FINLANDIA 2022: ritorno al Grande Nord!
di Massimiliano Di Giuseppe
Una lunga pandemia ci ha tenuto lontani dai viaggi e dalle pagine di questi diari per più di 2 anni, un momento piuttosto buio della storia recente a cui si sta aggiungendo in questi giorni un altro oscuro capitolo: la guerra Russia-Ucraina. Caparbiamente, assieme a Robintur in questo lasso di tempo non abbiamo gettato la spugna continuando ad organizzare e preparare nuovi viaggi astronomici e finalmente allentate un po’ le misure anti-Covid 19 e calata un po’ la pericolosità del virus siamo in grado di partire per la Finlandia, in un classico viaggio nordico a caccia di aurore come ne abbiamo fatti tanti.
La voglia di ripartire, di prendere un aereo e di rivedere gli splendidi paesaggi lapponi con annesse aurore boreali, non ferma il nostro gruppo di ben 21 partecipanti anche dopo l’inizio delle ostilità tra i 2 paesi, consapevoli che la Finlandia è pericolosamente vicina alla Russia e oggetto di contese anche recenti. Non dobbiamo preoccuparci ci dice Matteo Franchini di Robintur, la situazione è sotto controllo e lui stesso per la prima volta accompagnerà il gruppo astronomico assieme al sottoscritto.
La fredda mattina del 6 Marzo alle 4.00, al parcheggio Tigotà di via Bologna a Ferrara salgo sul pullman che ci accompagnerà all’aeroporto di Malpensa assieme a Sara Mesini e Mattia Mansueto, una giovane coppia di Argenta, curiosa ed entusiasta di questa prima esperienza nordica.
Dopo 45 minuti siamo di fronte al Centro commerciale Borgo a Borgo Panigale (BO) e qui rivedo dopo tanto tempo alcuni veterani dei viaggi astronomici: Simona Musiani con la mamma Silvana Laffi e Vanna Civolani, tutte e 3 viste l’ultima volta in Nepal nel 2017. Ecco poi Matteo Rovinetti, glorioso compagno dello storico viaggio alle Isole Svalbard del 2015. Assieme a loro la nuova arrivata Fiorella Massari.
A Modena presso la Motorizzazione Civile, assieme a Matteo di Robintur riconosco Maria Rita Bagni, reduce del viaggio al Cern di Ginevra del 2013 e Lia Pallone conosciuta in Giordania nel 2010, poi tutti volti nuovi: Tiziano Benati, Gabriella Mantovani, Giuseppe Manfredini, Rosanna Montecchi e la figlia Liana Minelli.
Al casello autostradale di Parma ovest salgono poi le sorelle Maria Teresa e Isabella Calestani con il nipotino Edoardo Lambertino ed infine, dopo una sosta colazione in un autogrill, eccoci a Malpensa in cui ci raggiungono gli ultimi partecipanti Rosalba Beiletti con il figlio Gabriele. Ci siamo tutti.
Il volo è preciso e puntuale e dopo un breve scalo ad Helsinki, capitale della Finlandia, arriviamo all’aeroporto di Kittila nel tardo pomeriggio, con la pista ghiacciata ed una temperatura di -6, accolti dal pullman del tour operator locale Delta of Scandinavia. Levi a pochi km ci appare subito come una località sciistica piuttosto viva e mi preoccupa un po’ per le osservazioni serali la gran quantità di luce del paese, compresa una pista da sci fortemente illuminata… Arriviamo al nostro bell’hotel Hullu Poro e dopo una generosa cena a buffet tentiamo un‘osservazione dell’aurora allontanandoci un po’ dal centro del paese. Le receptionist dell’hotel ci consigliano un lago ghiacciato in direzione nord ad un quarto d’ora di strada a piedi.
Mi accompagnano Matteo Rovinetti, Rosalba, Vanna, Gabriele, Fiorella, Rosanna e Liana. Gli scarponi scricchiolano sulla neve ghiacciata mentre avanziamo sotto un cielo grigio con nubi basse giallognole rischiarate dalle luci della cittadina. Ci inoltriamo tra i cottage in legno della periferia e troviamo il lago ricoperto di neve dietro una fila di alberi scuri e scheletrici in una zona un po’ più buia. Ci appostiamo una mezz’oretta sperando in un’improbabile schiarita e Matteo prova qualche foto col cavalletto, ottenendo qualche scatto inquietante che starebbe bene in un film horror.
Mah…torniamo indietro, per stasera non si combina proprio nulla…Ci incamminiamo delusi verso l’hotel convinti però di rifarci le sere successive e qui troviamo appena arrivati con un volo successivo al nostro, Matteo Franchini, Lia e la famiglia Calestani. Pare ci siano un po’di problemi con la disponibilità delle camere ma Matteo sta cercando di risolvere la situazione.
7 Marzo, ci troviamo tutti a far colazione nella stessa sala di ieri sera. Sono arrivati un sacco di turisti finlandesi e ci mettiamo in coda per la nostra dose di caffè, latte, pancake, marmellate, burro e succhi di frutta. “Oggi si va in centro a prenotare alcune escursioni non da programma per i prossimi giorni!” ci dice Matteo ancora stanco per l’odissea delle camere di ieri mentre ci sediamo a tavola con lui. Guardo fuori dalla finestra il paesaggio innevato, stamattina il cielo sembra un po’ meglio e chi si è alzato alle 7 ha visto addirittura un’alba rosata in un cielo parzialmente sereno, speriamo bene!
L’appuntamento è alle 9.30 di fronte all’hotel, il freddo è pungente ma non eccessivo forse un po’ di più di ieri sera. Il centro di Levi è a pochi passi, molti negozi di articoli sportivi, bar e ristoranti ancora chiusi. Troviamo un’agenzia, la Scandinavian Travel Group Oy, in cui prenotiamo per domattina una visita ad una fattorie di renne e per domani sera un’escursione a caccia di aurore. Mentre attendiamo fuori il nostro turno, ( le misure anti covid se pur blande non prevedono al momento assembramenti ), siamo raggiunti e superati da alcune mamme che trainano sul ghiaccio i loro bambini con apposite slitte al posto dei passeggini, una pratica molto diffusa nei paesi scandinavi.
Passeggiamo fino alle vicine ed affollate piste da sci, che ci ricordano che Levi possiede alcune delle poche alture dell’intera Finlandia, dolci rilievi che non superano i 500m. Si va alla ricerca di un luogo adatto al pranzo scartando alcune pizzerie ( ce n’è una che propone addirittura la “pizza Berlusconi”!) e decidendo per un bar-ristoro che offre qualche zuppa calda e un vasto assortimento di panini.
Una volta usciti ci accorgiamo che il meteo è decisamente peggiorato, il cielo è molto nuvoloso e cade qualche fiocco di neve, alcuni scoiattoli ci guardano curiosi aggrappati ai muri delle case mentre ci dirigiamo all’ufficio dell’agenzia Delta of Scandinavia per indossare l’abbigliamento artico e per effettuare la prima escursione da programma: la motoslitta, una delle classiche attività nei paesi nordici!
La vestizione è come al solito lenta e laboriosa, ma la nostra guida, la giovane Bara assiste con pazienza i più bisognosi nell’indossare l’ingombrante tuta, gli scarponi, i passamontagna, i guanti e i caschi, che rimarranno con noi per il resto della permanenza in Lapponia. Fuori si è alzato un deciso vento che appiccica la neve sulle visiere dei caschi e un altro giovane ci sta attendendo accanto alla fila di motoslitte. Ci vengono impartite le doverose istruzioni di guida e via, si parte! Con me è salita Fiorella, mentre Matteo R. l’altro veterano delle motoslitte ospita sul sedile posteriore Lia.
Anche se è passato qualche anno, ricordiamo ancora bene come si governano i potenti mezzi e dopo qualche dosso e curva tra gli alberi si crea subito un distacco fra i più esperti e i novizi. Siamo immersi in varie tonalità di grigio, un paesaggio in bianco e nero, tutto ciò che ci può offrire la giornata senza sole, ma devo dire, anche così il Nord ha il suo fascino, soprattutto quando davanti a noi si apre un vasto pianoro ghiacciato con infinite distese di boschi sullo sfondo. Spingiamo per un po’ i mezzi alla massima velocità poi la guida ci fa rallentare e scendere, è l’ora di una sosta e ci viene offerto un po’ di succo di mirtillo caldo tonificante. Ci raduniamo per una foto di gruppo proprio mentre la nevicata raggiunge la sua massima intensità, con raffiche orizzontali di neve ghiacciata che riducono la visibilità e fanno preoccupare alcuni del gruppo.
Io e Matteo sorridiamo sotto i caschi, le condizioni meteo e le difficoltà di questo percorso non sono nulla rispetto a quanto sperimentato alle Svalbard nel 2015…Dopo circa 2 ore siamo di ritorno e indossiamo di nuovo i nostri vestiti lasciati in agenzia e riponiamo l’abbigliamento termico in un sacco che trasportiamo a fatica fino al nostro albergo e nelle nostre stanze… Un po’ di relax in sauna e vasca idromassaggio poi a cena facciamo il punto della situazione aurore: fuori continua a nevicare e le previsioni non danno speranza, Meteoblu, un sito internet molto preciso che indica i km da fare per trovare un luogo sereno è piuttosto avvilente, dovremmo fare almeno 400km ed arrivare in Norvegia per trovare qualche schiarita, una cosa purtroppo improponibile. Qualche possibilità in più dovremmo averla domani sera, non possiamo fare altro che sperare.
Per stasera invece invito tutto il gruppo in una saletta dell’hotel, una sorta di corridoio prima della sauna per approfondire il fenomeno delle aurore, grazie all’utilizzo del computer di Matteo, raccontando le avventure e le luci del nord avvistate nei precedenti viaggi in Lapponia. Fioccano le domande e le curiosità e quando siamo nel vivo del dibattito arriva inesorabile una delle receptionist dell’hotel ricordandoci che sono le 21.30 ed è ora di andare a letto, la saletta deve essere chiusa. No comment…non servono a nulla le nostre proteste e nemmeno la preghiera di una mezz’ora in più, la tipa è irremovibile. E va bèh ci diamo la buonanotte dopo un ultimo sguardo all’esterno alla neve che cade, dandoci appuntamento all’indomani.
8 Marzo, festa della donna, dopo colazione, sotto un cielo che continua ad essere di un grigio omogeneo, partiamo in pullman per la fattoria delle renne. L’allevamento delle renne è un’attività di sostentamento fondamentale in Lapponia. Le renne sono animali semiselvaggi che vagano liberi nelle foreste e vengono radunati dagli allevatori solo 2 volte all’anno, ci spiega la guida. Di fronte a noi la foresta lascia spazio ad una manciata di casette in legno, la più antica delle quali è una sorta di ghiacciaia in cui si conservavano gli alimenti e risale al 1861. Fotografiamo l’ambiente, la casa del fattore, oggi adibita a punto di ristoro e una capanna Sami dentro la quale è acceso un fuoco, proprio da lì vicino partirà il nostro giro di circa 1 km con la tradizionale slitta lappone trainata dalle renne.
Ci dividiamo in 3 gruppi e ci sediamo a coppie sulle slitte a cui viene agganciata una renna dalle inservienti. Io mi siedo accanto a Giuseppe e la guida da il via. Gli animali non sono molto entusiasti, ogni tanto trottano, ogni tanto camminano e quando la nostra renna rallenta compare il muso ansimante di quella successiva accanto alla nostra testa. E’ comunque piacevole questo breve giro ad anello nel silenzio della foresta innevata. Al termine ci scaldiamo un attimo sotto la tenda col fuoco e dopo esserci affumicati a dovere veniamo invitati a dare da mangiare alle renne un po’ di licheni, di cui esse sono molto ghiotte.
E’ l’occasione per svariate foto da vicino alle renne, animali in generale piuttosto schivi e riservati, è sempre meglio avvicinarsi con cautela ci dice la guida, soprattutto ai maschi e ai loro acuminati palchi di corna. Ci trasferiamo quindi nel locale ristoro in cui ci attende una pausa prima del ritorno in pullman con il consueto succo di mirtillo caldo. Dopo aver riempito il bicchiere seguo Tiziano che si impossessa di alcune gustose ciambelle in bella vista su un tavolo di fronte. Faccio altrettanto e immediatamente arriva la guida allarmata dicendo che quelle non sono per noi ma per il successivo gruppo di tedeschi, che evidentemente ha pagato di più. Ma ormai è troppo tardi, le ciambelle sono già state addentate ( devo dire veramente buone) e la guida se ne va con lo sguardo triste e desolato.
Torniamo in centro a Levi e dopo un panino nello stesso bar di ieri, ecco un altro classico dei tour nei paesi nordici: i cani da slitta! Ci accompagna sempre Bara che una volta arrivati all’allevamento degli husky, ci fa un rapido briefing sulla guida della slitta, tradotto in simultanea da Matteo F. Le esaurienti spiegazioni sono accompagnate dal vivace guaire dei cani, che percepiscono l’imminente sgambata. I cani sono sempre festosi e impazienti, per loro questo non è un lavoro ma un allenamento divertente da fare ogni giorno con persone diverse. Anche qui ci dividiamo in coppie e prendiamo possesso delle nostre slitte, io sono di nuovo con Fiorella. Si siede sulla slitta e avrà il compito di fare foto e video, io invece mi occuperò della guida, visto che è la mia quarta esperienza di questo tipo.
Per prima cosa alla partenza occorre controllare l’impeto dei cani premendo con forza i piedi sulla barra del freno per poi rilasciarla lentamente. Man mano che incontreremo rettilinei o curve andrà di nuovo dosata per evitare di finire fuori strada e ribaltarsi. Quando ciò succede ad alcuni del gruppo, il convoglio si ferma e la guida fa un rapido dietrofront per prestare i soccorsi, fortunatamente nulla di grave. Il tour dura più di un’ora e il sentiero è quasi tutto in piano con brevi soste per le foto al paesaggio che naturalmente col sole sarebbe stato fantastico. Ci riposiamo quindi in una grande Kota in cui non può mancare il succo di mirtillo e terminiamo la visita dell’allevamento giocando con i cuccioli che ci saltano attorno felici una volta usciti dalle gabbie.
Un po’ di sauna in hotel e dopo cena procediamo con il tour a caccia di aurore al Polarman’s Camp, con una flebile speranza di poterle vedere. Il cielo continua ad essere pesantemente coperto e con la nostra guida Alex che ci accompagnerà in pulmino al campo, cerchiamo di capire se le previsioni indicano qualche possibile apertura. “Forse verso le 23.30…”, ci dice. Ma non mi sembra molto convinto.
Il Polarman’s Camp si trova appena fuori Levi, su un’altura che domina il lago ghiacciato della cittadina con una buona visuale del cielo e un inquinamento luminoso contenuto, soprattutto verso nord, la parte più interessante in cui avvistare le aurore. Appena scesi dal pulmino una nuvola verdognola in lontananza ci fa gridare all’aurora ma ad un’analisi più precisa si rivela un riflesso delle luci della città sulla coltre nuvolosa. Alex ci accompagna al campo costituito da una cupola semitrasparente riscaldata sostenuta da un’intelaiatura a geode e due veri e propri igloo di ghiaccio in cui è possibile entrare.
Facciamo conoscenza con Sam, il giovane aiutante inglese di Alex che dopo averci raccontato qualcosa sulle aurore ci conduce a visitare gli igloo di ghiaccio che divertono molto il nostro gruppo in particolare Liana ed il piccolo Edoardo che si infilano soddisfatti nello stretto pertugio. Uno sguardo al cielo che non ne vuol sapere di aprirsi e Sam ci fa accomodare su alcune panche all’interno della cupola “Aurora” riscaldata da un caminetto scoppiettante, offrendoci biscotti allo zenzero e una non ben definita bevanda alcolica che lui stesso sorseggia con frequenza e soddisfazione.
Sarà l’effetto dell’alcol ma ben presto Sam rimane in maglietta a maniche corte ( la temperatura all’interno non arriva a 10 gradi) e inizia a raccontarci una lunga storia in cui un suo amico, un certo Dimitri ha rischiato di morire congelato in tenda durante una tormenta. Leggende legate alle aurore accompagnano poi un video in cui ci vengono mostrate svariate foto di fantastiche aurore riprese proprio al Polar’s Camp. Entra anche Alex, ormai sono le 23.30, meglio posizionarsi all’esterno non si sa mai…Ci stendiamo allora su comode sedie a sdraio ricoperte da pelli di renna attorno a 2 fuochi scrutando il cielo e le perenni nuvole.
Nonostante il meteo sfortunato l’atmosfera è allegra, si ride e si scherza mentre Alex e Sam ci portano salsicce e marshmallow da grigliare sul fuoco in attesa del miracolo. Dopo un’oretta Alex ci comunica che purtroppo è arrivato il momento di tornare. Niente da fare il cielo non ha collaborato neppure stasera, ci rimane a questo punto solo domani. Proviamo a pianificare con Alex uno spostamento di un centinaio di km per la prossima sera ma rimandiamo la decisione finale dopo un controllo delle ultime previsioni.
9 Marzo, la mattina è dedicata alla visita dell’Hotel di ghiaccio, lo “Snowvillage”. Un pullman ci trasporta a Lainio, ad una trentina di km dall’aeroporto di Kittila, è lì che ogni anno viene edificato questo stupefacente villaggio utilizzando, ci dice Bara, ben 20 milioni di kg di neve e 350.000 di ghiaccio naturale trasparentissimo, per stupire ogni volta i visitatori con nuove forme e realizzazioni. L’area occupa circa 20.000 mq ed è costituita da un hotel di ghiaccio con stanze e suite, ristorante di ghiaccio, cocktail bar e perfino una Cappella.
I ricordi vanno al 2015, quando in un analogo hotel nei pressi di Rovaniemi abbiamo addirittura dormito nelle gelide stanze, ottenendo un diploma il mattino dopo per l’eroica impresa. Ma questo mi sembra più bello, dopo la reception e gli immancabili souvenir, Bara ci conduce attraverso un affascinante tunnel di ghiaccio rivestito da cristalli lucenti che conduce a diverse cupole, ottenute ci dice, gonfiando palloni in gomma e rivestendoli poi con la neve, che hanno funzione di stanze. La cosa che veramente colpisce di più e meraviglia tutti noi sono le sculture realizzate lungo i corridoi e dentro le stanze. Se l’anno scorso racconta Bara, il tema era stato quello della saga del “Trono di spade”, quest’anno si è dato libero sfogo alla fantasia con tematiche legate alla fantascienza.
Figure enigmatiche, aliene e cibernetiche ci osservano dalle pareti di ghiaccio, una testa di androide, dalle tonalità bluastre, astronavi nell’iperspazio, robot, astronauti e alieni che ci scrutano da un oblò sul soffitto. A bocca aperta arriviamo in una sala più grande dove ci raduniamo per una doverosa foto di gruppo. Lì vicino ci sono il cinema e la cappella dove Matteo F. celebra dal pulpito il matrimonio di Sara e Mattia fingendosi Pastore. Poi ecco un’altra sala dove tutti ci lanciamo da uno scivolo di ghiaccio ed infine il bar in cui oltre al succo di mirtillo, con Silvana e Simona brindiamo con un Prosecco. Usciamo all’aperto in attesa del pullman girovagando un po’ nel bosco innevato che circonda l’hotel e salendo su curiosi cubi di ghiaccio azzurro chiaro posizionati di fronte all’entrata.
Giunge quindi il momento di tornare a Levi e di valutare con Matteo di Robintur un’ultima uscita notturna per le aurore, che ahimè appare del tutto irrealizzabile: la perturbazione è veramente troppo estesa, ci vorrebbe un aereo per superarla in un tempo ragionevole…Gettiamo la spugna.. Non ci resta stasera che vedere le aurore ancora in fotografia nel corso di un’altra lezione dopo cena in saletta in cui si ragiona anche di spazio tempo, buchi neri e Big Bang, interrotti come al solito dal personale dell’hotel, preciso come un orologio svizzero.
Il giorno dopo siamo in aeroporto a Kittila, dotato di un curioso caminetto con le pareti trasparenti e sedie a dondolo attendendo il nostro aereo per il ritorno in patria dopo aver esibito diligentemente Green Pass e autocertificazione al Check in. Questa volta purtroppo e per la prima volta nella storia dei viaggi astronomici il meteo si è messo decisamente di traverso non consentendoci la visione delle aurore. Siamo consolati parzialmente dalla bassa attività aurorale di questi giorni (al massimo kp2), che ci avrebbe consentito di vedere qualcosa anche se non spettacoli pirotecnici. E’ stato in ogni caso un ottimo gruppo, ci siamo divertiti ed è stato bello condividere insieme le splendide escursioni e in generale provare l’emozione di ripartire per un viaggio astronomico dopo tante tribolazioni, auspicando che il peggio sia passato e che presto nuovi entusiasmanti tour vengano realizzati.
Al prossimo viaggio!
LE FOTO SONO DI: Maria Rita Bagni, Teresa Calestani, Vanna Civolani, Massimiliano Di Giuseppe, Matteo Franchini, Gabriele ” Kiurlo di mare”, Mattia Mansueto, Fiorella Massari, Liana Minelli, Simona Musiani, Lia Pallone e Matteo Rovinetti.