di Massimiliano Di Giuseppe
Chi si appresta ad organizzare un viaggio astronomico, deve tenere sicuramente conto dell’inquinamento luminoso dei luoghi da visitare e per questo motivo spesso vengono presi in esame posti sperduti, meglio ancora se desertici e lontani il più possibile da fonti di luce artificiale. Volendo poi arricchire il viaggio con bellezze archeologiche, storico artistiche e paesaggistiche e nello stesso tempo non esagerare con i costi, ecco che la regione dell’Est Anatolia, nella Turchia orientale, sembra un ottimo compromesso. Il viaggio raccoglie in breve una ventina di interessati, tutti ansiosi di visitare questa regione non ancora intaccata dal turismo di massa.
Tuttavia non abbiamo fatto i conti con la recente ascesa dei fondamentalisti dell’Isis, che proprio a Settembre, mese prescelto per la partenza, si stanno pericolosamente avvicinando al confine turco, nei pressi del lago Van, una delle mete principali del viaggio…Pure una nota della Farnesina sconsiglia di partire per quelle zone e naturalmente iniziano le prime disdette. Che fare? La palla passa all’agenzia Robintur, con cui da anni collaboriamo nell’organizzazione dei viaggi astro-turistici, che ci propone un’alternativa altrettanto affascinante, un tour classico della Turchia, con possibilità di osservazioni astronomiche in Cappadocia e nella zona di Pamukkale, rimanendo sempre lontano dalle aree a rischio.
Accettiamo e alla partenza da Bologna il 17 Settembre mi ritrovo in compagnia di alcune vecchie conoscenze: Esther Dembitzer, Marica Draghetti, Barbara Scura e di due facce nuove, Mirca Gabbi e Dante Nava. Il volo per Istanbul è comodo e veloce all’aeroporto ci incontriamo con la storica coppia romana Giorgio Bernaschi e Gabriella Mungai, accompagnata dalle cugine Maria e Mirella Poggi, per la prima volta con noi e con Cem, l’eccezionale guida che ci accompagnerà in tutto il lungo tour di 12 giorni. Saliamo sul pullman che inizia a districarsi nel traffico caotico di Istanbul, la vecchia Costantinopoli, prima ancora nota come Bisanzio. Una città che ho conosciuto per la prima volta una ventina d’anni fa, nel ’93, in occasione di un’Inter-rail nei paesi dell’est e che oggi dai finestrini del pullman mi appare più affollata, con selve di grattacieli moderni e con enormi navi da crociera attraccate sul Bosforo, pronte a riversare tra i suoi millenari vicoli orde di turisti…
Speriamo che tutto ciò non abbia intaccato il fascino ed il mistero di questa città unica al mondo, un vero e proprio ponte tra Oriente e Occidente, anche se ho qualche dubbio. Arriviamo in hotel, lo splendido Sheraton Maslak e qui mentre gli altri si riposano prima della cena prendo un tè con Cem e con lui faccio il punto della situazione. Gli racconto del programma originario del nostro viaggio e subito il viso allegro e rotondo si incupisce, mi si avvicina e parlando sottovoce mi dice che abbiamo fatto la scelta giusta. In quelle zone la sicurezza non è garantita, sopratutto la sera e sono sempre più frequenti gli scontri tra le milizie curde del PKK e quelle dell’Isis. Il mio telescopio Dobson poi non passerebbe inosservato e peggiorerebbe solo la situazione…