fino ai più recenti personaggi della Bella e la Bestia e di Toy Story, che cantano e ballano tra il pubblico in un carosello multicolore. “ Dreams come true!” è lo slogan del Parco.
Poi qualche altra giostra, le Splashmountain ed il barcone dei Pirati dei Caraibi e torniamo in albergo.
E’ arrivato il momento dell’ultimo controllo al blog di Luigi, è ancora tutto confermato, anzi egli dà appuntamento a tutti alla diretta di Astronauticast o su Coelum Stream a partire dalle 20.30 ora italiana di domani per il commento del lancio.
Tra l’altro mi ha promesso che proverà a collegarsi telefonicamente con me durante la diretta per cui avvisiamo amici e parenti di sintonizzarsi l’indomani sul sito giusto. Andiamo a dormire le poche ore che ci separano dall’appuntamento che la Dolphin ha fissato per le 5 del mattino in un parcheggio di un centro commerciale chiamato Festival Bay, vicino al nostro albergo.
Alle 3.45 suona la sveglia, quelli della Dolphin si sono infatti raccomandati di arrivare all’appuntamento con 45 minuti di anticipo onde evitare code, da un giornale locale impariamo infatti che assisteranno al lancio 750.000 persone! Alle 4 siamo in macchina e alle 4.15 parcheggiamo di fianco a qualche altro appassionato. Siamo ancora in pochi ma ben presto la folla aumenta.
Si fa vivo Steven ed il suo pullman e ci salutiamo calorosamente, ma ci dice di aspettare e pazientare un po’ visto che i 90 pullman della Dolphin arriveranno più tardi, noi dobbiamo salire sul numero 52. E’ ancora buio, c’è un caldo asfissiante ed il cielo è pesantemente coperto. L’emozione è palpabile, tutti fremono, ma il countdown finale è ancora lontano.
Dopo una ricerca laboriosa troviamo il nostro pullman, indossiamo il braccialetto giallo della Dolphin ed esibiamo ad un controllore i 2 preziosissimi biglietti del lancio che ci erano stati spediti via posta 20 giorni fa, quello blu per l’ingresso al KSC e quello verde per il trasporto alla Causeway. E’ fatta siamo seduti sul pullman. Sale anche l’addetto della Dolphin, un ragazzo aiutante di Madelaine nel tour dei Lamantini, Roger, che ci riconosce e ci sorride, siamo ancora una volta gli unici italiani.
Il Presidente Obama sarà fra il pubblico ad assistere al lancio con moglie e figlie, ci comunica trionfante!
Alle 6 la colonna di pullman si mette in movimento, il sole fra poco dovrebbe sorgere ma è occultato da grossi nuvoloni. Chiedo a Roger le previsioni meteo. “It’s fine !”, mi rassicura e alza il pollice, nel pomeriggio al momento del lancio sono previste ampie schiarite.
Siamo per la terza volta al parcheggio del KSC e il tabellone luminoso ci conforta nuovamente le operazioni procedono, tutto regolare. Sono quasi le 8, stiamo un’altra ora in coda, prima di passare a piedi i controlli ed entrare nel Visitor Complex, ci viene comunicato che alle 9,40 dovremo salire sui pullman per la Causeway.
C’è il tempo per una veloce colazione per cui Arianna e Leo si mettono in coda al Cosmic Coffee, mentre io controllo i tabelloni luminosi che mostrano l’equipaggio dell’Endeavour, oltre all’Italiano Vittori specialista di missione, c’è il comandante Mark Kelly, la cui moglie, la deputata democratica Gabrielle Giffords è stata quasi uccisa in un attentato lo scorso 8 Gennaio. Fortunatamente si sta riprendendo ed assisterà al lancio. Gli altri componenti dell’equipaggio sono il pilota Gregory H. Johnson e gli altri 3 specialisti di missione Michael Fincke, Andrew J. Feustel e Gregory Chamitoff. Go Endeavour!
Il cielo tuttavia è minaccioso per la prima volta da quando siamo in Florida. Non facciamo in tempo ad iniziare la colazione che cadono le prime gocce di pioggia, che poi diventano un deciso acquazzone. Mah! Ci ripariamo sotto una tettoia e poi ci mettiamo nuovamente in coda per salire sui pullman. Abbiamo ancora il nostro n°52 e passando in mezzo alla folla salutiamo Mike, rubicondo autista del nostro primo tour a Key Largo ed Everglades.
Quando saliamo sul pullman mancano 5 ore al lancio, ma aspetteremo 2 ore prima di partire per la Causeway, il traffico è veramente congestionato. Quando mancano 2 ore e mezza al lancio e siamo lentamente incolonnati sulla Causeway in attesa di parcheggiare, ci appare l’Endeavour in lontananza come un miraggio, è bellissimo, bianco e lucente!
Inaspettatamente un auto davanti a noi fa inversione e torna indietro, che strano! Man mano che procediamo questa manovra diventa sempre più frequente nelle auto che ci precedono e la folla assiepata sui prati con cavalletti, telescopi e quant’altro inizia a muoversi in direzione opposta alla nostra.
Seguo quasi in trance questa situazione ma ormai è tutto chiaro. Roger deglutisce e con gli occhi fuori dalle orbite annuncia al microfono che il lancio purtroppo è stato rimandato, probabilmente fra 2 giorni. “ We come back to Festival Bay!”
Queste parole pesano come piombo e il sogno và in frantumi. Leo non accetta che l’Endeavour non parta e Arianna è sbigottita. Ce l’avevamo quasi fatta.
Ci fanno scendere per pranzare con qualche hot dog sulla Causeway, dove si concentra ancora una notevole folla , c’è chi guarda nel vuoto chi si abbandona alla disperazione, chi ripone con cura i propri strumenti. Ne approfittiamo per riprendere e fotografare quella macchina tanto complessa, troppo complessa che si erge beffarda a 7 km e contatto Luigi per capire cos’è successo.
Mi risponde che è dispiaciutissimo, il guasto che ha causato il rinvio è probabilmente più grave del previsto e riguarda un APU ( Unità ausiliaria di potenza ) e secondo lui difficilmente L’STS 134 partirà il 2 Maggio come da prime indicazioni della Nasa. Tramonta quindi subito l’eventuale opzione di posticipare il nostro ritorno, Leo deve tornare a scuola.
Le nuvole si stanno diradando e un cielo limpidissimo saluta 750.000 persone col morale a terra.
30 Aprile, ultimo giorno in Florida, con la testa ancora alla mancata impresa per un soffio, rispondendo ai messaggi dispiaciuti di parenti ed amici, ci dirigiamo a Tampa e per la precisione sd Indian Rocks una località balneare sul Golfo del Messico. Rimaniamo qualche ora prendendo il sole e facendo il bagno nelle acque limpide, pensando al gigantesco meteorite caduto 65 milioni di anni fa non troppo lontano da qui. Pranziamo in una vicina locanda e poi un’ultima tappa, Lakeland, un paesino dominato da un bel lago sulle cui sponde verdi passeggiano svariati Ibis. Il giorno dopo inizia la lunga procedura che ci porterà in Italia il 2 Maggio.
Per la cronaca l’Endeavour partirà soltanto il 16 Maggio, completando con successo una missione da manuale e l’ultimo Shuttle, l’Atlantis decollerà in perfetto orario l’8 Luglio 2011, mettendo il suggello all’era Space Shuttle che in 30 anni ha effettuato 135 lanci, portando nello spazio 355 astronauti e collocando 179 tra satelliti e moduli per la ISS.
Le navette verranno alla fine esposte in musei: il Discovery allo Smithsonian Institute di Washington, l’Atlantis al Kennedy Space Center, il prototipo Enterprise verrà spostato da Washington all’Intrepid Sea, Air and Space Museum, che lo esporrà nello scenografico palcoscenico della portaerei Intrepid ancorata a Manhattan, mentre il “nostro” Endeavour verrà destinato al California Science Center di Los Angeles.
Il futuro dell’astronautica americana è piuttosto incerto e nebuloso, infatti, del progetto Constellation, cancellato da Obama, che doveva portare l’uomo di nuovo sulla Luna e poi su Marte, sopravvive oggi solo la capsula Orion, ma non è ancora chiaro quale sarà il lanciatore. Forse interverrà l’industria privata, ma in ogni caso si parla di tempi lunghi, non prima del 2017. Fino ad allora la Nasa si affiderà ai lanciatori russi per mandare i propri astronauti sulla ISS.
Tornando al nostro viaggio in Florida, bisogna dire che è stato in ogni caso un viaggio eccezionale, ogni giorno un’emozione diversa. E un’esperienza bellissima poi vivere l’attesa del lancio fin quasi al lift-off, certo con un pizzico di fortuna in più, questo viaggio sarebbe passato alla storia.
Comunque da un mancato lancio parte lo stimolo per tentare di vederne un altro in futuro, non sarà uno Shuttle, ma forse una Soyuz, magari in partenza dal Kazhakistan o dalla Guyana francese, in attesa che la Nasa torni di nuovo grande e faccia di nuovo sognare chi come me da una vita si interessa di astronautica e di imprese spaziali!